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Uno scenario più insidioso di rischi e minacce alla sicurezza del sistema-Italia rende sempre più necessaria la creazione di un Consiglio di Sicurezza Nazionale (Csn) sotto la diretta responsabilità del capo del governo. Diverse grandi democrazie hanno istituito un organismo sul modello del National Security Council americano al fine di potenziare la propria capacità di rispondere in maniera strategica e olistica a problemi sempre più complessi di sicurezza sia “interna” sia “esterna”.

UNA SVOLTA PER IL GOVERNO DELLA SICUREZZA

Un Csn italiano costituirebbe, in primo luogo, un foro interministeriale permanente nel quale il presidente del Consiglio e gli altri membri del governo, responsabili della sicurezza nazionale, potrebbero discutere e pianificare gli indirizzi strategici delle politiche estera, di difesa e di sicurezza, dedicando la necessaria attenzione anche (e soprattutto) alla predisposizione di strategie a medio e lungo termine per la tutela degli interessi nazionali. Questo organismo garantirebbe, anche, un sempre più elevato livello di coordinamento e integrazione tra tutti i ministeri e dipartimenti preposti alla gestione della sicurezza nazionale. Ciò appare sempre più necessario, oggi, perché le minacce attuali sono multidimensionali e interdipendenti, e richiedono risposte governative di carattere “olistico” e altrettanto multidimensionale, fondate sull’uso integrato di strumenti politico-diplomatici, militari, economici, mediatici e d’intelligence.

I LIMITI DELLA POTENZA ITALIANA

In terzo luogo, analogamente a organismi simili istituiti da altri Stati, anche il Csn italiano sarebbe supportato da una struttura permanente di analisi, consulenza e pianificazione strategica, composta da qualificati specialisti in diversi campi, provenienti anche dal mondo universitario e della ricerca scientifica. L’introduzione, nel sistema politico-istituzionale italiano, di un tale organismo consentirebbe il superamento di una serie di disfunzioni che spesso compromettono l’efficacia dei processi decisionali dello Stato in materia di sicurezza nazionale. Tra dette disfunzioni vanno menzionate, ad esempio lo scarso coordinamento tra i diversi ministeri e Dipartimenti preposti alla gestione dei vari aspetti della sicurezza nazionale (il che talvolta genera politiche confuse e contraddittorie); la tendenza ad affrontare problemi immediati tramite reazioni di breve termine, spesso improvvisate, anziché a elaborare politiche strategiche di più lungo termine; l’eccessiva influenza che la lotta politica interna talvolta esercita sulle scelte di politica estera, di difesa e di sicurezza.

GLI ESEMPI ALL’ESTERO

La formulazione di una proposta per un Csn italiano richiede un’analisi attenta delle esperienze di Paesi esteri che si sono dotati di questo tipo di organismo (che nei vari Paesi interessati assume denominazioni diverse). I modelli esteri di Csn sono i più variegati in termini di ruolo, compiti, struttura e poteri. Tra i fattori che determinano finalità e funzioni del Csn di un Paese vi sono la natura del suo regime politico (democratico, autoritario o in via di transizione democratica) e le altre caratteristiche del suo sistema politico-istituzionale. Tra i Paesi che si sono dotati di un organismo del tipo National Security Council ricordiamo, ad esempio, i seguenti: Usa (che istituì il proprio National Security Council nel 1947), Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Israele, Canada, Australia, Cina, India, Pakistan, Iran, Brasile, Ucraina, Romania, Mongolia, Sud Africa.

I COMPITI DI UN NSC

In uno Stato democratico un organismo di tipo “National Security Council” può svolgere una pluralità di funzioni, tra cui le seguenti: a) fornisce al capo del governo (o al capo dello Stato, se il regime è di tipo presidenziale) informazioni, analisi, valutazioni e consigli strategici utili all’assunzione di decisioni di politica estera, della difesa e della sicurezza; b) assicura un coordinamento stabile e un pieno scambio di informazioni tra i diversi settori del governo e dell’amministrazione responsabili della gestione delle politiche estera, della difesa e della sicurezza; c) rappresenta un luogo di discussione tra membri del governo sugli indirizzi strategici da adottare in materia di sicurezza nazionale, in tempi di pace e normalità, in tempi di crisi internazionale o interna, così come in periodi di guerra; d) elabora la strategia di sicurezza nazionale, ovvero un documento di livello politico-strategico che identifica gli interessi strategici vitali del sistema-paese e il suo ruolo nel mondo, individua i rischi e le minacce a medio-lungo termine con i quali il paese deve confrontarsi e indica gli indirizzi di risposta a tali sfide e gli strumenti operativi più idonei; e) definisce gli obiettivi e le priorità informative della comunità d’intelligence; coordina l’integrazione, e la disseminazione ai decisori politici, di tutte le informazioni e analisi elaborati dagli apparati della sicurezza; f) gestisce i rapporti con organizzazioni multilaterali di sicurezza (come ad esempio la Nato) e talvolta anche le relazioni militari e di sicurezza con altri Stati.

EFFICACIA CONDIZIONATA

Per svolgere queste complesse attività un Csn necessità di un apparato di supporto analitico e di consulenza strategica (uno “staff” del Csn), coordinato da un esponente governativo che spesso assume il ruolo di “Consigliere per la sicurezza nazionale”. Infine, lo studio comparato dei modelli esteri di organismi istituzionali di questa natura dimostra che la loro efficacia varia considerevolmente da Paese a Paese, e anche tra diverse esperienze governative all’interno di un medesimo Stato. Dunque, un’efficacia che dipende, in buona misura, dal più ampio contesto politico-istituzionale in cui opera l’organismo, e in particolare dallo stile di leadership del massimo decisore politico e dagli obiettivi prioritari del governo di turno.

UN CONVEGNO PER DISCUTERNE

La Link Campus University, l’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, e il Cemas dell’Università “Sapienza” di Roma, organizzano, per la prima volta in Italia, un convegno sul tema “Verso un Consiglio di Sicurezza Nazionale italiano: per un efficace processo decisionale politico-strategico in risposta alle sfide del XXI secolo”, che si terrà a Roma il 30 aprile prossimo.

Ecco perché all'Italia serve un Consiglio di sicurezza nazionale

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