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Argirocastro, in Albania, è una cittadina adagiata su una collinetta che domina una vallata fra i monti Mali i Gjerë e il fiume Drino, nella parte meridionale del Paese, nota per le sue caratteristiche e strette strade acciottolate e famose abitazioni signorili a kullë, delle torri residenziali fortificate. Il suo nome in greco significa “fortezza argentata” e deriva dalle pietre con cui è stata realizzata che, narra la leggenda, pare brillassero come argento dopo la pioggia. Nel 2005, il centro storico di Argirocastro è stato inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco come “esempio ben conservato di città ottomana costruita da e per i commercianti”.

IL CASTELLO

Abbarbicato sulla collina c’è il castello, che domina la città e gode di una posizione di notevole importanza strategica lungo la valle del fiume. Questa fortezza è stata costruita intorno al XII secolo ed è stata continuamente ampliata durante i secoli. Oggi il castello è composto da cinque torri, di cui una torre dell’orologio, una chiesa, una cisterna, e molti altri punti di interesse, tra cui le prigioni, che nel corso dei secoli hanno ospitato numerosi prigionieri; specie gli oppositori del regime comunista durante la dittatura di Enver Hoxha.

IL MUSEO NAZIONALE DEGLI ARMAMENTI

Il castello oltre a essere un’attrazione turistica, ospita anche il Museo Nazionale degli Armamenti dove sono esposte cimeli e armi albanesi dall’indipendenza ottenuta nel 1912 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Gran parte del museo è dedicata alla lotta partigiana contro le forze di occupazione italiane e tedesche dal 1939 al 1944.

UN AEREO MILITARE NEL GIARDINO

Ma fuori il museo, precisamente nel giardino, è esposto anche un Lockheed T-33 Shooting Star, un aereo militare americano risalente ai primi anni della Guerra Fredda. Ma come è finito quel T-33 in Albania?

IL T-33 SHOOTING STAR

Per risponde a questa domanda facciamo qualche passo indietro e partiamo dall’aereo. Il T-33 Shooting Star, noto anche come T-Bird, era un aereo da addestramento a getto biposto, monomotore, monoplano ad ala dritta e bassa, sviluppato dall’azienda aeronautica statunitense Lockheed Corporation. Sostanzialmente era un semplice adattamento del caccia Lockheed F-80C Shooting Star che era stato trasformato in un aereo da addestramento avanzato. Molto apprezzato per la sua semplicità, ne furono prodotti più di 6.000 esemplari che vennero utilizzati in quaranta Paesi. Basti pensare che lo Shooting Star ha concluso la sua carriera operativa in Bolivia, il 31 luglio 2017, ben 69 anni dopo il primo volo avvenuto il 22 marzo 1948.

DUE VERSIONI

Ma troniamo al T-33 finito in Albania, che all’epoca dei fatti era governata dal regime comunista di Enver Hoxha. Come ogni storia della Guerra Fredda che si rispetti ne esistono due versioni: una versione americana e una albanese.

LA VERSIONE AMERICANA

Secondo la versione americana l’aereo si perse il 23 dicembre 1957 durante un volo dalla base aerea di Châteauroux-Déols, in Francia, a Napoli. La stampa a stelle e strisce dell’epoca riportò che l’aereo, mentre stava volando tra le nuvole, ebbe un guasto al sistema di radionavigazione. Essendo a corto di carburante, il pilota non ebbe altra scelta se non quella di effettuare un atterraggio di emergenza in un tratto di costa che sembrava Napoli. Una volta atterrato, però, l’aereo fu circondando da soldati albanesi e il pilota tratto agli arresti.

LA VERSIONE ALBANESE

Al contrario, la versione del regime comunista albanese era molto diversa e sosteneva la tesi che i piloti dell’Esercito Popolare albanese, che volavano su aerei di fabbricazione sovietica Mig-15 Mikoyan-Gurevich (nome in codice Nato “Fagot”), avevano intercettato l’aereo americano, secondo loro un “aereo spia”, nello spazio aereo albanese e lo avevano costretto ad atterrare nella base aerea di Rinas.

LA VERITA’

La verità dei fatti è a metà tra le due versioni. Il 23 dicembre 1957 un T-33 Shooting Star era in volo verso una base americana in Grecia con una tappa intermedia a Napoli. Partito alle 11:00, alla velocità di crociera 725 km/h, il T-33 sarebbe dovuto arrivare nel Paese ellenico in circa due ore ma, mentre era in volo, con il peggiorare delle condizioni meteo, gli strumenti di navigazione dell’aereo si ruppero. A peggiorare le cose c’era una fitta nebbia e forti venti che spinsero l’aereo fuori rotta, direttamente verso lo spazio aereo dell’Albania comunista.

AEREO NON IDENTIFICATO SU RADAR

Fu così che intorno alle 13:00 un aereo non identificato venne tracciato dai radar albanesi e, immediatamente, il Comando dell’Aviacioni Ushtarak Shqpita, l’Aeronautica Militare albanese, ordinò al 3° Reggimento 1875 della base aerea di Kuçovë, a circa 80 km a sud della capitale Tirana, di far decollare dei caccia per identificarlo. Poco dopo due Mig-15 avvistarono l'”intruso” che volava a bassa quota e a bassa velocità nei pressi del villaggio di Rinas, appena a nord-ovest di Tirana, e si trattava proprio del T-33.

PRIGIONIERI POLITICI

Quando i caccia albanesi raggiunsero l’aereo americano, questo, essendo a secco di carburante, stava già cercando un terreno per un atterraggio d’emergenza. Così il T-33 fu costretto ad atterrare sulla pista dell’aeroporto di Tirana ancora in costruzione. Si racconta che gli operai al lavoro sulla pista, per lo più prigionieri politici del regime comunista, quando videro l’aereo americano che stava sorvolando l’aeroporto, pensarono che l’Occidente stesse finalmente arrivando in loro soccorso. Il loro sogno di libertà si infranse quando videro l’aereo americano venir rapidamente circondato dalle guardie armate albanesi e il pilota americano scortato via.

OPERAZIONE DI SOCCORSO

Nel frattempo, la base dell’US Air Force di Napoli aspettava il T-33. Secondo il piano sarebbe dovuto atterrare nella città partenopea intorno alle 13:00, ma non vi atterrò mai. La sua ultima trasmissione radio era stata eseguita per un controllo di routine della posizione nei pressi di Pisa, dopodiché più nulla. Dopo un paio d’ore di silenzio radio, fu evidente che qualcosa era successo al T-33 e così fu lanciata un’operazione di ricerca e soccorso. Dopo cinque giorni, senza alcuna traccia né dell’aereo né del pilota, il 28 dicembre 1957 le autorità americane si arresero e dichiararono il pilota disperso.

IL MAGGIORE HOWARD J. CURRAN

In realtà il pilota era sotto interrogatorio e il T-33 sequestrato dal governo albanese. L’aviatore statunitense catturato era il maggiore Howard J. Curran, 39 anni originario della contea di Pratt, nel Kansas. Pilota molto esperto, Curran, durante la Seconda Guerra Mondiale aveva combattuto nei cieli europei con il mitico cacciabombardiere Republic P-47 Thunderbolt con il 405th Fighter Group; Curran, poi, aveva combattuto anche durante la Guerra di Corea.

RADIO TIRANA

Poi a svelare al mondo che il pilota era vivo ci pensò Radio Tirana, che diffuse la notizia del sequestro dell’aereo e del pilota. Durante una diretta radio l’emittente albanese annunciò che alcuni piloti dell’Esercito Popolare Albanese avevano intercettato un aereo spia statunitense, impegnato in attività di spionaggio sul territorio albanese, e lo avevano costretto ad atterrare a Rinas. La trasmissione radio fu captata dalle stazioni di monitoraggio in tutta Europa e gli americani ipotizzarono che, se vero, si sarebbe potuto trattare del T-33 del maggiore Curran. Ciò fu presto confermato quando l’emittente rivelò anche il nome del pilota, “Howard Keran“, riportandolo con la traduzione fonetica.

LA MEDIAZIONE FRANCESE

Nel delicato contesto geopolitico della Guerra Fredda questo evento avrebbe potuto alzare il livello dello scontro tra est e ovest. Per questo gli Stati Uniti, non avendo una rappresentanza diplomatica nel Paese balcanico, per accertarsi dell’identità del pilota e delle condizioni di salute, chiesero alla Francia, l’unica Nazione occidentale ad avere rapporti con l’Albania, di mediare con Tirana. Poco dopo, gli albanesi annunciarono il rilascio del pilota che venne liberato il 9 gennaio.

IL T-33 SHOOTING STAR ESPOSTO

Diversa sorte toccò al T-33. L’aereo non fu restituito agli Stati Uniti e divenne un trofeo della Guerra Fredda: spacciato come aereo spia, il T-33 divenne per il regime comunista il simbolo dell’imperialismo e della minaccia esterna che tentava di destabilizzare e rovesciare il governo albanese. Per questo motivo l’aereo fu esposto in varie località dell’Albania finché, a metà degli anni ’70, fu portato ad Argirocastro ed esposto ai visitatori del castello. Da allora è rimasto lì.

CURRAN DOPO

Dopo la vicenda albanese, Curran continuò a volare per l’aeronautica militare ma nel 1959 lasciò e lavorò per il servizio postale degli Stati Uniti fino al suo pensionamento nel 1983. Visse a Tacoma, nello stato di Washington, dove morì 16 agosto 2009 all’età di 91 anni.

Vi racconto la storia dell’aereo T33 Shooting Star finito in un castello in Albania

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