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Il portavoce del ministero degli Esteri egiziano Badr Abdel Atty risponde al ministro degli Esteri Emma Bonino e difende la linea adottata dal governo del Cairo per smantellare i sit-in in corso nella capitale e nel resto dell’Egitto a sostegno del deposto presidente Mohammed Morsi. “Se ci fossero stati dei sit-in armati a Roma, il governo italiano non lo avrebbe accettato”.

È così che Intervistato da Aki – Adnkronos International, Abdel Atty commenta anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano Emma Bonino sulla crisi egiziana, affermando che “noi condividiamo il suo sgomento perché il sangue versato è sangue del popolo egiziano, sia da parte dei sostenitori d Morsi, sia da parte delle forze dell’ordine”. Ma, aggiunge, “non c’è un governo degno di rispetto che possa accettare dei sit-in armati sul suo territorio. Se quello che è successo in Egitto fosse successo in Italia, nessun governo italiano lo avrebbe permesso. Avrebbe usato i metodi previsti dalla legge per sgomberarli, come ha fatto l’Egitto”.
A proposito della possibilità di sgomberare i sit-in modo pacifico, questa era “la prima scelta del governo egiziano che mirava al dialogo – spiega Abdelatty – Per questo abbiamo chiesto un coinvolgimento della comunità internazionale in Egitto per la mediazione”.

Il riferimento è al ruolo svolto dagli inviati degli Stati Uniti, dell’Unione europea, del Qatar e degli Emirati. “Ma questi tentativi sono falliti”, aggiunge. In merito alla richiesta rivolta dalla Rete Italiana per il Disarmo al ministro Bonino di sospendere l’esportazione di armi in Egitto, Abdel Atty afferma che “tutte le decisioni collegate agli affari interni e di politica estera egiziani dipendono dalla sovranità dell’Egitto e mirano alla garanzia della sicurezza”.

Il ministero degli Esteri dell'Egitto replica a brutto muso alla Bonino

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