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Appuntamento storico domani con il primo incontro formale dal 1949 a oggi tra rappresentanti del governo di Pechino e di Taipei. Zhang Zhijun, direttore dell’ufficio cinese per gli Affarri su Taiwan incontrerà Wang Yu-chi, a capo del Consiglio che presiede ai rapporti con la Cina continentale.

Il tutto nella cornice di Nanchino, capitale del governo nazionalista di Chiang Kai-shek prima della guerra civile e della fuga dei sostenitori del “generalissimo” a Formosa, dopo la vittoria comunista.

RELAZIONI MIGLIORATE
Le relazioni tra le due sponde dello stretto sono migliorate negli ultimi anni con l’elezione nel 2008 e la riconferma nel 2011 di Ma Ying-jeou a presidente taiwanese, dopo due mandati del Partito democratico progressista, animato da pulsioni autonomiste, se non indipendentiste.
Nonostante ciò i due governi non si riconoscono ancora reciprocamente. Per Pechino, l’isola continua a essere una provincia ribelle, di fatto una nazione indipendente dal 1949. Questo comporta che lo stesso presidente Ma difficilmente potrebbe incontrare Xi Jinping presentandosi come suo omologo in una sede ufficiale. Mentre i rapporti sono tenuti da enti privati: la Taiwan’s Straits Exchange Foundation e la China’s Association for Relations Across the Taiwan Strait.

INTERDIPENDENZA ECONOMICA
Alle difficoltà in campo politico fanno da contraltare le relazioni economiche e commerciali, anche in forza dell’accordo quadro di cooperazione raggiunto nel 2010. Come ricorda Bloomberg, l’espansione di Foxconn nella Cina continentale, dove la società di Terry Gou dà lavoro ad almeno un milione di cinesi, impiegati negli impianti d’assemblaggio degli apparecchi di grandi marchi come Apple e Sony, dà il segno dell’interdipendenza tra Pechino e Taipei.

GLI UFFICI DI RAPPRESENTANZA
In cima all’agenda dell’incontro tra Zhang e Wang ci sarà l’istituzione di uffici di rappresentanza in entrambi i Paesi con l’obiettivo di arrivare a un meccanismo che permetta alle due parti di comunicare evitando fraintendimenti. Come sottolinea l’agenzia France Presse, l’incontro si svolgerà tuttavia ancora in base al cosiddetto Consenso del 1992, ossia all’accordo che riconosce l’esistenza di un’unica Cina, che, dal canto loro, i governi di Pechino e Taipei interpretano a loro piacimento.

IL TEMA DEI DIRITTI
Altro tema, che non è detto sarà tuttavia affrontato durante il faccia a faccia, sarà quello della libertà d’espressione, entrato nel dibattito sulla visita per la decisione cinese di non concedere il visto d’ingresso a due reporter, uno dell’Apple Daily e uno di Radio Free Asia, il primo tabloid di Hong Kong spesso su posizioni non tenere con la Cina, la seconda un’emittente finanziata dal Congresso statunitense.

ANCORA DISTANTI
Argomenti sensibili, come un eventuale accordo di pace, saranno invece rinviati. Intanto proprio Wang ha sottolineato come il prossimo vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi Apec potrebbe essere l’occasione per un bilaterale tra Xi Jinping e Ma Ying-jeu. Un’opportunità da cogliere il prima possibile. Quest’anno l’isola andrà a elezioni per le amministrative e il presidente Ma, la cui popolarità è in calo, rischia di subire una battuta d’arresto, mentre i taiwanesi continuano a essere distanti dall’ipotesi di una riunificazione con la Repubblica popolare.

Cosa si diranno Cina e Taiwan nello storico incontro di domani

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