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Uno squarcio aperto sul clamoroso gesto del Papa tedesco che a febbraio scorso lasciò il trono di Pietro. E’ così che Repubblica definisce quanto Benedetto XVI avrebbe detto qualche settimana fa nel corso di uno di quegli incontri “rari e riservati” che si concede da quando si è stabilito nell’ex convento Mater Ecclesiae, nei Giardini Vaticani. A diffondere il contenuto del colloquio avuto dal Papa emerito con uno degli ospiti ricevuti nelle austere stanze immerse nel verde del Vaticano, è stata l’agenzia cattolica Zenit. “Me l’ha detto Dio” è stata la risposta di Ratzinger alla domanda sul perché abbia rinunciato al Soglio di Pietro. Secondo la fonte (anonima), Benedetto XVI avrebbe subito chiarito che “non si è trattato di alcun tipo di apparizione o fenomeno del genere”, ma di un’esperienza mistica che avrebbe fatto nascere nel suo cuore – così scrive Zenit – “un desiderio assoluto di restare solo a solo con lui, raccolto nella preghiera”.

Ecco perché il suo gesto “non è stato un fuggire dal mondo, ma un rifugiarsi in Dio e vivere solo del suo amore”. Infine, benché il Papa emerito nulla dica sugli atti del successore – “l’ex Pontefice non commenta, non svela segreti, non si lascia andare a dichiarazioni che potrebbero pesare come le parole dette dall’altro Papa, ma mantiene la riservatezza che lo ha sempre caratterizzato” – durante l’incontro i cui dettagli sono stati riportati da Zenit, Benedetto XVI avrebbe rivelato che “più osserva il carisma di Francesco, più capisce quanto questa sua scelta sia stata volontà di Dio”.

Il rapporto tra Ratzinger e Bergoglio

Nonostante la volontà più volte ripetuta dal teologo bavarese di voler essere nascosto al mondo dopo la rinuncia al ministero petrino, negli ultimi mesi le rivelazioni sui contenuti delle conversazioni private tra Ratzinger e i suoi ospiti (non molti, ma neppure pochissimi, se è vero che ha ricevuto anche un coro giunto da Frisinga) si sono susseguite. In tutte, il Pontefice emerito ha ribadito la certezza di aver compiuto la scelta giusta. Dalle sue parole, sempre riportate da terzi, come è naturale, emerge sempre serenità. Lo si è visto anche un mese e mezzo fa, quando a sorpresa ha partecipato all’inaugurazione della statua di San Michele Arcangelo davanti al Governatorato vaticano. C’era anche Francesco, e tra i due si è confermato quell’affetto e stima reciproca che erano già chiare dalle parole pronunciate da Bergoglio appena eletto, sulla Loggia delle Benedizioni – “prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.

Ma Benedetto XVI aveva già spiegato tutto

Ma nelle dichiarazioni riportate da Zenit non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto già non si sapesse. Non si comprende con chi avesse dovuto dialogare il vicario di Cristo (perché questo il Papa è) se non con Dio riguardo un atto che lo stesso Ratzinger, leggendo il testo della rinuncia, definiva “grave”. Ed è proprio in quel breve discorso in latino che l’allora Pontefice già spiegava che la decisione era maturata dopo un costante e profondo dialogo interiore con Dio: “Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata”. No solo, ma anche nei successivi e ultimi appuntamenti pubblici di febbraio, Benedetto XVI l’aveva ribadito, spesso a braccio: “Il Signore mi chiama a salire sul monte, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora”, diceva il 24 febbraio durante il suo ultimo Angelus.

opera ratzinger

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