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La sera scorsa ho cenato con un amico che, come me, si occupa di previdenza. Era scandalizzato per aver assistito ad una puntata di ‘’Quinta Colonna’’: una trasmissione che io non guardo perché la trovo di una demagogia vomitevole, come tante altre del resto (infatti ho sempre la televisione spenta). L’eroina di quella serata – per come mi è stato raccontato – era un’anziana signora che lamentava di dover tirare avanti con una pensione di 500 euro mensili.

Intorno a quel caso si è costruita la puntata e scatenata la polemica sui vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, che diversamente dalla signora percepiscono laute pensioni. E’ bene, allora, di fare un po’ di chiarezza. Si vogliono abolire gli assegni vitalizi ben oltre le modifiche che già sono state previste e attuate? Nessun problema. Vuol dire che – per il periodo del mandato (visto che non si può negare che si tratti di un lavoro a tempo pieno) – si pagheranno i contributi sulla precedente posizione individuale del soggetto.

Cominciamo, però, a riconoscere che – se qualche comune mortale percepisce pensioni modeste – ci sono delle ragioni che, almeno in parte, investano la sua responsabilità. La signora, eroina di ‘’Quinta colonna’’, aveva versato contributi per 19 anni, poi aveva smesso di lavorare. Il suo calcolo della pensione è stato fatto con il metodo retributivo e la collettività sull’assegno a cui avrebbe avuto diritto ha aggiunto un importo per assicurare il livello della pensione minima. Questa azione solidaristica nei confronti delle persone che, con i loro versamenti, non arrivano a percepire la pensione minima legale, costa alla collettività, attraverso le tasse, ben 25 miliardi all’anno.

Il trattamento pensionistico è un diritto costituzionale riconosciuto ai lavoratori, per determinare il quale sono previsti dei requisiti di età e di anzianità contributiva. In sostanza, la pensione ce la costruiamo durante la vita lavorativa. Purtroppo quell’ambìta prestazione non è una sorta di vendicatore mascherato che si presenta al nostro cospetto, da anziani, a raddrizzare tutti i torti che abbiamo subito o ci siamo fatti con le nostre mani. Il sistema non funziona così: ‘’dimmi quanto ti serve e io te lo garantisco’’.

Sarebbe bene, allora, che i conduttori delle trasmissioni populiste approfondissero di più i casi personali che ‘’sbattono’’ sul video, perché nessuno campa con 500 euro al mese. E se lo dice, mente. Ci basti far notare un solo aspetto: in Italia i pensionati sono 16,5 milioni, le pensioni e gli assegni circa 23 milioni. Vogliamo usare la media del pollo e calcolare quante sono le pensioni (quasi sempre di reversibilità nel 90% dei casi erogate a donne) che si redistribuiscono sulle stesse persone?

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Nella medesima puntata di ‘’Quinta colonna’’ l’esimio Rosario Trefiletti, imperituro leader di Federconsumatori, in uno slancio di demagogia a buon mercato ha dichiarato che lui il parlamentare lo farebbe gratis. Perché non comincia a svolgere gratis la sua missione al servizio dei consumatori italiani?

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Riecco Francesca Pascale, che, attraverso il nuovo libro di Bruno Vespa, inneggia all’amore per il suo B. “Amo Berlusconi, lo assedio e non lo lascio mai’’. Ma l’ex Cav  – che ha studiato latino – reagirà, di tanto in tanto, alla giovanile esuberanza della compagna con qualche ‘’non possumus’’, invocando un fastidioso mal di testa?

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E Dudù? Non l’avranno regalato a Vladimir Luxuria?

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Sulla scia di Francesco: ‘’Chi sono io per giudicare Matteo Renzi?’’

Pensioni, ecco le bufale smerciate in tv

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