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Dopo il bombardamento del consolato iraniano di Damasco il conflitto sale di livello e i disagi si sentono anche nelle città popolose della parte centrale dello Stato ebraico. Gli abitanti della parte centrale di Israele segnalano da giorni diffusi disagi per l’impossibilità di usare le applicazioni di navigazione come Google Maps, Waze e altri sistemi che utilizzano il Gps.

Questo perché a molti automobilisti di Tel Aviv queste applicazioni mostrano di trovarsi a Beirut. Le interruzioni del sistema di localizzazione sono state precedentemente già segnalate nel nord di Israele o nelle aree vicine a Gaza, mentre ora si sono estese anche al centro di Israele. Le forze di difesa israeliane (Idf) sono accusate di aver bloccato alcuni segnali del sistema di posizionamento globale per la guerra in corso con Hamas nella Striscia.

Dopo il raid aereo a Damasco, che ha colpito il consolato iraniano in Siria, si temono inoltre ritorsioni e bombardamenti nel cuore dello Stato ebraico. Questi disagi arrivano il giorno dopo che l’Idf ha annunciato di aver rafforzato la sua difesa aerea e di aver richiamato i riservisti, mentre il Paese si prepara a una potenziale risposta iraniana all’attacco in Siria.

Per mesi, i residenti del nord di Israele sono stati alle prese con deliberate interruzioni del Gps effettuate dall’esercito israeliano come parte dei combattimenti nella regione. Ma questa mattina sembra che tali sforzi di disturbo si siano estesi alla parte centrale del Paese. Fino a quando questi disagi colpivano le regioni di frontiera come quelle al confine col Libano o con Gaza erano tollerati, ora che colpiscono il cuore economico e politico del Paese, come Tel Aviv, Haifa e la Capitale, Gerusalemme, aumentano i disagi da parte della popolazione così come cresce la preoccupazione per eventuali raid iraniani.

Le interferenze

L’interferenza arriva pochi giorni dopo l’assassinio, attribuito a Israele, di un generale iraniano, Mohammad Reza Zahedi, per il quale Teheran ha promesso di vendicarsi. L’esercito israeliano non ha ancora commentato la situazione. Tuttavia, queste interruzioni sembrano essere un’estensione delle operazioni di disturbo del Gps in corso nel nord, nel contesto dell’intensificarsi del conflitto in quella regione.

Numerosi automobilisti nel centro hanno riferito che le app di navigazione come Waze mostravano improvvisamente la loro posizione in luoghi in cui sicuramente non si trovavano. Alcuni si sono trovati a girare virtualmente per le strate di Beirut, in Libano. Anche altri servizi basati sul Gps, come la piattaforma di consegna Wolt, hanno mostrato gli stessi errori di localizzazione, posizionando erroneamente i corrieri in aree come la penisola egiziana del Sinai.

È stato solo alla fine di dicembre che Waze, in coordinamento con l’Home Front Command, ha ripreso a mostrare i dati sul traffico per la prima volta dall’inizio delle ostilità. Ma l’app continua a nascondere mappe complete del traffico in alcune aree come parte delle misure di sicurezza adottate dall’esercito israeliano.

Le conseguenze del crescente blackout possono creare problemi all’economia nazionale e aumentare la percezione nella popolazione su come, in particolare dopo il raid sul consolato iraniano a Damasco, la guerra in corso in Medio Oriente sia salita di livello. Oltre ai fastidi per gli autisti civili, ci sono potenziali problemi di sicurezza per i soccorritori e i trasporti commerciali che non sono in grado di tracciare in modo affidabile le posizioni. I servizi di consegna hanno già segnalato notevoli difficoltà nel completare i percorsi.

La società che gestisce l’applicazione Waze non ha fornito alcuna dichiarazione ufficiale sulla questione che al momento sembra incidere solo sugli utenti israeliani. Ma le immagini che circolano online mostrano inconfondibili deviazioni che interessano anche gli utenti dell’intera regione.

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