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Ho letto con attenzione l’articolo del sociologo Massimo Introvigne e sono rimasto davvero molto perplesso, oltre che amareggiato.

Ho diverse critiche da fare all’articolo, le vorrei organizzare, per semplicità in due sezioni: quella formale e quella sostanziale.

Introvigne, che è considerato uno dei più importanti sociologi italiani per gli studi sui fenomeni religiosi, doveva essere più obiettivo e meno fazioso. L’approccio “formale” che critico fortemente è l’aver impostato l’articolo come un atto di de-legittimazione del comitato ONU per i diritti del fanciullo. Questo approccio è tipico nel giornalismo italiano, lo si vede spesso anche in politica, ma non dovrebbe essere l’approccio di un “grande” sociologo, proprio no.

Siamo consapevoli tutti, chi più chi meno, della non perfezione del sistema ONU e dunque siamo consapevoli che le commissioni e i comitati sono eletti dai governi, tra cui quelli che “non brillano” per rispetto dei diritti umani. Ma questo non può essere un pretesto per ridicolizzare un’istituzione che opera in seno all’ONU, con esperti da tutto il mondo che analizzano dei fatti e propongono interpretazioni e danno suggerimenti, appunto, non vincolanti.

Il tema della tutela dell’infanzia mi sta molto a cuore ed è un tema sottovalutato, da tutti e ovunque. I diritti dei fanciulli sono professati ovunque e disattesi ovunque, la Chiesa, con il gravissimo scandalo dei preti pedofili è obiettivamente responsabile delle “cose non fatte” e di “quelle fatte”. Papa Benedetto XVI ha chiesto scusa (nel libro intervista Luce nel Mondo, parla di questo fatto e degli errori commessi dalla Chiesa) e ha agito e Papa Francesco, dimostrandosi molto più obiettivo di chi vuole difendere a tutti i costi anche l’indifendibile, ha deciso di applicare tolleranza zero, ora, a chi commette abusi sui minori.

Ho trovato l’approccio polemico (prendendo di mira alcuni dei membri del comitato) davvero poco consono.

Nella sostanza, poi, che dire. I punti citati da Introvigne, con anche qua l’intento di sminuire il valore delle raccomandazioni, sono invece punti fondamentali della tutela dei diritti dei minori. Nel mondo ci sono Paesi che prevedono l’ergastolo o la pena di morte per l’omosessualità e questo riguarda anche molti minori, torturati o uccisi a causa della loro natura. La pedofilia, poi, è un tema così grave che nel mondo cattolico, il pudore e il buon senso dovrebbero far preferire il silenzio alla bieca critica e polemica.

Per fortuna c’è Papa Francesco che a differenza di molti cavalieri (bha) delle nuove crociate (perse) ha dimostrato grande comprensione dei tempi moderni, grande volontà di abbracciare un mondo in trasformazione. Ha addirittura richiesto una indagine ad ampio spettro sulla situazione delle nuove famiglie.

Invece di delegittimare gli organismi che dovrebbero vigilare sul rispetto dei diritti dell’uomo nel mondo, sarebbe opportuno ragionare sulle cause di tali conclusioni e sui temi indicati come “urgenti”. La Chiesa del passato si chiudeva a riccio, quella del presente ha, per fortuna, una guida che non teme il confronto e che invece di dirsi infallibile si dice aperta al confronto e all’umiltà.

 

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