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Ecco la situazione politica ed economica a pochi giorni dalle importanti Elezioni Europee. I capisaldi del programma proposto da Grillo si rifanno ad un’Italia sempre più svantaggiata dalle manovre disposte da Bruxelles.

Le Elezioni Europee sono ormai alle porte. L’euroscetticismo di Grillo non è il solo a farsi avanti nel panorama italiano; risulta ormai evidente come le attuali disposizioni di Fiscal Compact e di Austerity attuate da Bruxelles, diano vita ad un sentimento di antieuropeismo in molto paesi dell’Unione Europea.

Il Fiscal Compact è un trattato finanziario che impone regole di rigore comuni sui conti pubblici e sulla crescita economica. L’obiettivo dichiarato è quello di voler rafforzare la disciplina di bilancio attraverso l’inasprimento delle regole sul deficit degli stati, stabilendo che i paesi della UE debbano avere un deficit sostanzialmente in equilibrio, con un valore massimo dello 0,5% rispetto al PIL. È prevista, per gli stati che non rispettano questo valore, una sanzione salatissima. Viene spontaneo pensare che un paese come l’Italia, con un debito pubblico pari al 133,3% del prodotto interno lordo, valore secondo solo alla Grecia con il 169,1%, faccia grande fatica ad adeguarsi alle normative di Bruxelles.

Le recenti sanzioni per non essere rientrati nel Fiscal Compact e le politiche di Austerity imposte dall’Unione Europea, le quali stanno contribuendo ad alzare l’indice di povertà in Italia, hanno dato vita ad un mix letale di antieuropeismo ed euroscetticismo, due fenomeni diversi che tuttavia remano contro l’attuale politica “soft” di Renzi nei confronti dell’Europa. Un Renzi che, come se non conoscesse la delusione italiana nei confronti dell’Euro, continua a sbandierare stendardi quali: identità europea, politica estera comune, integrazione politica (Stati Uniti d’Europa).

GRILLO E L’EUROPA… E RENZI?

La posizione presa da Grillo nei confronti dell’Europa, accoglie, sicuramente meglio di quanto abbia proposto Renzi, le richieste di un Italia delusa nei confronti di Bruxelles. Il Movimento 5 Stelle, ha infatti proposto un programma molto ben definito per queste Elezioni Europee; programma che presenta una forte critica nei confronti delle attuali disposizioni prese dall’Europa nei confronti dell’Italia, riservandosi tuttavia una piccola possibilità di dialogo con Bruxelles, senza proporre “l’uscita dall’Europa” come unica soluzione.

Il Programma di Grillo si articola in sette punti:

1)     Proporre un referendum per la permanenza dell’Euro, tenendo comunque presente che gli attuali trattati UE non ne prevedano la possibilità.

2)     Abolizione del Fiscal Compact (del quale si è ampiamente parlato prima), evitando che si riproponga una simile soluzione.

3)     Adozione degli Eurobond. Essi infatti sono disponibili da mesi; il vero problema è che i paesi economicamente forti, come Germania, Finlandia e Paesi Bassi, sono fortemente contrari a voler condividere il loro debito con quelli più deboli.

4)     Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune. Questo punto è forse quello più vago del programma di Grillo; questa alleanza potrebbe infatti creare una frattura tra Nord e Sud dell’Europa.

5)     Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio. Punto sul quale anche molti altri come il PD sono d’accordo.

6)     Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni. Questo punto è stato ampiamente criticato in quanto sfavorirebbe il “Made in Italy”, uno dei pochi vanti nazionali.

7)     Abolizione del pareggio di bilancio. Risulta controproducente infatti, obbligare un Paese al pareggio di bilancio a prescindere dalle proprie esigenze economiche e congiunturali.

Alla luce di quanto appena citato, potrebbe risultare addirittura necessario” per Renzi, cercare un dialogo con Grillo, il quale offre agli elettori un programma (anti)europeo molto ben definito, facente carico delle lamentele della gran parte degli italiani.

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