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Che sia per mano del Pdl o del Pd, a seconda di come la si legge, il governo guidato da Enrico Letta è fortemente a rischio. Se nella riunione convocata per stasera alle 20 a Sant’Ivo alla Sapienza, la Giunta delle elezioni del Senato dovesse arrivare a un voto sulle pregiudiziali alla legge Severino e se quel voto dovesse bocciarle, il pericolo di una “camera a gas”, evocata con sobrietà da Renato Schifani ieri, per le larghe intese è più che reale. Eppure sono tante le ragioni che dovrebbero scongiurare un tale scenario.

Napolitano non vuole le elezioni
Innanzitutto il sostenitore numero uno di questo esecutivo, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato che ha fortemente voluto il governo Letta, difficilmente manderà tutti alle urne. Prime le riforme, ha sempre detto, a partire da quella elettorale. Per questo, se cade Letta, l’ipotesi più probabile è la formazione di una nuova maggioranza, magari la replica dell’attuale. O magari una nuova con l’aiuto di una truppa dissidente a 5 Stelle, che quindi escluderebbe il Pdl dai giochi di governo.

I sondaggi
E poi, anche in caso di ritorno al voto, non è affatto detto che Berlusconi abbia la vittoria in pugno. Sì, ci sarà certamente l’effetto ricompattante contro la “persecuzione giudiziaria” a cui è stato sottoposto il Cav. ma potrebbe non bastare. I numeri per ora parlano chiaro. E se l’ultimo sondaggio di Lorien Consulting dà addirittura il centrosinistra in vantaggio sul centrodestra, anche gli istituti “amici” non sembrano regalare certezze al Pdl o meglio, alla nuova Forza Italia che si ripresenterà alle urne. Euromedia Research di Alessandra Ghisleri vede sì il centrodestra avanti ma non abbastanza per garantirsi una vittoria netta al Senato.

Il Cav. e lo spread
Si ripeterebbe quindi una nuova confusione post-elettorale che rischierebbe di far scatenare le speculazioni finanziarie sull’Italia, già probabilmente alle stelle dopo la caduta del governo Letta e il conseguente crollo della credibilità faticosamente recuperata in questi ultimi mesi. E’ il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a mettere in guardia oggi dalla “preoccupazione degli investitori per una possibile instabilità politica”. E se è il destino giudiziario di Berlusconi a provocare gli effetti disastrosi prospettati, sarà lo stesso Berlusconi agli occhi del mondo il principale artefice di tutto questo. Un’immagine che poco si concilia con quella di padre responsabile di questo governo accarezzata fin qui, anche se a fasi alterne, dal Cav.

Il destino segnato del Cav.
E poi far cadere Letta non cambia nulla per le sorti personali di Berlusconi. Certo, è questa l’unica arma attualmente in suo possesso ma una volta “sparato” il colpo, nelle mani del Cav. resterà ben poco. Le tappe della sua agonia giudiziaria sono già segnate e non dipendono da ciò che succederà stasera in Giunta.

Le 4 buone ragioni per non far cadere Letta

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