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Sono 3000 oggi gli occupati nel comparto dell’energia geotermica in Italia. Ma le imprese del settore sarebbero in grado di dare lavoro a 30.000 addetti, qualora le condizioni di mercato e normative consentissero di sfruttare appieno il potenziale esistente. L’Italia, nonostante l’impiego di una tecnologia (alta entalpia) ormai superata per efficienza e impatto ambientale, resta ancora il primo produttore europeo di elettricità da geotermia.

La normativa che disciplina la produzione di energia da fonte rinnovabile, e geotermica in particolare, è in grado di tenere il passo dell’innovazione tecnologica? Le imprese hanno messo in campo modalità di relazione e coinvolgimento con i territori? Associazioni e cittadini sono realmente disponibili al confronto?

Attorno a questi e altri quesiti si è sviluppato il convegno ‘Speciale geotermia, il futuro a emissioni zero è già qui”, promosso oggi da Legambiente e Kyoto Club.

CHI C’ERA ALL’INCONTRO

Sono intervenuti all’incontro rappresentanti delle imprese, delle istituzioni e delle associazioni ambientaliste, tra cui il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, Ermete Realacci (Commissione Ambiente Camera) e Franco Terlizzese (MISE)

“In pochi, anni fa, avrebbero ritenuto possibile che oltre un terzo dell’energia elettrica prodotta in Italia fosse da fonti rinnovabili. E ancora due anni fa, molti ritenevano necessaria la megacentrale a carbone di Porto Tolle” – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

“La geotermia rappresenta una opportunità reale di sviluppo economico sostenibile per il Paese” – ha sottolineato Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club – “Per concretizzare questa prospettiva, è importante che tutti facciano la propria parte: le imprese nell’operare in maniera responsabile e partecipata rispetto ai territori, i cittadini nell’accettare la sfida del dialogo. E la politica, a cui spetta la definizione di un quadro normativo semplificato e favorevole allo sviluppo di una economia energetica sostenibile”.

“L’innovazione energetica sta procedendo velocemente anche in un settore ‘storico’ delle fonti rinnovabili, come quello della geotermia. Abbiamo l’opportunità di produrre energia pulita da risorse geotermiche a profondità e temperature inferiori rispetto al passato (media e bassa entalpia), attraverso impianti più piccoli, che meglio si possono integrare rispetto ai delicati equilibri del sottosuolo” – ha aggiunto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente.

I PROGETTI

In Italia sono in corso di sviluppo 10 progetti pilota per lo sviluppo di impianti geotermici a media entalpia di piccola taglia: dal successo di queste sperimentazioni – che metteranno in moto investimenti privati per circa 400 milioni di euro – dipende la possibilità di rimettere in carreggiata il nostro paese rispetto alle best practice internazionali in fatto di geotermia di nuova generazione.

Tra i progetti più interessanti in fase avanzata di autorizzazione, figura la piattaforma tecnologica proposta da ITW LKW Geotermia Italia, che realizzerà un impianto sperimentale di 5MW a Castel Giorgio (Terni).

“Grazie ad un sistema chiuso a ciclo binario che esclude il rilascio di emissioni in atmosfera, trasformeremo in energia elettrica i fluidi geotermici ad una profondità di circa 1.000 mt, producendo 40 GWh/anno di energia ‘verde’ da fonte rinnovabile, piuttosto che da combustibile fossile” – ha commentato Diego Righini, di ITW LKW Geotermia Italia.

Numeri e progetti della geotermia in Italia

Sono 3000 oggi gli occupati nel comparto dell’energia geotermica in Italia. Ma le imprese del settore sarebbero in grado di dare lavoro a 30.000 addetti, qualora le condizioni di mercato e normative consentissero di sfruttare appieno il potenziale esistente. L’Italia, nonostante l’impiego di una tecnologia (alta entalpia) ormai superata per efficienza e impatto ambientale, resta ancora il primo produttore europeo…

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