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Mao ne sarebbe fiero, se non altro perché ai suoi tempi era ordinaria amministrazione. La differenza è però nella ragione, ben diversa da decenni fa: mantenere l’ordine sociale in un momento in cui l’economia va a rotoli. Le grandi aziende cinesi hanno ripreso ad addestrare milizie di volontari, come non accadeva dagli anni Settanta del secolo scorso. Attenzione, non si tratta di un esercito regolare, bensì di corpi collaterali, formati a spese delle stesse imprese, almeno 16.

Perché? L’obiettivo delle milizie, composte da civili che mantengono i loro normali impieghi, è da ricercare nella drammatica congiuntura economica cinese. All’occorrenza, infatti, tali gruppi possono essere attivati come vere e proprie unità ausiliarie o di riserva dell’Esercito popolare di liberazione cinese, per missioni che vanno dalla risposta a disastri naturali al mantenimento dell’ordine sociale. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è alle crescenti tensioni sociali di questi ultimi anni. Basti pensare al recente sciopero dei mutui, quando migliaia di cinesi si sono assiepati intorno alle banche, colpevoli di aver bruciato i risparmi dei cittadini per far fronte alle esigenze di cassa.

E anche la crisi senza fine del settore immobiliare ha contribuito a esasperare gli animi, con centinaia di migliaia di case mai consegnate e, anzi, rimaste a metà, nonostante fossero pagate. L’istituzione di brigate aziendali potrebbe indicare la crescente apprensione di Pechino per un potenziale conflitto regionale, ha sottolineato la Cnn, o per una situazione di crescente instabilità sociale interna legata al rallentamento della crescita economica.

C’è un grande vuoto di fiducia e rabbia anche dietro le precipitose fughe di capitali e investitori dalla Cina. Sono mesi che il Dragone deve fare i conti con un addio su larga scala dei fondi, soprattutto stranieri, che non sembrano avere più alcun motivo di rimanere. Le ragioni, come raccontato da questa testata, sono molte: dal collasso del comparto immobiliare, alle cicliche ingerenze del partito, passando per la crisi di liquidità delle piccole banche, germe di un contagio più diffuso. L’Atlantic Council però ha provato a fare la sua lettura.

“Il ritorno delle milizie aziendali riflette la crescente attenzione di Xi alla necessità di integrare meglio lo sviluppo economico con la sicurezza nazionale mentre il Paese affronta un futuro più difficile di crescita più lenta e crescente competizione geopolitica”, ha detto alla televisione americana, Neil Thomas, ricercatore di politica cinese presso l’Asia Society Policy Institute’s Center for China Analysis. “Le milizie aziendali sotto la guida militare potrebbero aiutare il Partito comunista a reprimere più efficacemente incidenti di instabilità sociale come proteste dei consumatori e scioperi dei dipendenti”.

L'economia va a rotoli. E il Dragone trasforma gli impiegati in soldati

Per prevenire possibili nuovi disordini sociali, le grandi aziende di Stato hanno rispolverato una vecchia idea di Mao. Trasformare i dipendenti in milizia volontaria, in caso la crisi dei consumi e del mattone si aggravasse

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