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C’è un lussuoso attico londinese da 1,2 milioni di sterline, a St George Wharf, affacciato sul Tamigi, che preoccupa l’intelligence britannica. In particolare il Secret Intelligence Service, o MI6, visto che a pochissimi metri si trova il suo quartier generale, struttura commissionata dall’allora premier Margareth Thatcher negli anni Ottanta e completato nel 1994, anno in cui l’Intelligence Services Act ha ufficialmente riconosciuto l’esistenza del servizio.

Il giornale britannico i ha raccontato i timori dell’intelligence: i russi che, tramite società offshore, possiedono l’attico possono essere ricondotti a un appartamento di epoca sovietica da 40.000 sterline a circa 300 metri di distanza dal GosNIIOKhT, il sito di Mosca (sanzionato dall’Unione europea e dagli Stati Uniti) in cui l’intelligence russa ha sviluppato il Novichok, classe di agenti nervini utilizzati per avvelenare nemici e traditori. Tra questi c’è Sergej Skripal, ex funzionario dell’intelligence sovietica condannato dalla Russia per spionaggio a favore dell’intelligence britannica, sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento messo in atto nella cittadina di Salisbury, dove abitava. Non ci sono evidenze che i proprietari (Poresso Group Ltd) abbiano legami diretti con questa struttura ma tre fonti qualificate dell’intelligence britannica hanno dichiarato al giornale che la vicinanza tra la fabbrica e l’indirizzo moscovita della società “non è una coincidenza”.

Le fonti citate sono un analista dell’intelligence del Foreign Office recentemente andato in pensione ed esperto di Russia, un ex funzionario del controspionaggio del Foreign Office e un funzionario del GCHQ, l’agenzia di signals intelligence, in servizio. Hanno affermato che la vicinanza della proprietà al quartier generale di MI6 consentirebbe a chiunque di vedere chi entra e chi esce, offrendo l’opportunità di identificare potenzialmente i dipendenti del servizio. Al lavoro ci sarebbe già la National Crime Agency, che sta indagando sulla proprietà.

Secondo Alicia Kearns, deputata tory e presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni, le rivelazioni di i sono “particolarmente preoccupanti” e richiedono un “ulteriore controllo” delle proprietà che circondano il quartier generale di MI6. “Non è una sorpresa che gli Stati ostili stiano acquistando proprietà a scopo di sorveglianza, ma è compito del governo fermarli collaborando con gli edifici vicini”, ha dichiarato. “Lavoravo in un grattacielo vicino al Secret Intelligence Service e dalle nostre finestre eravamo in grado di identificare sia gli individui sia i modelli di comportamento. Quello che per noi era un interesse passeggero, era intelligence per un asset ostile”.

E dire che l’edificio è dotato di sistemi di sicurezza all’avanguardia, comprese pareti e finestre progettate per resistere a proiettili e bombe (un razzo lanciato nel 2000 dall’Irish Republican Army ha causato danni minimi, confermando che James Bond è molto lontano dalla realtà). Inoltre, ha una “gabbia di Faraday” per impedire le intercettazioni, due fossati e, si presume, un tunnel che passa sotto il Tamigi per collegarlo a Whitehall. “Molto più facile, quindi, per i nemici del Regno Unito approfittare del mercato immobiliare londinese e osservare l’andirivieni dalla comodità del proprio balcone”, ha scritto l’autore dell’inchiesta, Richard Holmes.

Sui nuovi edifici di St George Wharf l’intelligence britannica ha espresso preoccupazioni sin dall’inizio, cioè dal 2010. Tanto che è servita un’operazione del controspionaggio per tentare di mettere al sicuro il quartier generale di MI6. In seguito all’interesse di diversi acquirenti russi e cinesi, “più di un” appartamento nell’isolato è stato considerato una “minaccia” e sono state adottate “contromisure” per proteggere la segretezza degli uffici di MI6 dallo spionaggio, ha dichiarato il funzionario dell’intelligence a i. Dopo alcuni test con camere a lungo raggio sono state decise alcune contromisure, ha spiegato.

C’è un attico di proprietà russa troppo vicino agli uffici degli 007 britannici

Un giornale britannico ha rivelato che un appartamento a pochi metri dal quartier generale di MI6 è riconducibile a un altro, a Mosca, vicino a dove è stato sviluppato il Novichok. Non è un caso, secondo i funzionari che temono per l’identità degli appartenenti al servizio

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