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Aveva raccolto il mio ultimo “grido di dolore” l’amico Giuseppe Gargani chiamando a raccolta, ieri a Roma gli amici che, a diverso titolo, sono parte della vasta e disarticolata area popolare di ispirazione democratico cristiana italiana.

Tranne gli amici dei Popolari per l’Italia di Mario Mauro, presenti con Potito Salatto e Mauro Cutrufo, nessun altro dei parti ora presenti in Parlamento ha risposto all’appello.

Erano invece presenti molti rappresentanti di partiti non rappresentati in Parlamento e movimenti di ispirazione popolare come Mario Tassone e Maurizio Eufemi del CDU, Publio Fiori e Gianni Colevecchio di Rinascita Popolare, l’ADC di Gianni Fontana con Amedeo Portacci e Fiorella De Septis, Mirko De Carli e Marcello Baldini per l’associazione “ Innovatori democratici” della Romagna, Giovanni Restivo dell’ass.ne Cristiani Riformisti.

Erano stati invitati, tra gli altri, Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi (NCD), Lorenzo Cesa (UDC), Raffaele Fitto ( Forza Italia). Lor signori, ahimè, sono troppo affaccendati nei loro affari di Stato, sempre pronti a dichiararsi disponibili per l’unità dei popolari, purché questo avvenga attorno al loro piccolo e sgarrupato giardinetto di casa.

L’Italia è un Paese in cui tutti vogliono coordinare e nessuno vuol essere coordinato e, anche in politica, tale regola è confermata.

Situazione tanto più grave per un’area, quella dei popolari che sopravvive a fatica dopo il ventennio della seconda repubblica nata e sviluppatasi sotto la “damnatio memoriae” della Democrazia Cristiana.

Sono saltati gli equilibri che la DC aveva saputo garantire per oltre quarant’anni tra ceti medi e classi popolari e siamo entrati in una fase di predominanza del trasformismo politico, che si esprime nella realtà di una finta maggioranza di governo e in una finta opposizione.

L’ignavia di cui si stanno incolpando quei residuati al potere “sanza infamia e sanza lode”, se non avverranno ultimative assunzioni di responsabilità, sarà giustamente punita dagli elettori.

Dalla periferia, intanto, nascono nuovi fermenti di persone, gruppi e associazioni che, indispettiti dagli assurdi ritardi romani ( sono settimane e settimane che si parla di costituire il gruppo unitario dei popolari in Parlamento e siamo ormai alle comiche finali !!) in autonomia costituiscono comitati regionali per la Costituente dei Popolari nelle diverse realtà territoriali.

E’ già avvenuto nel Veneto e stanno seguendo le regioni della Toscana, Umbria e Sicilia.

Nella riunione di ieri è stato colto pienamente il senso di ciò che sta accadendo alla base e da parte di tutti si è convenuto di procedere senz’altro indugio all’avvio della Costituente dei Popolari Italiani, con un documento che il sottoscritto con l’amico Gargani ha già redatto e che verrà sottoposto alla condivisione di quanti sono interessati alla ricomposizione dell’area popolare.

Obiettivo intermedio: organizzare una grande assemblea dei popolari italiani, una sorta di Nuova Camaldoli programmatica, nella quale, sentiti i mondi vitali della società italiana e insieme alle migliori intelligenze dell’area cattolica e popolare, si intende formulare il Manifesto dei Popolari per l’Italia.

Obiettivo finale: il superamento di tutte le vecchie e obsolete etichette e le sgualcite bandiere e bandierine per dar vita al nuovo soggetto politico laico, democratico, popolare, liberale e riformista, europeista, trans nazionale, ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano, inserito a pieno titolo nel PPE, alternativo al renzismo del trasformismo rampante e al velleitario grillismo.

Tutti i partiti, i movimenti e le associazioni presenti ieri, si sono dichiarate pronte all’uscita dalle catacombe, per concorrere a superare il pesante deficit di democrazia che lo sciagurato patto del Nazareno sta creando nel Paese, e a sostenere con forte determinazione il progetto.

Ettore Bonalberti

ww.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.net

mauro

Come uscire dalle catacombe

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