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In vista del Natale ci prepariamo ai regali. Il mio regalo ai lettori di Formiche.net è un prezioso contributo sul declino economico globale scritto da due economisti di fama mondiale, Daron Acemoglu del MIT e James Robinson di Harvard, pubblicato dalla prestigiosa università americana di Cambridge, il Massachusetts Institute of Technology.

Due economisti delle due università più blasonate del mondo mettono nero su bianco come le regole capitalistiche tradizionali siano incapaci di spiegare il sistema economico mondiale, sia per i Paesi sviluppati (come la Svezia) sia quelli in via di sviluppo (come il Sud Africa).

Acemoglu e Robinson spiegano che le regole classiche dell’economia capitalistica non sono in grado di spiegare né la dinamica passata né tantomeno di predire il futuro, poiché non considerano il ruolo delle istituzioni politiche ed economiche. La diseguaglianza e il gap della crescita non sono misure adatte a spiegare la dinamica economica, poiché parziali e basate sulle leggi capitalistiche, che risultano quindi errate. L’esercizio dei due non è solo teorico, bensì fondato su stime econometrie e statistiche accurate e chiare.

Queste analisi dovrebbero essere portate all’attenzione delle autorità economiche, come la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea. La prima, infatti, continua a predicare la teoria della inflazione zero come ricetta per la stabilità, senza considerare la mutata struttura istituzionale ed economica che caratterizza l’UE dopo la nascita dell’euro; inflazione zero significa deflazione, stagnazione e recessione.

La Commissione Europea da parte sua sta promuovendo un piano di rilancio dell’Europa basato sulle (fallaci) regole capitalistiche che Acemoglu e Robinson dimostrano essere inadatte a costituire la base di un rilancio. La probabilità di successo di un tale piano calcolatela voi.

La banca centrale americana, la Fed, sembra invece aver ben compreso che la mutata struttura produttiva globale va assecondata e non combatte contro mulini a vento, ma asseconda le forze di mercato, come si evince dalle recenti dichiarazioni della Presidente Janet Yellen che non ha nessuna intenzione di stringere i condoni della borsa nelle prossime settimane o forse mesi.

La lezione della Fed per la Bce di Draghi

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