Inutile scrutare le coalizioni in via di liquefazione per capire se il Pd riuscirà a tenere insieme Conte e Di Maio, se nel centrodestra Meloni sarà incoronata leader, se il centro riuscirà a scombinare le alleanze e tenere Draghi a Palazzo Chigi.C’è una cosa che si può fare in questi mesi, e dunque si deve fare. Il mosaico di Fusi
Politica
Perché il governo andrà avanti senza scossoni. Scrive Reina
Il prestigio delle istituzioni si conquista attraverso la buona politica, pensata da formazioni politiche esperte, stabili e operose. Bisogna smetterla coi partiti politici improvvisati, personali, evanescenti, aleatori, senza stella polare, senza peculiarità etiche, culturali
Centristi wannabe. Il Dc Bianco dà le pagelle
Intervista all’ex ministro Dc, nove legislature: bravo Di Maio, ha fiuto e la sua è un’operazione di respiro politico. Grande centro? Serve un grande popolo. Da Renzi a Calenda fino a Carfagna, le pagelle di un veterano
Quanto costa al Pd la scissione di Di Maio. Parla Ignazi
Il politologo: “Il Pd ora nuota in un mare di macerie. Con un centro affollato di ‘galli’ ed elettoralmente poco significativo. Tramonta il campo largo”. E sulla mossa del titolare della Farnesina: “Le scissioni non convengono mai a chi le provoca. E il simbolo nel quale gli elettori si riconoscono rimane in capo a Conte”
Centro, chi include e chi no. I metodi Mastella e Calenda a confronto
Se si vuole rompere il meccanismo dei partiti personali e della eccessiva e spietata personalizzazione della politica, la strada non può che essere quella della leadership diffusa da un lato e della pluralità delle culture politiche dall’altro. Una sorta di Margherita 4.0. L’analisi di Giorgio Merlo
Se in Italia il partito cinese perde pezzi
L’implosione dei Cinque Stelle con l’uscita dell’area moderata e atlantista ha anche riflessi internazionali. Va in frantumi un partito (trasversale) cinese in Italia già picconato da Draghi e da una parte del Pd. Dal 5G allo shopping, la posta in gioco per Pechino
Di Maio, l'Ucraina e le scelte irrimandabili
Una questione di tempo. Di fronte all’orrore della guerra russa e un posizionamento atlantico presidiato da Draghi, Di Maio ha preso una decisione irrevocabile. Pregi e rischi di una scissione in mezzo alla tempesta. Il corsivo di Joseph La Palombara
Phisikk du role - Divorzio all’italiana (imparino i francesi)
Di Maio ha avuto il doppio merito di rompere scegliendo un tema alto, di politica estera e facendo un’onesta abiura delle false credenze: il suo “uno non vale uno” è stato il più potente detonatore che potesse scegliere per far saltare il Movimento. La rubrica di Pino Pisicchio
La fine dei partiti nati dal basso. Carone legge l'addio di Di Maio
Il vero sottotesto di questa vicenda rimane un messaggio chiave a tutto il mondo politico, in questo caso anche fuori dall’Italia: l’uno non vale l’altro. E infatti il discorso di Di Maio sancisce la fine di un’era in cui l’attenzione andava alle esperienze dei partiti nati dal basso, in cui il mandato veniva concepito con un potenziale disvalore, con chiavi populiste e anti-estabilishment. L’analisi di Martina Carone, YouTrend e Università di Padova
Per capire come andrà la scissione, leggere Machiavelli. Il punto di Mayer
Oggi Di Maio è stato bombardato di attacchi dai suoi ex compagni di strada. Accantonare la demagogia dell’“uno vale uno” non sarà facile. Ma il leader del nuovo movimento dovrà dedicare il minimo di attenzione a ricandidature e terzo mandato e viceversa impegnare il massimo delle sue energie per aggregare talenti e appassionarli alla politica