Parlare poco, evitare di esporsi se non in occasioni istituzionali e a corredo di meeting internazionali, in contesti più sicuri in cui riuscire a mantenere il controllo. Uno stile distante dalla Giorgia Meloni degli ultimi nove anni, ma identico a quello assunto nella campagna elettorale del 2022. L’analisi di Martina Carone, analista YouTrend e docente al master di primo livello promosso dall’Università di Padova e YouTrend in “Social media, opinione pubblica e marketing politico elettorale” giunto alla seconda edizione
Politica
Giorgio Napolitano, un grande in Italia (e negli Usa). Il ricordo di Mayer
Mayer, che fu dirigente del Pci negli anni in cui Napolitano guidava la corrente dei “miglioristi”, ha (quasi) sempre condiviso le posizioni di colui che sarebbe poi diventato Presidente della Repubblica. Alla Bolognina capì perché quella corrente fosse spesso molto prudente: gli elettori non erano pronti a perdere la “diversità” comunista. E racconta di quando Kissinger negò il visto a Napolitano perché…
Quando la nostra politica estera ebbe bisogno di Napolitano. Scrive Stefanini
L’ambasciatore Stefano Stefanini, già rappresentante permanente dell’Italia alla Nato e consigliere diplomatico di Giorgio Napolitano, ricorda le sue mosse di diplomazia pubblica e privata e i momenti significativi della storia recente d’Italia nei quali ebbe un ruolo di primo piano
L’operazione verità che nessuno ha mai fatto prima. Il corsivo di Cangini
Un discorso intellettualmente onesto quello di Giorgia Meloni sul tema migranti: l’ammissione della differenza che passa tra la faciloneria di chi si trova all’opposizione e le oggettive difficoltà di chi ricopre funzioni di governo. Se si è trattato di semplice tattica, queste parole non porteranno a nulla. Ma se la scelta fosse strategica potrebbero rivelarsi il presupposto di una svolta decisiva. Il commento di Andrea Cangini
Dentro l’Europa bisogna starci, e starci bene. Conversazione con Antonio Tajani
“Non dobbiamo pensare che l’Ue sia rappresentata soprattutto da Francia e Germania. L’Italia è la seconda manifattura d’Europa e per questo dobbiamo farci valere, anche se a volte rischia di essere un carrozzone”. Il primo anno di governo? “Siamo riusciti a dare a livello internazionale un’immagine di un centrodestra di governo serio e solido”. E sulla coalizione c’è “un minimo comun denominatore forte e soprattutto esiste un elettorato che vuole vederci uniti nonostante le differenze”. Intervista di Roberto Arditti al ministro degli Esteri Antonio Tajani
Messina Denaro, l'irredimibile che non riposerà in pace
Un punto di fine. La morte praticamente in diretta mediatica di un capomafia del calibro di Matteo Messina Denaro segna l’estinzione, se non altro anagrafica, della mafia degli anni ottanta. Accusato di stragi e delitti terribili, il boss trapanese era uno degli ultimi protagonisti diretti della sfida-ricatto allo Stato scatenata da cosa nostra. L’analisi di Gianfranco D’Anna
I dialoghi sul diritto, tra Costituzione e riforme. All'Auditorium con Celotto
Da Giulio Tremonti a Fabrizio Barca, da Silvia Salis a Enzo Cheli. Sono solo alcuni degli ospiti che si alterneranno al Parco della Musica nella rassegna “Dialoghi sul diritto” condotta dal costituzionalista Alfonso Celotto e promossa dalla casa editrice il Mulino in occasione dei 75 anni della Costituzione. “Non è escluso – dice il docente – che si possano affrontare anche i temi dell’autonomia differenziata e del premierato”
Cattolici, quanta somiglianza con gli indipendenti del Pci...
Malgrado le profonde trasformazioni che hanno caratterizzato la società italiana in questi ultimi decenni, tocca ancora una volta a tutti coloro che non hanno una concezione dogmatica della politica e deterministica della storia, far valere la bontà e l’importanza del pluralismo e della sincera e trasparente dialettica democratica
Un anno non basta. La versione di Pasquino
A un anno dalle ultime elezioni politiche, il prof. Pasquino passa in rassegna quanto messo in campo dal governo. Rapporti con l’Europa, questione migranti, proposte economiche. Un bilancio che può migliorare, secondo l’accademico dei Lincei
Spunti originali sul primo viaggio di un comunista negli Usa
Più di qualcuno ha evidenziato che Napolitano fu il primo comunista ad ottenere un visto per gli Stati Uniti. Ma meno è stato sottolineato il significato di quel visto e di quel viaggio negli Stati Uniti. Il ricordo di Luigi Tivelli