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Perdenti che camminano: gli algoritmi dei sondaggisti ne avrebbero già individuati due. Per l’alba dell’11 giugno, le sofisticate elaborazioni sulle intenzioni di voto, le analisi incrociate sul sentiment degli elettori, le previsioni statistiche e le rilevazioni a campione, convergono nel preannunciare la secca sconfitta di Matteo Salvini e Giuseppe Conte.

Unici leader non candidati, entrambi ne sono più o meno consapevoli ed hanno due mesi per capovolgere o attenuare i pronostici che danno i rispettivi partiti in netto calo rispetto ai risultati delle ultime politiche.

Oltre alle scelte politiche dei due leader, la débâcle annunciata sarebbe da addebitarsi anche alla molteplicità di liste nazional populiste direttamente concorrenziali ed in grado di sottrarre o di disperdere i consensi che nelle precedenti consultazioni si incanalavano verso Lega e 5 Stelle.

Le criticità degli scenari politici e delle forze politiche sono in continua evoluzione, ma il quadro dei protagonisti delle liste è già delineato:

Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia vengono accreditati di una forbice di consensi in crescita, che oscilla fra il 28 ed il 30% e 25/27 europarlamentari. Per la premier si profila un ulteriore netto successo, sedimentato su un’azione di governo incentrata sulla pacatezza, la preparazione e la capacità d’intervento personale della presidente del Consiglio che nonostante le défaillance, gli autogol e le peripezie giudiziarie di ministri, sottosegretari e uomini di partito é riuscita a trasformare l’Italia in un Paese protagonista, credibile, apprezzato e di primo piano sulla scena internazionale. Non é poco, anche in considerazione del precedente livello di prestigio mondiale del predecessore Mario Draghi.

Elly Schlein e il Pd pur con tutte le lacerazioni interne tipiche della sinistra, e gli attacchi subiti dai 5 Stelle, sono riusciti a presentare delle liste di candidati radicati nei collegi o con un largo seguito nell’opinione pubblica e vengono accreditati di una forbice fra il 19 e il 21% di consensi e 18/19 europarlamentari. Come per FdI, la capillare presenza territoriale del Pd è il vero punto di forza al quale il Partito Democratico assomma anche quello della molteplicità delle correnti interne che, come nella storica Dc e nell’originario Pci, rappresentano veri e propri partiti d’opinione che drenano voti e consensi nelle varie aree culturali, sindacali e professionali del Paese.

Matteo Salvini e la Lega rischiano di uscire stravolti dal voto europeo perché, in linea con le recenti elezioni regionali in Sardegna, Abruzzo e Basilicata, sono accreditati di una forbice di consensi che oscilla fra il 5 e il 7% con soltanto fra 6 e 9 europarlamentari. Tuttavia non si conosce ancora l’incidenza della candidatura del generale Roberto Vannacci che sta comunque provocando una reazione di rigetto fra le file leghiste. L’eventuale successo dell’alto ufficiale potrebbe determinare la nascita di una sorta di Vannacci party che ipoteticamente potrebbe offrire a Salvini una exit strategy nell’eventualità di un travagliato dopo elezioni in via Bellerio.

Giuseppe Conte e i Cinque Stelle rappresentano la vera incognita dei sondaggi delle Europee. In considerazione dalla assenza di strutture territoriali, della scelta di candidati quasi esclusivamente attraverso una parziale selezione degli iscritti senza alcun riscontro esterno, e della quasi totale carenza di candidati popolari o con un certo impatto nell’opinione pubblica, il Movimento viene accreditato di una forbice di consensi oscillante fra il 6 e l’8% con 5 o 6 europarlamentari, in linea con le recenti elezioni regionali in Sardegna, Abruzzo e Basilicata.

Antonio Tajani e Forza Italia. La notevole forza d’inerzia del berlusconismo e la capacità del ministro degli Esteri di rappresentare una compagine politica moderata, concreta, trasversale e tranquilla, antidoto al filo putinismo e alle fughe in avanti di Salvini, sono valsi l’accreditamento di una forbice di consensi fra l’8 e il 10% e la prospettiva di eleggere da 8 a 9 europarlamentari.

Alleanza Verdi e Sinistra con diversi candidati di spicco, come quello di Ilaria Salis la 39enne detenuta da un anno in Ungheria e di vari ex sindaci di primo piano, la lista del partito guidato da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni è accreditata di una forbice di consensi che supera di poco il 4% e otterrebbe l’elezione di uno o due europarlamentari.

Matteo Renzi, Emma Bonino e gli Stati Uniti d’Europa pur con la doppia tara che in politica i voti non si sommano ma si contano e dell’eterogenesi dei fini secondo cui il progresso non si realizza in virtù di una provvidenza trascendente o di una finalità intenzionale, l’unione di tante anime del centro sinistra, come Italia Viva, Più Europa, Libdem, Partito Socialista Italiano e Volt, viene accreditata d’un soffio oltre la soglia di sbarramento del 4% e con la possibilità di fare scattare 2 seggi di europarlamentari.

Carlo Calenda e Azione a differenza del tandem Renzi Bonino & company, presentano liste con candidati radicati nei collegi, alcuni dei quali protagonisti di exploit elettorali alle recenti regionali, e sono accreditati anche loro un soffio sopra la soglia di sbarramento del 4% con la possibilità di far eleggere uno o due europarlamentari.

Michele Santoro e Pace Terra e Dignità. La lista presentata dall’anchorman televisivo, al momento ancora esclusa dal collegio nordoccidentale e a rischio anche nella circoscrizione Isole per l’assenza dei certificati elettorali di alcuni sottoscrittori, include attivisti per la pace, volti televisivi più o meno noti in tv, per i loro interventi sui giornali o per i propri saggi. Nonostante la lista eterogenea di candidati ex comunisti, cattolici, ex 5 Stelle, allo stato viene accreditata di una forbice di consensi che oscilla fra l’1 e il 3% al di sotto quindi della soglia di sbarramento.

Cateno De Luca e Libertà. Autodefinitasi antisistema, la lista presentata dal sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, riunisce 19 simboli. Un vero e proprio cocktail populista di ecologismo, pacifismo no vax, ex leghisti e altri che, tuttavia secondo gli ultimi rilevamenti statistici, è accreditata di una forbice di consensi fra l’1 e il 3,5 % ancora insufficiente per superare la soglia di sbarramento e fare scattare l’elezione di un europarlamentare.

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