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Le cancellerie di tutta Europa, compresa quella italiana, hanno apostrofato duramente gli ultimi colpi di scena del caso Snowden, che evidenziano come gli Usa spiassero anche gli alleati europei.

Reazioni che Ennio Di Nolfo, professore emerito di Storia delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Firenze, giudica “ipocrite”.

In una conversazione con Formiche.net, lo storico spiega perché, in questa occasione, il clamore espresso dall’Europa è del tutto ingiustificato e fa il gioco di chi fomenta un sentimento antiamericano.

Professore, perché considera ipocrita la reazione europea sul caso Prism?
Se da un lato intercettare conversazioni altrui è ripugnante dal punto di vista etico, dall’altro è totalmente normale da un punto di vista politico. Direi che è la prassi. È spiacevole, ma non è un gioco. Ed è insensato dire che i nostri servizi e quelli degli altri Stati europei non ne fossero a conoscenza, fingendosi basiti. Perché se fosse vero, sarebbe opportuno chiedere loro a cosa servano e cosa facciano dei reparti di intelligence che non si accorgono di essere spiati.

E allora come legge queste proteste dei capi di Stato e di governo?
Io credo che ci sia un ragionamento da fare. Sicuramente c’è chi protesta per ottenere qualcosa e chi per offrire risposte all’opinione pubblica. È importante però capire ciò che avviene sullo sfondo. C’è probabilmente – come ha notato Gianni Riotta sulla Stampa – chi ha interesse a fomentare un sentimento antiamericano e “avvelenare” il clima, tanto più alla vigilia di un accordo che potrebbe essere importantissimo, come quello sull’area di libero scambio tra Usa e Unione europea. Sono molti gli interessi in gioco, economici e geopolitici.

E poi c’è chi vede nel caso Snowden una minaccia interna, più che esterna. Qualcuno considera la fuga di notizie come il risultato di una “guerra tra agenzie”.
Senza dubbio pesa anche questo. Condivido. E sono sensazioni confermate dal fatto che le indiscrezioni pubblicate dal Guardian siano giunte dagli Stati Uniti.

Come giudica la posizione di Barack Obama in questa vicenda?
Io credo che in un settore nevralgico come quello dell’intelligence si sia fatto totalmente cogliere in contropiede, a cominciare dal caso Wikileaks. Queste falle, ultima quella di Snowden, ne minano fortemente la credibilità. Ed è un peccato che tanto carisma sia stato sacrificato sull’altare di una diatriba internazionale.

Datagate, perché tanto stupore? Tutti spiano e sono spiati. Parla Di Nolfo

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