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L’Italia celebra la terza Giornata nazionale per lo spazio. La presenza italiana nello spazio è forte e il Paese deve continuare a guardare lontano, questo è quanto è stato ribadito durante l’evento “In cinque minuti: le parole chiave del successo del Made in Italy dello Spazio”, organizzato dall’Agenzia spaziale italiana. All’appuntamento hanno partecipato Teodoro Valente, presidente dell’Asi; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy; Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, e Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca.

Le opportunità della Space economy per l’industria

La presenza italiana nello spazio risplende grazie agli strumenti “nell’ambito dell’osservazione della Terra, passando per la rete Skymed fino ad arrivare al satellite Prisma e alla nuova costellazione di satelliti Iride, finanziata con i fondi del Pnrr”, ha affermato Valente. “E – ha proseguito – il comparto industriale nazionale ha giocato un ruolo chiave nell’Iss, realizzando oltre il 50% dei moduli pressurizzati”. L’impronta italiana è forte anche “nel settore dei lanciatori, nella missione Euclid e nella responsabilità del contratto di gestione operativo del sistema europeo Galileo”, ha aggiunto il presidente.

Lo scenario della Space economy è in continuo cambiamento e in grande crescita e lo spazio “vede emergere un nuovo gruppo di Paesi, come l’India e alcuni Stati della penisola arabica, ma anche attori privati che si stanno progressivamente sostituendo a quelli istituzionali” ha ricordato Valente.

L’Italia ha tutti gli strumenti per affrontare queste nuove sfide, tra cui un comparto industriale forte che “dialoga e collabora alla pari con i partner internazionali, intersecandosi alla perfezione nella catena di valore globale”.

Le nuove sfide dello spazio

Lo sviluppo della missione “Artemis è una delle nuove sfide da affrontare” secondo Valente. Infatti “le infrastrutture e i moduli operativi che si stanno costruendo per le prossime spedizioni lunari saranno il punto di transito per l’esplorazione robotica, e successivamente umana” del Pianeta Rosso. Per cogliere tutte le possibili applicazioni delle nuove tecnologie “occorre fare sistema e l’Asi farà la propria parte, in assoluta sintonia con il Comitato interministeriale e a pieno supporto del governo”, ha concluso il presidente.

Il know-how dello Stivale

“Questa edizione della Giornata nazionale è tanto più significativa in quanto precede di pochi mesi l’International Astronautical Congress, che ospiteremo l’anno prossimo a Milano per i sessant’anni del lancio del satellite San Marco 1”, come ha sottolineato Antonio Tajani. “La Giornata nazionale dello spazio – ha continuato – è diventata una vetrina mondiale del ‘saper fare’ italiano nel campo delle tecnologie spaziali”, insieme a eventi quali la mostra itinerante The Italian Spaceway e il progetto Space Food Experience che raccontano “l’unicità e l’eccezionalità della nostra tecnologia e ricerca, creatività e ingegno imprenditoriale” ha aggiunto il ministro.

Nuova centralità italiana in Africa

“Il Piano Mattei contiene un capitolo sulla politica spaziale in Africa”, ha affermato Adolfo Urso. Ed è in questo contesto che si colloca la volontà italiana di accrescere la propria centralità, non solo in Europa e nel mondo, ma anche nella base spaziale italiana di Malindi, in Kenya, che “diventerà un luogo nuovo” – ha ricordato il ministro – e che sarà oggetto di futuri investimenti da parte del nostro Paese.

Ricerca e investimenti per la scienza di domani

L’Italia ricopre un ruolo di rilievo nello studio e nella ricerca delle scienze, “chi meglio di noi può ospitare una grande infrastruttura strategica come l’Einstein Telescope?” ha detto Anna Maria Bernini, che ha ricordato l’impegno del governo a finanziare l’opera per 950 milioni di euro. Inoltre, il rilevatore di onde gravitazionali potrebbe contribuire agli investimenti scientifici nazionali, favorendo “il ritorno nel nostro Paese di quei ricercatori italiani che oggi lavorano all’estero, attirando anche scienziati stranieri”, ha concluso il ministro.

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