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Il caso Bygmalion rischia di creare il vuoto in una destra francese che, nonostante le difficoltà del presidente François Hollande, rischia di non presentarsi con un candidato valido all’appuntamento del 2017.

IL CASO BYGMALION

Sotto l’Arco di Trionfo a tenere banco è uno scandalo relativo ai contributi elettorali, con l’ex capo di gabinetto di Jean-Francois Copè nell’occhio del ciclone e accusato di alto tradimento: per Jérôme Lavrilleux la sanzione potrebbe essere l’espulsione. “Non sapevo nulla fino al 16 maggio scorso, quando ho capito la verità”, si è difeso più volte ma lo scandalo relativo a fatture false per 20 milioni di euro potrebbe spazzare via un’intera classe dirigente.

I PERSONAGGI COINVOLTI

Oltre a Copè e Lavrilleux c’è Eric Cesari, dal 2008 direttore generale dell‘Ump per volontà di Sarkozy. Contesta di non aver avuto alcun ruolo nel meccanismo di false fatturazioni. Più esposto Bastien Millot, fondatore di Bygmalion, il più vecchio dei “Copè boys”. Ex direttore di France Télévisions, è stato incriminato in aprile per i contratti del gruppo. Fabienne Liadzè è stato nominato da Copè chief financial Officer all’interno del partito. Si è finora chiuso in un religioso silenzio. Poi c’è Guy Alves, numero due e attuale ceo di Bygmalion, un ex banchiere di investimenti. Vecchio collaboratore di Copè, è uno stretto conoscitore di tutti i protagonisti della vicenda. Ha spiegato in dettaglio ai magistrati il sistema di doppia fatturazione che avrebbe consentito di mascherare i denari per la campagna elettorale.

IL VETO A SARKOZY

Sbarra la strada ad un eventuale ritorno in pista di Nicolas Sarkozy (come già riportato da Formiche.net) l’ex primo ministro François Fillon, che in una lunga intervista al magazine Express chiude ogni possibilità. “Se si vuole recuperare l’Ump ci vuole partecipazione e un po’ di umiltà” , dice a proposito di un ritorno di Sarkò. E aggiunge: “Il mio ruolo nei prossimi mesi è rivolto alla collegialità”. Invita Alain Juppé e Jean-Pierre Raffarin a mettere da parte differenze, ambizioni, e singole storie “per incarnare l’interesse generale e servire la nostra famiglia politica”.

FILLON

Tre sono gli ex primi ministri che hanno preso in mano le redini dell’Ump dopo le dimissioni di Jean-Francois Copè, seguite allo scandalo Bygmalion. Un nuovo presidente sarà eletto in un congresso nel prossimo novembre e Sarkozy potrebbe essere il candidato più forte. Ma l’Ump, aggiunge Fillon come per indicare che non è nel passato la strada da seguire, “è un immenso caos ideologico, finanziario e morale”. E certifica che il partito si è allontanato dai suoi valori e principi.

L’ATTACCO

Infine attacca l’ex presidente sottolineando che c’è un forte sospetto sul finanziamento della campagna presidenziale di Sarkozy oggetto dell’inchiesta che sta facendo tremare la droit parigina. Ma se non sarà Sarkozy il nuovo presidente dell’Ump chi potrà assumerne la guida? Fillon sembra volersi sfilare da questo gioco di nomi e dice pubblicamente che non è quello il suo orizzonte politico, bensì “un processo di dialogo con i francesi e la preparazione di un progetto politico per il recupero della Francia”.

twitter@FDepalo

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