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Condannano le violenza in Libia e chiedono con forza l’immediata cessazione delle ostilità. Dura presa di posizione sugli scontri in Libia da parte dei governi di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, e Usa che in una nota congiunta definiscono il perimetro di azione dell’Occidente dopo le risoluzioni dell‘Onu. Ecco tutti i dettagli.

DICHIARAZIONE
I governi di Francia, Italia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti condannano con forza le violenze in corso in Libia e chiedono l’immediata cessazione delle ostilità. E scrivono: “Noi condanniamo i crimini di Ansar al-Sharia, e le violenze in corso nelle comunità in Libia, tra cui Tripoli e dintorni. La libertà è a rischio se i gruppi terroristici libici e internazionali saranno autorizzati a utilizzare la Libia come un rifugio sicuro”.

QUI BENGASI
Esprimono anche forte preoccupazione per gli attacchi di Khalifa Hifter a Bengasi. E ritengono che le sfide alla sicurezza della Libia e la lotta contro le organizzazioni terroristiche possono essere affrontate solo dalle forze armate regolari sotto il controllo di un’autorità centrale che è “responsabile di un parlamento democratico e inclusivo”.

COOPERAZIONE
Sostengono pienamente il lavoro delle Nazioni Unite e invitano tutte le parti a cooperare con i suoi sforzi. “Dopo gli incontri di Ghadames e Tripoli, i negoziati dovrebbero essere perseguiti con la buona volontà e l’adozione di politiche inclusive, con l’obiettivo di trovare un accordo sulla posizione della Camera dei Rappresentanti eletta lo scorso 25 giugno per porre le basi per un governo di unità nazionale”.

SANZIONI
Capitolo sanzioni, i cinque Paesi si dicono pronti ad impiegare le singole sanzioni in conformità alla risoluzione 2174 dell’Onu contro coloro che minacciano la pace, la stabilità o la sicurezza della Libia o che ostacolino o impediscano il processo politico. “Siamo d’accordo che non esiste una soluzione militare alla crisi libica. Siamo particolarmente costernati che dopo le riunioni a Ghadames e Tripoli, le parti non abbiano rispettato chiamate per un cessate il fuoco”, scrivono.

STRATEGIA
E’ questa la ragione per cui puntano ad evidenziare in questa dichiarazione l’importanza del concetto di unità. Ovvero la comunità internazionale deve agire in maniera unitaria sulla Libia, sulla base dei principi e delle intese concordate in occasione delle riunioni recenti, in particolare quelle di New York e Madrid. “Noi incoraggiamo fortemente tutti i partner ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare le divisioni attuali per far affrontare la crisi in corso nel quadro dei negoziati ONU“.

SCENARI
Intanto nel Paese il governo rivale ha annunciato le proprie politiche petrolifere, confutando le posizioni del Primo Ministro Abdullah al-Thinni secondo cui i proventi del petrolio dovrebbero continuare ad andare al governo eletto. La Libia è alle prese con due governi in lotta per il controllo del territorio dopo l’Operazione Alba: un ombrello di gruppi armati nella città occidentale di Misurata, dallo scorso agosto costringe il governo di Thinni di ritirarsi verso est.

VIOLENZA
La violenza però non si ferma. Due giorni fa almeno 17 persone sono state uccise a Bengasi, dove le forze filo-governative sostenute dalla gente del posto sono pronte a combattere gli islamisti. Un attentatore suicida ha ucciso tre persone.

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