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“Guardiamo al 2024, in cui l’Italia avrà la presidenza del G7 e uno dei temi sarà l’Intelligenza artificiale. La gestione dei rischi connessi allo sviluppo della tecnologia si traduce in attenzione per quei meccanismi che rendono difficile distinguere il vero dal falso e quindi si prestano alla disinformazione”. Queste le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, alla presentazione della Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2023, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. “Faccio un esempio. Nei giorni scorsi, con la protesta di una parte del mondo dell’agricoltura, l’intelligence ha monitorato che alcuni canali social filorussi hanno provato ad accreditare l’idea infondata che la protesta derivasse dagli effetti economici delle sanzioni alla Russia. È un tentativo goffo, ma dà l’idea della sfida”.

L’allarme di Mantovano non arriva come un fulmine a ciel sereno. Già qualche settimana va il servizio europeo contro la disinformazione EuVsDisinfo aveva sottolineato come le proteste degli agricoltori a livello europeo fossero state sfruttate dalla macchina propagandistica del Cremlino per cercare di destabilizzare l’Unione, cercando di esacerbare la percezione delle divisioni tra il popolo e quelle che Mosca definisce le “élite di Bruxelles”, in combutta con Kyiv per “affossare” il mercato agricolo comunitario. Non stupisce quindi che anche nel caso italiano i propagandisti russi abbiano colto l’occasione di lanciare l’attacco.

Mantovano prosegue poi rassicurando sul ruolo “protettivo” dei Servizi d’informazione: “Il compito dell’intelligence non deve essere e mai sarà quello di controllare i contenuti e le idee pubblicate on line; ciò su cui i servizi si concentrano è la verifica della genuinità e tracciabilità delle informazioni in rete e soprattutto sulla veridicità dei profili social, le dinamiche di creazione di contenuti senza distorsioni da parte di attori che hanno obiettivi di destabilizzare i processi informativi e democratici. In questa ottica auspico che nella campagna per le Europee non si perda mai di vista il profondo senso di comune appartenenza alla nostra Nazione”.

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