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Ieri Claudio Petruccioli, dopo aver letto il mio scritto sui comportamenti della minoranza (e anche della maggioranza) del Pd nel confronto sulla legge elettorale, ritenendo di mettermi in difficoltà mi ha chiesto come avrei votato sull’Italicum se fossi stato alla Camera dei Deputati.

Mi stupisce che questa domanda, che voleva essere provocatoria, mi venga rivolta da un carissimo amico che conosce bene quali sono state le mie scelte nel momento in cui nacque il Pd, e anche prima della sua nascita.

Caro Claudio, rileggiti il mio libretto “Al Capolinea”, scritto per avvertire che quel partito nasceva male e sarebbe cresciuto peggio. Non capisco, quindi, come si possa pensare che io possa oggi trovarmi a Montecitorio. Se fossi ancora lì, con me ci sarebbe certamente un’altra sinistra e un’altra situazione. Chi mi legge sa che sono critico nei confronti della maggioranza e della minoranza del Pd. E gli altri pezzetti della sinistra sono solo crisantemi come quelli che hanno penosamente lanciato ieri alla Camera i deputati di SEL.

Io sono fuori da questa “sinistra” e cerco di esprimere giudizi e dare consigli perché sono stato sempre, come migliorista, contro il “tanto peggio tanto meglio”. Ho detto e scritto che oggi, purtroppo, in campo c’è solo il Pd e, quindi, non mi auguro una sua crisi distruttiva ma semmai virtuosa.

Chi in questo momento vuole cambiare il Pd così come è nato, è proprio Renzi il quale pensa a un grosso partito centrista emarginando quel che rimane della sinistra politica e sindacale. Infatti, il voto di fiducia chiesto ieri non era necessario dato che la verifica sulla costituzionalità della legge aveva dato al governo una larga maggioranza e un pezzo di Forza Italia aveva votato con il Pd. La fiducia serve a Renzi solo per apparire un decisionista che schiaccia la minoranza del suo partito e guadagnare così consensi nell’elettorato di Forza Italia in rotta.

Gli ultimi sondaggi, infatti, davano in calo il Pd e Renzi pensa che può recuperare solo in quell’area. E la minoranza Pd paga i suoi errori di cui ho già parlato.

(testo tratto dal profilo Facebook di Emanuele Macaluso)

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