Skip to main content

L'espansione cinese nel Pacifico non va liscia come speravano a Pechino

La Repubblica Popolare va avanti con investimenti nell’aerea pacifica da un decennio nel tentativo di scalzare l’influenza statunitense. Le Isole Salomone sono sempre state la vetrina di questa attività per i media di Stato cinesi. Ma la popolazione locale non vede più di buon occhio una presenza che giudica ingombrante e foriera di conflitti tra corruzione, metodi repressivi e scarso rispetto delle comunità. E le Fiji non vogliono più rinnovare l’accordo in materia di polizia e sicurezza

Jet all’Ucraina. Le reticenze tedesche e le possibilità statunitensi

L’Ucraina si aspetta di ricevere presto aerei da combattimento occidentali. Gli Stati Uniti potrebbero essere favorevoli, mentre il cancelliere tedesco Scholz frena decisamente. Intanto la Cina, smentendo di nuovo chi la vorrebbe mediatrice del conflitto, definisce gli Usa “il più grande promotore della crisi”

Raid in Iran. Le mosse di Usa e Israele, il fattore Russia

Se Israele ha colpito l’Iran, lo ha fatto per interesse diretto e preoccupazioni per la propria sicurezza nazionale. L’aiuto fornito da Teheran a Mosca in Ucraina rende queste azioni più potabili, mentre la Repubblica islamica cercherà di proteggersi e reagire con resilienza

Xi volerà a Bruxelles. Sarà paciere o polarizzatore?

Il dilemma della Cina post pandemia. Scrive Mayer

Un Paese che viene redarguito dall’Organizzazione mondiale della sanità perché nasconde i dati sul Covid e sulle campagne di vaccinazione rischia di perdere la sua credibilità. E lo stesso discorso vale sul piano politico-simbolico e della comunicazione politica

Vi racconto gli effetti della guerra sulla Moldavia. Parla l'amb. Urecheanu

“La Repubblica di Moldova è forse il Paese più colpito dopo l’Ucraina, e qui mi riferisco principalmente alle crisi economica, energetica e umanitaria che incidono sulla vita quotidiana dei suoi cittadini”. Intervista di Formiche.net ad Anatol Urecheanu, ambasciatore della Repubblica di Moldova

Usa e Ue devono fronteggiare la Cina insieme. Parla Bergsten

Secondo l’economista Fred Bergsten, per anni consulente della Casa Bianca, bisogna spingere Pechino a comportarsi da attore responsabile. Una nuova guerra fredda non è possibile, l’obiettivo è il “decoupling funzionale”: da una parte le questioni come Taiwan e gli uiguri, sulle quali non si cede terreno, dall’altra l’aspetto puramente economico

La guerra in Ucraina è un acceleratore di carriera per i politici russi

È in atto nel sistema politico russo un meccanismo di selezione negativa da cui emergeranno quelli che utilizzano la guerra in Ucraina come palcoscenico per mostrare la propria devozione al regime. Mentre chi non si allinea alla radicalizzazione verrà sempre più marginalizzato

Anche i ricchi fuggono. Gli imprenditori cinesi che lasciano il regime

Le promesse di ripresa del governo di Pechino non convincono. Gli imprenditori cinesi cercano più libertà e sicurezza (per la famiglia ma anche per il patrimonio) in città come Singapore e Dubai, ma anche Londra, Tokyo e New York

L’Africa è meno sicura e democratica di dieci anni fa

L’Africa ha subito un degradamento delle condizioni generali. Colpi di Stato, conflitti, terrorismo tendenze anti-democratiche, favorite anche dalle misure per arginare la pandemia. Aspetti che si scontrano col desiderio di sviluppo dei cittadini del continente e con le capacità di resilienza economica raggiunte da alcuni Paesi più stabili

Perché il viaggio di Meloni in Libia è stato un momento decisivo

Varie circostanze segnano il momento, decisivo, in cui è arrivato il viaggio della premier Meloni in Libia. Non ultimo il rilancio di un’iniziativa politica guidata dall’Onu, su cui l’inviato Bathily sta cercando la sponda di Roma e Washington

×

Iscriviti alla newsletter