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Ricordate “Virus letale” con Dustin Hoffman? E’ la trasposizione cinematografica delle nostre paure su Ebola. Trasmette l’idea angosciante che il virus sia in grado di mutare velocemente il proprio patrimonio genetico, acquisendo in breve tempo nuove proprietà che ne permettono una rapida ed inarrestabile diffusione provocando un numero incredibile di morti.

Una trama perfetta per un film. Fortunatamente non per il mondo reale.

Negli ultimi 100 anni l’umanità è stata colpita da una serie di epidemie virali che hanno gettato il panico: l’epidemia di Influenza all’inizio del 900 che ha causato almeno 50 milioni di morti, HIV che causa AIDS, la SARS e in ultimo Ebola.

Tutti questi virus condividono il fatto di possedere un genoma di RNA, il cugino spesso dimenticato del DNA. Nelle cellule, dai batteri all’uomo, l’informazione genetica è conservata nel DNA. Ma per essere attiva, per poter venir tradotta in proteine bisogna che l’informazione prima venga copiata in molecole di RNA. Al contrario del DNA le molecole di RNA sono molto fragili, si degradano facilmente. E questo è probabilmente il motivo per il quale durante l’evoluzione il DNA ha assunto il ruolo di molecola previlegiata per conservare l’informazione genetica. Tuttavia l’RNA è molto plastico, può svolgere funzioni simili a quelle delle proteine. Può arrivare ad autoreplicarsi. E molti sono convinti che la vita su questo pianeta sia nata proprio dalle molecole di RNA. E dato che l’RNA rappresenta una forma di informazione genetica immediatamente attiva, non c’è da sorprendersi che alcuni virus abbiano genomi ad RNA.

Ma torniamo ad Ebola. Molti si chiedono se il virus si sia evoluto recentemente e se possa mutare in qualcosa di ancora più terrificante nel prossimo futuro. La risposta deve essere chiara: il virus Ebola non è qualcosa di recente ed è veramente molto improbabile che si evolva fino a diventare qualcosa di pericoloso per l’umanità, qualcosa di paragonabile all’influenza o all’HIV.

Uno studio recente suggerisce che il virus si sia evoluto ben 20 milioni di anni fa . Per la maggior parte del tempo ha infettato roditori e altri mammiferi. Nel 1976, si è avuta la prima epidemia dimostrata nell’uomo e da quel momento periodicamente si sono verificati focolai in diverse parti dell’Africa centrale. Il confronto tra le sequenze genomiche dimostra che ogni nuovo focolaio è stato causato da un discendente del ceppo 1976.

L’analisi di genomi del virus Ebola isolati da pazienti in Sierra Leone ha permesso di ricostruire la storia dell’attuale epidemia che origina da una singola infezione probabilmente verificatasi lo scorso dicembre. Da allora il genoma virale è mutato. Anche se per i non addetti ai lavori questo può sembrare spaventoso in realtà non è sorprendente. Tutti i virus vanno incontro a mutazioni. Molte non hanno effetto. Alcune sono positive per il virus – ma non necessariamente lo rendono più mortale. Ma è altamente improbabile che le mutazioni del virus Ebola siano responsabili dell’enorme dimensione della attuale epidemia. La causa più plausibile va ricercata nella popolazione che è stata colpita: invece di essere limitato a villaggi remoti, il virus è finito in città densamente popolate e con un sistema sanitario non particolarmente efficiente e non in grado di controllare l’infezione.

La mutazione ha un ruolo importante nella strategia del virus per sfuggire al sistema immunitario dell’ospite. Monitorare queste mutazioni, grazie allo sviluppo delle tecniche di sequenziamento, è importante per cercare di capire quale sia l’approccio migliore per sviluppare dei vaccini efficienti.

Non possiamo escludere che con il tempo Ebola possa diventare più letale. Tuttavia per evolvere in questo senso è necessario un tempo molto lungo e le epidemie di Ebola sono solitamente brevi e colpiscono un numero limitato di persone.

Come altri virus della stessa famiglia, Ebola si diffonde attraverso i fluidi infetti, quali vomito e sangue. Non ci sono prove che il ceppo che ha causato l’attuale epidemia possa diffondersi attraverso l’aria. Nel corso di milioni di anni, i virus a volte cambiano il loro meccanismo di diffusione. Ma è pura fantasia pensare che una singola mutazione possa conferire ad Ebola la capacità di trasmettersi attraverso l’aria. Un cambiamento di questo tipo richiede molte mutazioni in molti geni e lo sviluppo di nuove funzioni. E’ veramente impossibile che una tale variante del virus possa emergere durante una singola epidemia. E l’analisi costante del genoma virale suggerisce che questo non si stia verificando.

Una cosa certa, che non dobbiamo dimenticare, è che nell’amata e tanto idealizzata natura, in qualche angolo remoto del mondo, continuano ad evolversi nuovi virus con cui prima o poi verremo in contatto.

 

Ebola e le nostre paure

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