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Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori e dell’autore, pubblichiamo l’articolo di Giovanni Bucchi uscito oggi sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

Un professore chiamato a salire in cattedra per mettere ordine una volta per tutte nel marasma del Pd campano. E’ l’ultimo e disperato tentativo di Matteo Renzi e Lorenzo Guerini per disinnescare la bomba a orologeria delle primarie all’ombra del Vesuvio, dove ormai da mesi il Pd si arrovella in lotte tra correnti e territori.

I NOMI IN BALLO

Saltata l’ipotesi di una candidatura unitaria incarnata dall’ex Sel Gennaro Migliore, gettatosi nella mischia delle tormentatissime primarie slittate per tre volte e ora fissate al 22 febbraio, adesso da Roma pensano di calare su Napoli il nome di Luigi Nicolais. L’ex ministro della Funzione pubblica del secondo governo Prodi, ora presidente del Cnr, potrebbe infatti mettere a tacere le divisioni tra i dem rappresentando il classico profilo del candidato che non trascina le folle ma almeno non dà troppo fastidio.

CHE DICONO I RENZIANI

Anche se, va detto, non faranno certo i salti di gioia quei 30-40enni renziani che avrebbero preferito evitare di puntare su un docente universitario di 73 anni, loro che da tempo parlano di nuovo corso del Pd campano. Difficile, infatti, convincere gli elettori che il cambiamento possa passare da chi ha già ricoperto il ruolo di assessore regionale e segretario del Pd partenopeo, e che soprattutto per vincere contro Stefano Caldoro sia opportuno puntare su chi nel 2009 ha perso le elezioni provinciali di Napoli contro il forzista Luigi Cesaro. Ma tant’è, altri nomi non ce ne sono, sono stati bruciati tutti e ormai la gestione di questa complicata situazione è passata ai vertici del Pd nazionale, con buona pace della segretaria regionale Assunta Tartaglione.

LE PAROLE DELL’EX MINISTRO

Il diretto interessato ieri, a margine dell’inaugurazione della sede del Cnr-Itabc a Napoli, non si è affatto buttato via. Anzi. “Per adesso sono presidente del Cnr e sono molto contento di aver dato una forte spinta al Centro, ma se devo dare una mano a questa regione sicuramente lo guardo con interesse – ha detto Nicolais -. Prima di lasciare però voglio capire se il mio contributo possa essere utile in questa regione”. Quindi ha dettato la sua condizione: “Penso sia opportuno che il Pd faccia qualunque sforzo per cercare di unire i vari gruppi. Se questo succede, allora si può parlare eventualmente anche di una mia candidatura”. Il messaggio è chiaro: niente primarie e sostegno condiviso come candidato presidente di Regione alle elezioni di maggio.

GLI SCOGLI DI NICOLAIS

Tuttavia, ci sono almeno tre scogli da superare. Il primo riguarda le 146 firme di delegati dell’assemblea regionale del Pd che occorre raccogliere per sottoscrivere la candidatura di Nicolais e mandare all’aria le consultazioni interne. I sostenitori di Migliore non ci sono riusciti, bisogna quindi capire se areadem e riformisti – che lavorano per Nicolais – saranno più bravi. Secondo inghippo, le primarie non sono più solo del Pd ma del centrosinistra, dal momento che tra i cinque candidati in campo, due sono degli alleati: si tratta di Marco Di Lello del Psi e di Nello Di Nardo dell’Idv.

IL RUOLO DI DE LUCA

Che fare con loro? Disinteressarsene, date le percentuali da zero virgola che rappresentano, o celebrare comunque finte elezioni tra il candidato unico del Pd e quelli dei cespugli? Infine il tema più politico, tutto interno ai dem: Migliore ha ribadito tre giorni fa in un’intervista a Cronache di Napoli la sua intenzione di tirare dritto – “io sono un candidato alle primarie, sono in pista” -, l’eurodeputato Andrea Cozzolino non sarà facilmente disposto a tirarsi indietro soprattutto se da ex bassoliniano dovrà lasciare spazio a uno come Nicolais che con Antonio Bassolino s’è duramente scontrato. Senza dimenticare il caso Vincenzo De Luca: all’ex sindaco di Salerno non sono servite a farlo desistere nemmeno una condanna a un anno per abuso d’ufficio e la decadenza da primo cittadino decisa dalla Corte d’Appello per l’incompatibilità col ruolo di viceministro alle Infrastrutture durante il governo Letta, arrivate entrambe nel giro delle ultime settimane. Figurarsi se un ex ministro prodiano lo convincerà a mettere da parte le sue velleità elettorali.

I RAPPORTI CON RENZI

Nicolais pare aver già dimenticato i dissidi con Renzi. Era solo il 22 gennaio scorso quando, insieme al presidente della Conferenza dei rettori universitari (Crui), Stefano Paleari, firmava una lettera di protesta al premier contro un decreto del giugno 2014 che commercializza i brevetti realizzati da Università e centri di ricerca. Adesso appare tutto risolto; con l’ipotesi di candidatura a governatore della Campania le recenti ruggini sono già sparite.

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