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Cinque aree di interesse e di intervento, che necessiteranno da domani di qualcosa di simile a dei “decreti attuativi”, ma che già ora rappresentano una cartina di tornasole per interpretare il Piano Mattei e definirne priorità ed ambiti di intervento. “Deve essere mantenuto il legame millenario tra uomo e terra”, ha detto in premessa Giorgia Meloni presentando il Piano, che abbraccia idealmente istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia, acqua.

Istruzione e formazione

Punto di partenza le competenze. Come più volte spiegato dal presidente del consiglio, senza un piano di investimenti e formazione per l’Africa, non sarà possibile migliorare i rapporti con l’Europa, la gestione comune dei flussi migratori, provvedere ad un intervento mirato che non sia caritatevole. E allora il Piano si occuperà degli interventi che si prefiggono di promuovere la formazione e l’aggiornamento dei docenti, l’adeguamento dei curricula, l’avvio di nuovi corsi professionali e di formazione, in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro e la collaborazione con le imprese, coinvolgendo in particolare gli operatori italiani e sfruttando il ‘modello’ italiano di Pmi.

Agricoltura

Premessa meloniana è che le terre africane sono spesso inutilizzabili, “dobbiamo fare in modo che la tecnologia le renda coltivabili”. Ma in che modo? Prima di tutto lavorare per provare a risolvere il nodo atavico dell’Africa: i livello di malnutrizione. Ciò potrà essere messo in pratica con una programmazione che coinvolga lo sviluppo delle filiere agroalimentari, accanto all’impegno per i bio-carburanti non fossili. Il premier ha cerchiato in rosso un concetto tarato attorno a quattro azioni: l’agricoltura familiare, la salvaguardia del patrimonio forestale e il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici tramite un’agricoltura integrata.

Uno dei Paesi coinvolti in questa sezione è l’Algeria dove verrà avviato un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura, mentre in Mozambico verrà realizzato un centro agroalimentare per esportare i prodotti locali. Principali coltivazioni in Mozambico sono cotone, mais, bovini e pollame, caju, riso, anacardi, zucchero, tè, cocco, prodotti ittici. In Egitto invece verranno accompagnate le produzione di soia, mais, grano, girasole con investimenti in macchinari, sementi e tecnologie. In Tunisia, dove si potenzieranno le strutture di irrigazione per 8mila ettari di terreno, l’Italia è al lavoro per le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali, anche per provvedere alle attività di irrigazione. Il tutto accompagnato dal un centro di formazione agroalimentare.

Salute

Inutile negarlo: la sanità in Africa è un punto debolissimo, che impatta negativamente su tutta la popolazione a 360 gradi. Il Piano Mattei ha come obiettivo quello di favorire l’accesso ai servizi primari, potenziando la gestione, la formazione e l’impiego del personale sanitario, della ricerca e della digitalizzazione. Inoltre sarà attenzionata particolarmente la prevenzione, con particolare riferimento alle pandemie e ai disastri naturali.

Energia

“L’Italia può essere hub energetico dell’Europa – ha sottolineato il premier – vogliamo aiutare le nazioni africane a produrre energia sufficiente alle proprie esigenze e ad esportare in Ue la parte in eccesso”. Non sfugge che l’energia è centrale come tema, sia per la presenza in loco di numerose e ambìte risorse, sia per il ruolo connesso che può svolgere l’Italia. Ma accanto a questa consapevolezza il Piano dedica molta attenzione al nesso clima-energia, ovvero a tutti gli interventi che verranno attuati al fine di rafforzare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili. Il riferimento è evidentemente alla transizione dei sistemi elettrici, tramite lo sviluppo in loco di tecnologie applicate all’energia anche attraverso l’istituzione di centri di innovazione. Lì le aziende italiane (ecco il gancio con il mondo delle imprese, pubbliche e private) potranno selezionare start-up locali, sostenendo in questo modo l’elemento umano.

Acqua

In Congo l’Italia ha annunciato l’impegno per realizzare pozzi e centri per la distribuzione dell’acqua a fini agricoli, alimentati da energia rinnovabile. In Etiopia si punterà sul recupero ambientale di alcune aree bisognose del risanamento delle acque, una risorsa la cui scarsità è l’elemento principale dell’insicurezza alimentare. Un passaggio, questo, che è direttamente connesso ai flussi migratori e alle cosiddette carovane in cerca dell’oro blu, ovvero l’acqua.

Nello specifico, il Piano Mattei per l’acqua prevede la perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici; la manutenzione dei punti d’acqua preesistenti; gli investimenti sulle reti di distribuzione; e le attività di sensibilizzazione circa l’utilizzo dell’acqua pulita e potabile.

Le società partecipate presenti al vertice

Eni, Amministratore delegato Claudio Descalzi; Enel, Amministratore delegato Flavio Cattaneo; Cassa Depositi e Prestiti, Amministratore delegato Dario Scannapieco; Leonardo, Presidente Stefano Pontecorvo; Sace, Amministratore delegato Alessandra Ricci; Simest, Amministratore delegato Regina Corradini D’Arienzo; Ice, Presidente Matteo Zoppas; Terna, Amministratore delegato Giuseppina Di Foggia; Acea, Amministratore delegato Fabrizio Palermo; Snam, Amministratore Delegato Stefano Venier; We Build, Amministratore Delegato Pietro Salini; Fincantieri, Amministratore Delegato Pierroberto Folgiero.

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