Dal 2007 a oggi il primato americano ha perso smalto, logorato da guerre infinite, crisi finanziarie e da una crescente competizione multipolare. Mentre Cina e Russia sfidano l’ordine liberale, Washington resta la prima potenza globale, in uno status quo globale fragile e contestato. Conversazione con Gabriele Natalizia (Geopolitica.info e Atlantic Council)
Esteri
Da Tunisi ad Ankara. Così Meloni promuove la politica mediterranea di Roma
Tunisi e poi Ankara: prosegue il lavoro del presidente del consiglio sui fronti delicati della politica estera, sia per ribadire il peso specifico del Piano Mattei, sia per rafforzare alleanze e principi comuni. Saied ed Erdogan sono due soggetti che vantano una notevole interlocuzione con Roma. E il Piano Mattei rappresenta la chiave di volta. Menia: “Si rafforza il progetto di Italia globale”
Witkoff in Israele. Gli Usa pressano per fermare il caos a Gaza
La pressione che l’amministrazione Trump sta esercitando su Israele aumenta sotto il peso del contesto internazionale, ma anche perché la Casa Bianca sente il peso del consenso interno. Si tratta su un nuovo documento consegnato a Hamas, mentre l’inviato Witkoff potrebbe visitare Gaza
L'Occidente ascolti la condanna di Hamas della Lega Araba. Scrive Arditti
Prima viene la legittimità interna, poi lo Stato internazionale. Se l’Europa si affrettasse a invertire questo ordine, rischierebbe di fare un favore proprio a chi vuole mantenere lo status quo: Hamas e i suoi sponsor. La dichiarazione della Lega Araba indica la strada per uscire dal conflitto, le mosse di Francia e Gran Bretagna rischiano di bloccarla
Oltre la propaganda, attacchi cyber e penetrazione economica. La minaccia russa spiegata da Germani
Dalle campagne per screditare leader e intellettuali filoccidentali, agli attacchi cyber e alla penetrazione economica. Il Cremlino alza il tiro contro l’Italia, individuando in Sergio Mattarella il principale baluardo politico contro l’influenza russa. “È il personaggio politico che sembra essere più consapevole riguardo la minaccia russa, denunciandola chiaramente”, spiega Luigi Sergio Germani, direttore dell’Istituto Gino Germani di Scienze sociali e studi strategici
Ue, il tempo delle illusioni è finito. La strada dopo i dazi secondo Preziosa e Velo
L’accordo siglato in Scozia sarà ricordato non tanto per ciò che concede, ma per ciò che rivela: la necessità urgente per l’Europa di non essere più soltanto uno spazio di mercato, ma una potenza geopolitica consapevole e capace di difendere i propri interessi, in autonomia, anche nei confronti dei propri alleati. La riflessione del generale Pasquale Preziosa e di Dario Velo, docente di economia presso l’Università di Pavia
Joint Sea 2025. Cina e Russia tornano a esercitarsi insieme nel Pacifico
Cina e Russia riprendono le esercitazioni navali congiunte nel Pacifico, dando il via all’edizione 2025 di “Joint Sea” nelle acque vicine a Vladivostok. L’annuncio arriva mentre gli Stati Uniti conducono un’imponente esercitazione nella regione assieme a Paesi alleati
È un’economia morta. Perché Trump alza la tensione con l’India
Le parole di Trump e l’eventuale estensione dei dazi mettono a dura prova l’equilibrio Usa-India che, pur attraversato da divergenze tattiche, si è consolidato attorno a una convergenza strategica di fondo. La sfida, ora, sarà capire se questa convergenza reggerà all’urto di una nuova stagione di unilateralismo americano
Oltre l'immobilismo, la politica estera che serve all'Ue secondo Valori
L’ascesa dei partiti di destra in Europa segna un cambiamento significativo nel panorama politico del Continente. Sebbene l’impatto immediato sulla politica dell’Ue possa essere limitato, questa tendenza indica possibili cambiamenti a lungo termine su questioni come l’immigrazione, la politica climatica e le relazioni estere. L’analisi di Giancarlo Elia Valori
L'Europa diventi federale o continuerà a subire decisioni altrui. L'opinione di Bonanni
Un’Europa che non osa diventare federale non sopravvive: resta un gigante economico con i piedi d’argilla, esposto a ogni ricatto. E allora sì, continueremo a dare la colpa a Bruxelles, mentre il resto del mondo detta le regole del nostro destino. L’opinione di Raffaele Bonanni
















