Le mire di Tshuva, l’accantonamento del gasdotto Eastmed, le nuove proposte di Chevron e le previsioni di Eni sul campo Cronos2 a Cipro: lo scontro in Medio Oriente ha di fatto messo in stand by la grande partita che si sta giocando sul gas. Un dossier che prevede il rischio di contrapposizioni accanto alle ambizioni dei Paesi coinvolti
Zohr
Lunga vita al raddoppio del Tap, l'Italia investa sui gasdotti. I consigli di Vulpio
Già nel 2014 si parlava di raddoppio che, evidentemente, non è legato all’emergenza di oggi o alla guerra, racconta a Formiche.net l’inviato del Corriere della Sera. L’Italia ci guadagnerebbe in termini geopolitici, come ci guadagnerebbe anche “se il gas presente in Egitto, Cipro e Israele arrivasse qui via tubo”
Si chiama Nord Africa il nuovo Eldorado del gas (anche per l'Ue)
Egitto e Israele (ma anche Libia e Marocco dove il player italiano Eni è centrale) stanno diventando strategici nella cosiddetta gas-diplomacy: una forza che è data sia dal volume delle esportazioni sia dalle dinamiche post Zohr
Zohr, perché gli egiziani chiedono all'Eni una revisione dei prezzi
Adeguare gli standard contrattualistici alla contingenza dei prezzi del greggio, sia per tenere conto delle performances dei singoli players, sia per attutire gli effetti del trend relativo ai mercati. Così per il giacimento Zohr gli egiziani chiedono all'Eni una revisione dei prezzi, come osservato dall'Egyptian General Petroleum Corporation (Egpc) che intende rivedere la formula due anni dopo la produzione iniziata…
Che succede sul gas dopo la multa salata comminata all'Egitto?
Il consorzio Union Fenosa Gas (UFG), partecipato dalla spagnola Naturgy e dall'italiana Eni, che gestisce l'impianto Damietta di gas naturale liquefatto (LNG) in Egitto, dovrà ricevere un indennizzo da 2 miliardi di dollari. Lo ha stabilito un organismo arbitrale della Banca Mondiale che ha condannato l'Egitto nella disputa sulle forniture di gas naturale. Ma anziché in cash Il Cairo potrebbe…
Fra Italia ed Egitto c’è sempre più energia. Ed è una buona notizia
Luigi Di Maio è da poche ore tornato dalla sua due giorni in Egitto ed Eni annuncia un altro colpo importante nel Paese africano. Partendo proprio dall'ultima operazione del gruppo guidato dal ceo Claudio Descalzi, presente in Egitto dal lontano 1954, il Cane a sei zampe ha annunciato una nuova scoperta a gas nel deserto occidentale egiziano. Il tutto a pochissimi mesi dall'avvio…
Eni corre in Africa e fa un altro centro con l'Angola
L'esplorazione corre in casa Eni. E corre soprattutto in Africa. Il Cane a sei zampe ha appena annunciato una nuova scoperta a olio nel prospetto esplorativo Kalimba, situato nel Blocco 15/06 nelle acque profonde dell’offshore dell’Angola, in Africa. La capacità del giacimento appena individuato dal gruppo guidato da Claudio Descalzi (nella foto) è stimata contenere tra i 230 e 300 milioni…
Petrolio, gas e offshore: gli americani di Apache puntano (veloce) sul Cairo
Mentre l'Eni ha annunciato l'avvio della terza unità produttiva nel giacimento Zohr, aumentando la sua capacità funzionale a 1,2 miliardi di metri cubi al giorno, la compagnia petrolifera statunitense Apache ha espresso interesse ad espandere ulteriormente le sue attività in Egitto, "aprendo nuove strade" per la cooperazione con il settore petrolifero egiziano. La produzione inizierà sei mesi dopo le operazioni…
Intesa Sanpaolo, Rosneft e il risiko del gas fra Russia, Egitto e Qatar
Diverse banche di quelle invitate da Intesa Sanpaolo alla sindacazione del prestito che il gruppo fornirà a Glencore e Qia (il fondo sovrano qatariata) per l'acquisto del 19,5 della russa petrolifera Rosneft, avrebbero congelato la propria posizione in attesa di capire meglio l'applicazione delle nuova sanzioni americane alla Russia. I RISCHI? ZOHR Le implicazioni delle misure sanzionatorie americane sono ancora…
Petrolio, cosa succederà alla produzione britannica dopo la Brexit
Ferve l’attività sulle numerose piattaforme petrolifere del Mare del Nord, ma non per l’estrazione di idrocarburi. La produzione è stata interrotta e sono iniziati giganteschi lavori di smantellamento di buona parte dell’industria petrolifera inglese, quella che negli ultimi 50 anni era considerata una delle più redditizie attività del Paese. Entro il 2050 dovranno essere "decommissionate" – bonificate, recuperate, trasportate sulla…