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In primavera il parlamento ha costituito una commissione di inchiesta sulla sicurezza del lavoro, ed ora una commissione di inchiesta appositamente dedicata all’accadimento disastroso della morte dei cinque poveri lavoratori del cantiere ferroviario di Brandizzo.

Le commissioni parlamentari meglio averle che non, ma alla condizione di non dare la sensazione di fare qualcosa di momentaneo per placare la forte indignazione popolare a ridosso di eventi luttuosi. Ormai si sa, tali situazioni sono talmente frequenti da essere accolte con sempre maggiore sfiducia ed irritazione. Sarebbe infatti utile pubblicare periodicamente le risultanze dei lavori con relative soluzioni indicate dai commissari, con pareri unitari o distinti.

Sarebbe importante per rendere chiare soluzioni ed ostacoli per disincagliare il più possibile una storia che si ripete ogni giorno. Ormai i fatti che annunciano le morti nel lavoro sono sempre più privi di spiegazioni ragionevoli e comprensibili, al costo altissimo di vite umane disprezzate a causa del mantenimento in vita di precisi nodi che non si vogliono realmente sciogliere da buona parte del potere politico.

È ovvio che per ogni attività umana la esposizione ai rischi di incidenti è sempre dietro l’angolo. Si chiedono giustamente sempre più ispettori del lavoro per controlli, ma qualora si continuasse a non cambiare davvero il sistema a monte, anche questa decisione non apportere risultati significativi. Ogni situazione, ed ancor piu quelle lavorative, può accrescere e decrescere la esposizione al rischio a secondo dalle misure che a monte si prendono per ridurre i guai.

Dunque la legislazione con l’intera regolamentazione ed organizzazione per la gestione delle misure sulla sicurezza, devono essere tutte orientate a saper comprenderee fronteggiare le casistiche presenti negli ambienti di lavoro, ed i motivi generati dalla natura economica e contrattuale nelle pattuizioni tra le pubbliche amministrazioni ed imprese: negli appalti, concessioni ed autorizzazioni.

Così come tra committenti privati ed appaltatori. In queste operazioni possono annidarsi il seme avvelenato di accordi al limite della legalità e dunque opache, rivolte ad altri scopi inconfessabili. Imprese scarsamente strutturate e subappalti ingiustificati, appalti al massimo ribasso, si dimostrano il facile modo per eludere la concorrenza con imprese piu strutturate, con migliore reputazione, meno propense ad azzardi e trasgressioni. Stesse considerazioni valgono per concessioni ed autorizzazioni prive di obblighi stringenti per salari e sicurezza del lavoro.

Se andiamo ad approfondire quello che avviene non raramente negli anfratti del potere pubblico locale e nazionale, ci renderemmo conto di quanto incidono queste circostanze sulla esponenzialità del rischio per la semplice ragione che il risparmio sui conti della sicurezza viene convogliato nei dedali oscuri del malaffare, mai volutamente considerati per comprendere nel suo insieme di sistema carsico che attenta alla sicurezza del lavoro ed ai diritti contrattuali dei lavoratori. Se le storie sono queste e continueranno anche in futuro, ci chiediamo quale sviluppo potrà esserci sulla formazione alla sicurezza?

La medesima valutazione vale per le applicazioni tecnologiche salvavite. Ormai il digitale è in grado di registrare e condizionare ogni gesto umano, singolo e d’insieme, idoneo per evitare gravi incidenti. Questa formidabile risorsa, può indicare e prevedere ogni accidente, segnalando anomalie utili a trovare ripari. Ma hanno un costo e l’utilizzo deve essere sempre più considerato nei piani industriali delle imprese e nelle prescrizioni del lavoro.

Insomma, l’ultimo incidente nei lavori ferroviari di Brandizzo è davvero un imbarazzante compendio di tutti gli aspetti che quando non responsabilmente gestiti, ci conducono dritti dritti verso rischi gravi, rischi mortali. Chissà perché in un Paese tra i più industrializzati del mondo stiamo ancora commentando tali fatti incresciosi. Le ferrovie sono controllate dallo Stato in una attività ad alto valore aggiunto ed in un servizio di pubblica utilità, però i fatti da chiarire di Brandizzo sono uguali ad altre situazioni tra le più condannabili. Nella vicenda si ha la sensazione di arretratezza tecnologica, superficialità, scarsa attività di formazione, insufficiente qualificazione reale d’impresa. Si capirà presto la natura del capitolato di appalto, se era stato predisposto per la sicurezza tanto per passare le larghe maglie delle leggi. Ma la realtà cruda parla drammaticamente che ci sono stati ostacoli per preservare la vita di Giuseppe Aversa, Michael Zanera, kevin Laganà, Giuseppe Servillo e Giuseppe Lombardo.

Lavoro, quale sviluppo per la formazione alla sicurezza? Scrive Bonanni

L’ultimo incidente nei lavori ferroviari di Brandizzo è davvero un compendio di tutti gli aspetti che quando non responsabilmente gestiti, ci conducono dritti dritti verso rischi gravi, rischi mortali. Il commento di Raffaele Bonanni

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