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Negli ultimi anni l’educazione universitaria è cambiata nella misura in cui si sono trasformate le modalità di accesso alla stessa. Con il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19, studenti e professori si sono trovati nella necessità di adattare le pratiche di studio e lavoro alla didattica a distanza. Tale scenario, anche se ormai appartenente al recente passato, ha influenzato profondamente le rappresentazioni e le aspettative degli studenti che hanno avuto accesso all’istruzione universitaria negli anni successivi.

La pandemia da Covid-19 non è stato l’unico fattore; la necessità diffusa di conciliare lo studio universitario con un ingresso anticipato nel mondo del lavoro; gli affitti e il costo della vita sempre meno accessibili nelle località dei più noti atenei; lo sviluppo delle nuove tecnologie motivano numerosi studenti a prediligere opportunità formative che incoraggiano l’autonomia personale e assegnano un ruolo importante alle risorse innovative, consentendo di studiare anche o principalmente a distanza.

Per questo motivo, sempre più docenti e studenti hanno accesso a sofisticate piattaforme online che supportano i processi di apprendimento quanto la gestione dell’intero percorso a livello universitario. Queste piattaforme fanno molto di più rispetto ai tipici siti internet delle università tradizionali: permettono di seguire o recuperare lezioni e di usufruire di avanzati materiali multimediali, di lavorare in gruppo, di entrare in contatto diretto con il docente, di tenere sott’occhio tutte le informazioni rispetto all’andamento del proprio percorso oltre che di avere accesso ai servizi offerti dall’ateneo.

In simili contesti si possono individuare importanti risorse per un’ulteriore evoluzione dell’accademia e della formazione universitaria. Utilizzare sofisticati sistemi multi-funzione per gestire un percorso personale di lunga durata significa lasciare numerose tracce a livello squisitamente comportamentale: per esempio, quanto uno studente ha accesso alla piattaforma, a specifici servizi, per quanto tempo e in relazione a quali attività e scadenze. Dal punto di vista delle scienze sociali quanto della computer science, significa che vengono prodotti numerosi dati rispetto all’interazione con una tecnologia che supporta un percorso importante come quello educativo.

Le tecnologie di Intelligenza Artificiale (IA) vengono sempre più associate anche al contesto della formazione e dell’educazione esattamente per questo motivo: è possibile prefigurare numerose modalità in cui i dati relativi all’utilizzo di piattaforme formative possano essere utilizzati da algoritmi avanzati (ovviamente con consapevolezza e autorizzazione da parte del proprietario) allo scopo di personalizzare e supportare il percorso formativo stesso.

Negli ultimi mesi Multiversity e Università Pegaso hanno lanciato la prima Intelligenza Artificiale a uso degli studenti in un contesto universitario: attraverso un chatbot con tecnologia OpenAI, gli studenti sono ora in grado di porre domande sul contenuto dei corsi universitari, ottenendo risposte immediate senza necessità di attendere i tempi del docente. Si tratta solo del primo passo verso una possibile integrazione sempre più avanzata di agenti intelligenti nel supporto all’attività degli studenti. Ma cosa possono fare le IA per la formazione universitaria? Nelle nostre ricerche abbiamo individuato alcune possibilità che riteniamo di particolare interesse; esse possono o potrebbero:

  • Fornire suggerimenti personalizzati sui metodi di studio e su come affrontare l’intero percorso formativo, o suoi precisi momenti;
  • Predire i risultati degli studenti, individuando aree di miglioramento o anche il rischio di abbandono, e aiutare quindi il docente a sviluppare soluzioni individuali in termini di formazione e supporto;
  • Individuare ed evidenziare collegamenti tra materiali di studio provenienti da corsi diversi; progettare mappe concettuali o analizzare, correggere e migliorare gli appunti degli studenti; arricchire, in altre parole, le risorse per lo studio in modalità unica per ogni studente;
  • Facilitare la comunicazione tra lo studente e il docente fornendo risposte automatizzate a domande semplici (ad esempio, ricordando scadenze e gestendo procedure formali), per inoltrare al docente umano le domande relative ai soli contenuti scientifici.

Un nostro progetto di ricerca sta esplorando la possibilità di individuare i profili motivazionali degli studenti, associati a caratteristiche dell’interazione con il materiale formativo e che potrebbero consentire a un algoritmo specializzato di riconoscere e classificare ciò che realmente motiva ciascuno studente e come ciò si evolve nel tempo: “perché studio? Per guadagnare più soldi, o per migliorare me stesso, perché mi piace, o per potermi prendere cura dei miei cari…?” Dato che la ricerca mostra che le tipologie e il livello delle motivazioni predicono l’impegno profuso di fronte agli ostacoli e anche i risultati e la soddisfazione finale, comprendere e poter identificare la motivazione degli studenti (oltre che i suoi cambiamenti nel tempo) permetterebbe di sviluppare e adattare i percorsi formativi, i materiali di studio, l’alleanza studente-professore alle necessità di ciascuno, nell’ottica di una autentica e profonda inclusività.

Se la “corsa” alle tecnologie è sempre pressoché inarrestabile, almeno per ora, la creatività e l’ascolto sono ancora prerogative dell’intelligenza umana: la nostra ricerca, così come quella di molti colleghi a diverso titolo legati al mondo dell’Aied (Artificial Intelligence for Education), mira a riconoscere tanto lo sviluppo delle risorse tecnologiche quanto i reali bisogni delle persone, nella speranza di contribuire a guidare l’educazione del futuro.

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