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Per la prima volta nella storia, un Papa prenderà la parola a Capitol Hill, sede del Congresso degli Stati Uniti. La conferma ufficiale è arrivata ieri direttamente dallo speaker della Camera, John Boehner: Francesco sarà a Washington il prossimo 24 settembre. Padre Federico Lombardi, portavoce e direttore della Sala Stampa, ha poi precisato le altre tappe del viaggio americano: New York (Palazzo delle Nazioni Unite e Ground Zero) e Philadelphia per l’Incontro mondiale delle famiglie.

“COMMOSSI CHE ABBIA ACCETTATO”

“Siamo commossi che abbia accettato. In un momento di sconvolgimento globale, il messaggio di compassione e della dignità umana del Santo Padre ha commosso persone di tutte le fedi e origini. I suoi insegnamenti, le preghiere e il grande esempio ci riportano alle benedizioni di cose semplici e dei nostri obblighi reciproci”, ha aggiunto il repubblicano Boehner.

IL RUOLO DIPLOMATICO

Osserva Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera che “la visita del Papa arriva in un momento molto importante nei rapporti tra Usa e Santa Sede. La sera del 20 gennaio, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente americano aveva chiesto di togliere l’embargo su Cuba e citato Francesco, che ha avuto un ruolo fondamentale nel disgelo tra Washington e L’Avana”.

LA SVOLTA NEI RAPPORTI TRA VATICANO E WASHINGTON

La credibilità del Papa negli Stati Uniti, prosegue Vecchi, “è sostenuta anche dalla sua azione contro la pedofilia nel clero”. Tuttavia, rispetto ai decenni trascorsi, qualcosa sta cambiando nei rapporti tra Vaticano e Washington: “L’epoca della prevalenza gerarchica dei valori non negoziabili, con relative battaglie concentrate solo sui temi etici, è al tramonto. Un segnale di cambiamento è arrivato con la nomina a sorpresa, in settembre, dell’arcivescovo Blase Joseph Cupich a Chicago, attento anche ai temi sociali, a cominciare dall’immigrazione. L’incontro di Philadelphia, prima del Sinodo di ottobre, sarà importante per capire a che punto è arrivata una transizione non facile”. Anche perché sulla cattedra episcopale di Philadelphia siede il conservatore mons. Charles Chaput, uno dei primi presuli statunitensi a esprimersi in maniera scettica sul nuovo corso targato Bergoglio, salvo fare retromarcia qualche mese più tardi.

LA PECULIARITA’ DEL DISCORSO AL CONGRESSO

Rileva Luigi Accattoli che questa “prima volta” sarà accompagnata da un dato di novità sostanziale: “Un Papa si indirizza a un parlamento senza una titolarità specifica di appartenenza nazionale, sia nativa sia acquista”. Prima d’ora, solo tre volte un Pontefice aveva preso la parola dinnanzi a un’assemblea di eletti, e sempre per “ragioni di patria”: Giovanni Paolo II nel 1999 al Parlamento polacco e nel 2002 a quello italiano; Benedetto XVI al Bundestag nel 2011.

I PRECEDENTI PONTEFICI NEGLI STATI UNITI

Francesco sarà il quarto successore di Pietro a recarsi negli Stati Uniti. Il primo era stato, nel 1965, Paolo VI, che tenne lo storico discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 ottobre. Dopo di lui, fu la volta di Giovanni Paolo II: Boston, New York, Philadelphia, Des Moines, Chicago e Washington nel 1979; Anchorage nel 1981; Fairbanks nel 1984; Miami, Columbia, New Orleans, San Antonio, Phoenix, Los Angeles, Monterrey, Carmel, San Francisco e Detroit nel 1987; Denver nel 1993; Newark, New York e Baltimora nel 1995; St.Louis nel 1999. Benedetto XVI una volta, nel 2008, con lo storico ricevimento alla Casa Bianca.

Francesco sarà il primo Papa a parlare al Congresso Usa

Per la prima volta nella storia, un Papa prenderà la parola a Capitol Hill, sede del Congresso degli Stati Uniti. La conferma ufficiale è arrivata ieri direttamente dallo speaker della Camera, John Boehner: Francesco sarà a Washington il prossimo 24 settembre. Padre Federico Lombardi, portavoce e direttore della Sala Stampa, ha poi precisato le altre tappe del viaggio americano: New…

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