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Ecco perché l’Italia di Meloni conta nella strategia America First di Trump

L’America First Policy Institute considera Giorgia Meloni un alleato strategico per l’agenda di Donald Trump, capace di unire pragmatismo e identità. L’analisi di Kristen Ziccarelli sottolinea il ruolo dell’Italia su immigrazione, valori cristiani, commercio, difesa e rapporto con il Vaticano. Per Afpi, il governo Meloni è la prova che un’agenda basata su confini, cultura e fede può garantire stabilità e offrire agli Stati Uniti un partner credibile in Europa

A Copenaghen difesa europea e Ucraina dettano l’agenda dei leader Ue

I leader europei discutono di governance della difesa, progetti industriali comuni, sostegno agli Stati più esposti e finanziamento innovativo per Kyiv tramite fondi russi. La Commissione spinge anche sull’avvio dei negoziati di adesione con Ucraina e Moldavia

Così l’Italia, con Imec, unisce Atlantico e Indo-Pacifico nell’Indo-Mediterraneo

L’Italia punta a valorizzare il partenariato con Nuova Delhi, tra Global Gateway, Piano Mattei ed Efta-Tepa. Imec torna al centro del dibattito come corridoio strategico per connettere India, Medio Oriente ed Europa, con Trieste porto naturale d’ingresso

 

Stato palestinese, un lungo percorso tra il declaratorio e il costitutivo. La riflessione di Terzi

Le dichiarazioni di riconoscimento dello Stato palestinese hanno natura prevalentemente “declaratoria”, mentre il percorso costitutivo richiede negoziati, accordi tra le parti e approvazione del Consiglio di Sicurezza Onu

Piano Trump per Gaza, il filo italiano e la prospettiva nel Golfo

Il coinvolgimento di due attori primari come i Paesi del Golfo e il ruolo incarnato da Blair potrebbe rivelarsi un jolly vincente. Non a caso il governo di Roma dialoga con entrambi da tempo, sia per allargare sistematicamente il proprio raggio di azione sia per essere ben presente nei tavoli che contano

Washington e Pechino testano nuovi canali di dialogo militare. Ecco come

Una delegazione bipartisan del Congresso Usa ha visitato la Cina, raccogliendo segnali di apertura da Pechino sul rafforzamento delle comunicazioni militari. Restano però condizioni e ambiguità: Pechino lega i progressi a concessioni americane su Taiwan e altri dossier sensibili

Bloccare la Russia sul campo per arrivare a una trattativa. La ricetta di Zagordnyuk (e di Zelensky?)

Putin non cerca negoziati, e sarà fermato solo con la forza sul campo. Per Zagorodnyuk i partner occidentali devono subito puntare su capacità moderne per Kyiv, evitando sistemi obsoleti, per inficiare ogni velleità offensiva del Cremlino. In questa dimensione si collocano gli accordi con gli Usa promossi da Zelensky. Che infatti non sembrano piacere a Mosca

La marina britannica solca il Mar Cinese sotto gli attacchi simulati di Pechino

La missione britannica Operation Highmast nel quadrante indo-pacifico, è stata accompagnata da navi e caccia di Pechino, simulando attacchi missilistici. Un banco di prova, una contro esercitazione o un test di deterrenza?

Cosa c'è dietro l’avventurismo della politica estera di Putin. Scrive Polillo

Se il Mondo ritrovasse la pace, la Russia, come grande potenza in grado di competere con gli Stati Uniti, com’era avvenuto nei precedenti 40 anni di storia (1948/1989), non avrebbe futuro. Sarebbe spazzata via dall’inquietante presenza della Cina, che comunque preme ai suoi confini. L’analisi di Gianfranco Polillo

Dall'accordo sui minerali all'accordo sulle armi. Il nuovo epicentro delle relazioni Kyiv-Washington

L’intesa sulle armi, così come quella sui minerali, si colloca in un contesto geopolitico in cui Kyiv deve garantire sostegno militare e industriale dagli Stati Uniti, promuovendo accordi che superano la logica dell’aiuto gratuito e puntino a una partnership fondata su scambi concreti

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