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La visita-lampo in Tunisia del ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha inteso implementare la collaborazione bilaterale in materia di difesa e si inserisce di diritto nel filone inaugurato da Giorgia Meloni con il presidente tunisino Kais Saied. Nello specifico, in occasione della recente visita a Cartagine del premier italiano, è stata rafforzata la cooperazione tra Tunisi e Roma non solo nel contrasto alle migrazioni illegali e al traffico di esseri umani. Per questa ragione, e nella cornice strutturale rappresentata dal Piano Mattei, l’Italia sta lavorando affinché con il paese nordafricano ci siano intese in settori cardine come formazione, istruzione, agricoltura, energia. Proprio per questa ragione la visita del ministro Crosetto si è celebrata all’interno della 25esima riunione della Commissione militare mista italo-tunisina.

Qui Tunisi

Dunque il sostegno militare italiano alla Tunisia è elemento apprezzato e ben valutato, ha detto il ministro della Difesa della Tunisia, Imad Memmish, aprendo i lavori della Commissione. Nel corso del suo intervento ha messo l’accento sul clima positivo dei lavori del Comitato militare congiunto italo-tunisino e sul sostegno italiano anche nel campo dello sviluppo. Tunisi conferma la volontà di entrambe le parti di fornire tutti gli elementi necessari affinché le attività programmate proseguano per l’anno 2024. In questo senso non verranno meno gli sforzi congiunti per aumentare il livello della cooperazione bilaterale tunisino-italiana, aggiunge. Elementi che sono stati al centro di tutti i dialoghi passati tra Meloni e Saied. 

Il patto di collaborazione è militare, ma si allarga verosimilmente a vari ambiti e può diventare, come detto dal ministro Crosetto, di cararatura europea ed internazionale. Una nuova visione del mondo che tiene conto del fatto che non possono più esistere nazioni ricche e nazioni povere: è l’unico modo per fermare le guerre, ha precisato. Il tutto legato al Piano Mattei che continua e che si incastra con la nuova frontiera, densa di problemi irrisolti, ovvero la Libia.

Piano Mattei

In quest’ottica va letta la seconda riunione della Cabina di regia sul Piano Mattei, presieduta oggi a Palazzo Chigi dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla presenza dei ministeri coinvolti, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, di rappresentanti delle diverse agenzie e società dello Stato e delle imprese a partecipazione pubblica, dell’università, della ricerca, del terzo settore e di aziende private che si occupano di cooperazione e sviluppo.

Agricoltura, acqua e formazione sono stati i punti toccati, sia in relazione alle recenti visite del premier sia alle missioni dei membri della Struttura di Missione, della Cooperazione allo Sviluppo e del Sistema Italia effettuate in Africa orientale e sulle future missioni calendarizzate nelle prossime settimane.

Alla voce istruzione spiccano i circa mille accordi con atenei africani in 30 anni a cura del ministero dell’Università e della Ricerca. Il ministro Anna Maria Bernini ha assicurato che il Mur è concentrato in una profonda azione di mappatura, “mai realizzata in precedenza, del grande patrimonio esistente di legami tra Italia e Africa in termini di formazione superiore e ricerca”. Secondo questi dati le università italiane sono già presenti in Africa, con 991 accordi sottoscritti con atenei africani negli ultimi 30 anni, e oltre 200 progetti di cooperazione attivati. Un mese fa il Mur ha siglato un Memorandum anche con la Fondazione MedOR al fine di promuovere la nuova Infrastruttura Tecnologica di Innovazione Future Farming, progetto pubblico-privato nel settore dell’agricoltura del futuro, realizzato con i fondi del Pnrr e l’università Ca’ Foscari.

Il prossimo 30 aprile si terrà un incontro a Roma con il ministro marocchino dell’università per siglare un MoU tra i due Paesi, in seguito il ministro sarà in Algeria per siglare un simile memorandum, in attesa di replicare in Libia. Dopo il Vertice Italia Africa dello scorso gennaio a Roma, hanno preso inizio le singole attività programmate con i vari paesi coinvolti. 

L’obiettivo di questa impostazione progettuale del governo è quello di costruire percorsi simili con altri Paesi dell’Africa subsahariana, aree dove dalla vacatio francese in poi la situazione generale si è caratterizzata, da un lato, per una forte penetrazione di soggetti esterni, come Cina e Wagner, e dall’altro per l’afonia europea.

Italia-Tunisia, patto anche sulla difesa. E ora Algeria, Marocco e Libia

Il patto di collaborazione è militare, ma si allarga a vari ambiti e può diventare, come detto dal ministro Crosetto, europeo e internazionale. Una nuova visione del mondo che tiene conto del fatto che non possono più esistere nazioni ricche e nazioni povere: è l’unico modo per fermare le guerre. Il tutto legato al Piano Mattei che continua e che si incastra con la nuova frontiera, densa di problemi irrisolti, ovvero la Libia

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