Il leader 5S aspetta l’evento “nazionale” perché quella di giovedì è “del Pd”. Ma le sue parole premiano la mossa di Letta e sembrano confermare la difficoltà a chiedere a Mosca di fermare l’invasione
partito democratico
I due errori capitali che il Pd non deve compiere. I consigli di Cazzola
È bene che il Partito democratico eviti di compiere due errori: cercare nell’onda lunga le ragioni della sconfitta e, nello stesso tempo, avviare una discussione retrospettiva sulle alleanze come se si potesse aggiustare dall’opposizione quanto non si è compiuto al momento opportuno durante la campagna elettorale. In sostanza, è bene non mescolare due storie diverse
L’alchimia delicata dietro i risultati delle urne. Scrive Sisci
Dopo questo voto, condizionato da come gli schieramenti hanno usato la legge elettorale, le cose sono ancora più complicate. Prima i numeri, poi la politica, infine le prospettive
Pontieri al lavoro tra Pd e M5S. Aspettando il nuovo segretario (e il Lazio)
Bettini e De Masi in prima linea. Le loro interviste dimostrano la volontà dei pentastellati di rifare la “cosa giallorossa”. Ma molto dipenderà da chi prenderà il posto di Letta
Draghi continui a indicare la via al Paese. Parla Sensi (Pd)
Il discorso di Putin è “un segnale manifesto di debolezza davanti al successo della controffensiva ucraina”, dice il deputato dem. In vista del voto: “Non è mai successo in Italia che un partito della destra estrema potesse ambire alla guida del governo”. Sul presidente del Consiglio: “Ci ha fatto riassaporare il gusto antico della parola data. Per questo, starei su quello che dice lui. Certo…”
Il voto sarà uno spartiacque per la nostra politica estera. La versione di Borghi (Pd)
Non servono particolari retroscena, né dossier misteriosi, per rivelare ciò che è sotto gli occhi di tutti: la particolare predilezione di Salvini verso il Cremlino, la storica affezione di Berlusconi verso Putin, l’amicizia strutturata di Meloni per Orbán. La coalizione di destra ha in mano il biglietto del treno per l’Est. Scrive Enrico Borghi, responsabile sicurezza del Partito democratico, per il quale è candidato al Senato nel collegio Piemonte P-02, e membro del Copasir
Cloud, 5G e Big Tech. Ascani spiega il piano tech del Pd
La vicepresidente dem e sottosegretaria al Mise: “Il nuovo piano industriale di Tim è un segnale di attenzione da parte dell’azienda alle dinamiche del comparto”. TikTok e le piattaforme social “pongono all’ordine del giorno tematiche importanti come la gestione dei dati personali”. Sull’Intelligenza artificiale: “Possiamo e dobbiamo sviluppare un approccio aperto che veda l’Italia protagonista”
La svolta “infiltrati” degli 007 italiani secondo Pagani (Pd)
Il deputato dem commenta l’emendamento al decreto Aiuti bis che prevede la possibilità per l’Aise di svolgere operazioni sotto copertura. Serve “qualche anno” per la piena operatività, dice. “Ma se non si comincia non si avranno mai i risultati”
Chiunque vinca alle urne, la cultura ha già perso
Ciò che emerge dalla lettura dei vari programmi dedicati alla cultura è l’evidenza che ognuno dei programmi riflette una visione della cultura strumentale al proprio “elettorato” e, per questo, un po’ distante dalla realtà. L’analisi di Stefano Monti, partner di Monti&Taft
O l’Europa o Orbán, Meloni deve decidere. Parla Amendola (Pd)
Il sottosegretario, capolista del Partito Democratico in Basilicata: “Oggi siamo l’unica grande forza politica italiana a non aver mai avuto sbandamenti su europeismo e atlantismo. Altri, nonostante la guerra in Ucraina, non riescono a condannare Putin”