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Avevamo criticato aspramente il M5S e avevamo invitato le componenti più dialoganti e ragionevoli a distanziarsi da Beppe Grillo. Serviva un po’ di tempo perché una parte (non residuale) del movimento si rendesse conto che la visione di politica di Grillo è molto distante da quello che si è soliti definire per “democrazia”.

Nella prima puntata di “Soffia il Vento” di Gad Lerner, lo psicanalista Recalcati afferma che Grillo porta in sé una componente potentemente “patriarcale” ed è la logica machista che tutti conosciamo, quella che ha caratterizzato la nostra società da tempi assai remoti, e che ha caratterizzato la Politica di Berlusconi negli ultimi vent’anni.

Questa, amici, è la logica che dobbiamo cambiare. Il PD deve stare attento a non cadere in questo circolo vizioso e se Matteo Renzi, dal “basso” della sua età sembra, per questioni generazionali, distante da questo rischio, è anche vero che il suo approccio decisionista sembra essere molto vicino a questo modello di potere vecchio e dannoso.

Oggi, criticare il Leader, ancor di più che non con Berlusconi (sembra quasi assurdo si potesse fare peggio), è diventato un crimine. Le esplusioni volute da Grillo hanno spezzato, di fatto, l’armonia tra i parlamentari e anche tra elettori e rappresentanti. Le critiche mosse a Grillo sono state tradotte in critiche all’azione generale del movimento politico e addirittura è stato detto che sono state infrante regole del “non-statuto”. Ora, però, in molti hanno visto l’assurdità di questa posizione, specie perché sono stati colpiti alcuni esponenti che non hanno mai “sgarrato” una sola volta, da questo punto di vista. Anche il fedelissimo Pizzarotti è allibito e si domanda: “perché?” e chiede “fatemi capire”.

Non c’è molto da capire: il reato di lesa maestà in democrazia non c’è, eppure Grillo, che non dovrebbe essere altro che un portavoxe, è identitifacato con il movimento stesso e dunque ogni critica mossa a Lui è interpretata come critica al Movimento.

La sovrapposizione tra leader e movimento è diventata tale per cui ogni pensiero non conforme è visto come un tradimento. Niente di più lontano dallo spirito di una democrazia adulta e matura.

Così, è calato il sipario sul mito del movimento demcoratico in cui “uno vale uno“. Sono già 9 i senatori che hanno rassegnato le dimissioni al Presidente del Senato e sembra che anche alla Camera dei deputati ci sia un manipolo di persone pronte ad uscire, stanchi del clima da guerriglia e di tensione degli ultimi mesi.

Lo diciamo da tempo che in questo movimento non è vero che “uno vale uno”, perché c’è qualcuno, ossia Grillo,che vale qualche cosa di più. Non sono un sostenitore del M5S, ma credo che l’unico modo che hanno per essere liberi e per poter realizzare davvero i loro propositi di cambiamento strutturale, sia di emanciparsi definitivamente da Grillo e dalle sue paranoie.

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