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La Renzinomics avrà un forte beneficio sull’andamento azionario di alcune aziende italiane, in particolare nel settore dell’editoria e dei servizi finanziari e bancari.

È quanto sottolineato da un report di Mediobanca Securities, guidata da Antonio Guglielmi.

LE PREMESSE NECESSARIE
Il gruppo di analisti londinesi di Piazzetta Cuccia crede nell’effetto virtuoso che alcune misure annunciate nel programma economico del premier possono avere sull’economia della Penisola. Le quattro leve che, secondo Mediobanca Securities (MBS), faranno bene agli stock italiani sono il taglio Irap (imprese) e Irpef (lavoratori), l’accordo con la Svizzera sui capitali evasi illegalmente e il pagamenti dei debiti della PA alle aziende. Un piano tuttavia non destinato automaticamente al successo, ma anzi, tendenzialmente in salita, almeno nel breve termine.

I NODI DA AFFRONTARE
Lo studio di MBS sottolinea infatti come la strada intrapresa da Matteo Renzi sia quella giusta, ma anche che molto del suo successo dipenderà dalla capacita di Palazzo Chigi di negoziare con Bruxelles un alleggerimento dell’austerity.
Nel report si considerano positivamente le riforme economiche proposte dal presidente del Consiglio, ma forse troppo ambiziose, almeno nel 2014, a causa della scarsa copertura finanziaria. I numeri snocciolati da MBS dicono che nell’anno in corso – muovendosi nella cornice degli accordi comunitari del rispetto del 3% nel rapporto deficit/Pil – all’appello mancheranno 2 miliardi di euro (8 i miliardi previsti in entrata, a fronte dei 10 di spesa promessi). Lo scenario cambierebbe invece nel 2015, quando le somme rivenienti dovrebbero superare di circa di 2,5 miliardi gli impegni del governo.
Questo, secondo Mediobanca Securities, suggerisce che gli investitori dovrebbero essere costruttivi e fiduciosi nel medio termine ma a patto che Renzi sappia vincere la partita in sede comunitaria. Infatti per far quadrare i numeri 2015 è necessario per il governo incassare tre risorse tutte da negoziare con l’Europa. Proprio per questo, si evince dal report, solo Bruxelles può dare una mano immediata al presidente del Consiglio, consentendogli di rispettare quanto detto e dare così l’accelerata che serve alla politica italiana. Queste le premesse perché alcune aziende possano brindare per le ricadute positive del piano economico messo a punto da Renzi e dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

CHI BENEFICERÀ DELLE RIFORME
In questo contesto difficile, MBS individua ventidue titoli “top winner” dalla politica economica perseguita dal governo in termini di impatto delle misure sull’Eps delle società.
I tagli di Irap e Irpef suggeriscono che L’Espresso e Rcs“, con un +14% di effetto sull’Eps, sarebbero i maggiori beneficiari “insieme a Mondadori (+7,5%) e Cairo Communication (+5%)“. Le banche dovrebbero trarre vantaggio dalla riduzione dell’Irap e degli arretrati della PA con un +11% dell’Eps per Ubi Banca, un +8% per Banca Popolare d’Emilia Romagna e oltre il 5% di beneficio per Intesa Sanpaolo, Credem e Unicredit, spiega Mediobanca Securities.

L’IMPATTO POTENZIALE
Il risparmio gestito – aggiunge il report – è meno esposto a questi temi, ma molto al rientro dei capitali: più di 2 miliardi di flussi indicano un impatto potenziale sull’Eps a media singola cifra per Banca Generali e Azimut Holding. I rimanenti titoli tra i nostri top 20 winner sono azioni esposte a tagli delle tasse (Saras, Erg, Gtech, Mediaset), a un incremento della domanda (Autogrill, Piaggio, Atlantia, Marr) e agli arretrati della Pubblica Amministrazione (Finmeccanica, Astaldi e Biancamano)“, conclude MBS.

Ecco le aziende che brinderanno di più per le riforme di Renzi

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