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Matteo Renzi bluffa? Un ottimismo di immagine è cosa dovuta. Gli effetti del bilaterale con la Merkel? Nessuno spiraglio sulle regole. Il “ripescaggio” del rottamato D’Alema? Il premier ha capito che bisogna fare squadra. I pro e i contro del primo mese da premier di Matteo Renzi analizzati dall’ex ministro Gianni De Michelis, in una conversazione con Formiche.net.

(CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE RENZIANA DEL LIBRO DI D’ALEMA)

Quali sono le reali ricadute sull’Italia del bilaterale Renzi-Merkel?
Non credo ve ne siano di particolari, penso che la cancelliera ha dimostrato grande simpatia per il premier ma non ha lasciato aperto alcuno spiraglio sulle regole del gioco. Quindi da questo punto di vista dovrebbe essere Renzi a fare delle riflessioni rispetto a come è andato il vertice.

C’è stato troppo ottimismo in Italia per l’incontro?
No. Sicuramente c’è stata grande cordialità, come era facilmente prevedibile, non solo perché Renzi è simpatico e incarna un approccio totalmente diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati, ma soprattutto perché anche per la stessa Germania non è prevedibile né un ritorno di Berlusconi sulla scena politica, né che prevalgano le posizioni anti europee di Grillo e Lega. Detto questo, sottolineo che la Merkel non ci ha aperto alcun varco e nessuna concessione di sostanza ci è stata fatta.

Quali sono le sfide europee che attendono l’Italia?
Dovremo affrontare il nostro status di presidenti di turno dell’Ue, cosa di cui non si è parlato affatto a Berlino. Inoltre credo dovremmo mettere in luce una visione geopolitica di caratura internazionale, prendendo spunto da un’ottica più generale della politica estera basata su fattori oggettivi per incrementare la nostra autorevolezza. Ci sono ottime ragioni per cui potremo recuperare uno spazio rispetto alla situazione in Crimea, nel Mediterraneo, in Medio Oriente: scenari in cui il fattore geografico lavora a nostro favore.

Crede che Renzi abbia veramente il punto in mano o sta bluffando?
Dovrà riuscire a leggere la situazione in positivo, in quanto è la premessa per il suo futuro. Da ciò che riuscirà a realizzare nell’arco dei prossimi due mesi dipenderà il suo successo. Non può che apparire ottimista, in qualche maniera anche forzando le cose.

Basteranno gli 80 euro in più in busta paga a far vincere le elezioni al Pd?
Aiuteranno, perché per quel livello di reddito si tratta di circa mille euro all’anno. Ma il problema è se glielo faranno fare nei tempi giusti, per approfittare della situazione. In caso contrario si dimostrerebbe il suo bluff e il governo non sarebbe credibile rispetto alle credenziali di partenza.

Renzi potrà riuscire dove hanno fallito Monti e Letta nello scalfire l’austerità teutonica?
Condivido una battuta fatta ieri da Massimo D’Alema: non è tanto il fatto di consentire degli sforamenti o un’applicazione flessibile delle regole, quanto cambiare le regole. Se l’Italia si porrà quel problema, allora potrà farcela. Su questo terreno ci sarebbero moltissime possibilità di cambiamento.

Il Rottamatore Renzi rivaluta il rottamato D’Alema per candidarlo alla Commissione europea: diplomazia o simbolo di convivenza forzata?
Ha capito che deve fare squadra e che una persona come D’Alema, probabilmente con un brutto carattere ma dalle indubbie capacità, sarebbe meglio di un commissario europeo qualsiasi. Ne potrebbe giovare anche al su team, più di tanti altri.

Spicca il silenzio dell’ex ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi, che lei ha incontrato giorni fa…
Ci ha raccontato cosa è accaduto economicamente al nostro Paese nel corso degli ultimi tre anni e quali cambiamenti di regole sono stati introdotti su impulso tedesco.

(TUTTE LE FOTO DI PIZZI ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI D’ALEMA CON RENZI)

twitter@FDepalo

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