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Foibe, perché oltre la celebrazioni servono i viaggi del ricordo. Scrive Menia

L’intervento del senatore di FdI, padre della legge istitutiva del Giorno del Ricordo: “Non mi stanco di raccontare le storie di chi è stato dimenticato, dallo Stato e da certa politica, e di chi è stato vittima di una barbarie senza fine che oggi va veicolata ai più giovani per insegnare loro il rispetto per la vita umana e per l’Italia”

Così il governo italiano fa breccia nella stampa internazionale

Dopo Economist, Times e Le Figaro, endorsement della Faz: “Del temuto spostamento a destra di Roma si vede poco. Meloni la più gradita in Ue, Macron e Scholz distanti”. Al-Monitor: “L’Italia sta perseguendo un ‘riequilibrio’ in Nord Africa, con l’Algeria pronta a raddoppiare le esportazioni di gas verso l’Europa e il Marocco che importa sempre più merci italiane”

Costituzione à la carte? Proprio no. Scrive Pasquino

Si lasci la predicazione, la pedagogia della Costituzione a luoghi più appropriati nei quali il desiderio di conoscenza conti più che la audience e l’eventuale contraddittorio serva a mettere in rilievo gli errori e le manipolazioni. Il commento di Gianfranco Pasquino, professore Emerito di Scienza Politica e Accademico dei Lincei

Meloni vede (comunque) Zelensky, ma su Kiev serve un'unica regia europea

Dalla cena di Macron ad excludendum, ai tentennamenti tedeschi sui Leopard: non è l’Italia ad essere isolata, ma è l’Europa che continua ancora a faticare nell’avere una voce unitaria su una questione così dirimente (e chiara) come la guerra in Ucraina. Il premier due volte con Zelensky, sia nel tavolo comune che dopo in separata sede

La "silenziocrazia" di Mattarella di fronte al cicaleccio politico

L’agone politico è ripieno di vocianti con un enorme spreco di parole da parte di tanti politici delle diverse parti (per fortuna non proprio tutti) e i veri contenuti, le vere terapie rispetto ai seri problemi in atto nel Paese sono costrette a fare la fila o ad essere rinchiuse in qualche armadio

Lo smacco su Zelensky e i messaggi di Mattarella al governo. Dago su Sanremo

Secondo il fondatore e direttore di Dagospia, Roberto D’Agostino, l’assenza del premier ucraino è una brutta immagine agli occhi degli alleati internazionali di Meloni, che ha voluto dare una forte identità filo-atlantica al suo governo. E Mattarella avrebbe fatto capire, attraverso Benigni, di non aver gradito i passaggi del governo su presidenzialismo e autonomia differenziata

Dalla svolta di Fiuggi al governo di Giorgia Meloni. Ecco l’eredità di Tatarella

Nel giorno del ventiquattresimo anno dalla scomparsa di Pinuccio Tatarella, l’intera nomenklatura di An, con in testa l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, si è riunita al Senato per “raccogliere i frutti” delle intuizioni del padre della destra italiana

Ecco il senso politico della presenza di Mattarella a Sanremo

Sergio Mattarella ha omaggiato della sua presenza il Festival di Sanremo nella serata inaugurale dedicata alla Carta costituzionale. Si è trattato solo di un atto formale? È possibile. Ma è certo che ogni atto e ogni parola di un Presidente della Repubblica abbiano una valenza “politica”, così come certo è che la Costituzione sia ad oggi centro delle attenzioni della maggioranza di centrodestra e della stessa Giorgia Meloni. Il corsivo di Andrea Cangini

La linfa di Tatarella nella destra di oggi. Il tributo di Buttafuoco

Di Pietrangelo Buttafuoco

Lo scrittore e saggista fu testimone di quegli anni, e considera Tatarella il vero padre nobile del conservatorismo italiano: aveva capito l’esistenza di un blocco elettorale omogeneo, duraturo e costante che si identifica nella diffidenza verso la sinistra. Ed è su questo che costruì il suo progetto politico. Ci riuscì grazie a Silvio Berlusconi, ma la sua volontà era quella di coinvolgere tutti, dagli alleati all’opposizione

L'armonia di Pinuccio e la coerenza di Meloni. Parla Angiola Filipponio

Conversazione con la moglie del padre della destra italiana, la professoressa Angiola Filipponio: “Essere ministro dell’armonia non è una sorta di ‘volemose bene’, ma il contrario: rispettare il principio di realtà e sapere cosa fare. Dobbiamo dare atto a Giorgia Meloni di aver fatto uno sforzo nel porsi veramente sulla strada giusta e di voler fare bene”

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