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Nei primi giorni di settembre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva annunciato una sostituzione ai vertici del ministero della Difesa di Kyiv, sull’onda di una serie di scandali di corruzione avvenuti sotto la gestione del ministro Oleksii Reznikov, il quale è stato rimpiazzato da Rustem Umerov.

Se altre motivazioni possono aver in qualche modo contribuito ad optare per la figura di Umerov come nuovo titolare del dicastero, ci sono pochi dubbi che la scelta di rimuovere Reznikov, considerato come colui che è riuscito a capitalizzare una quantità così elevata di aiuti militari stranieri a sostegno dell’ucraina, sia dovuta al fatto che Zelensky vuole evitare di essere minimamente collegato a questioni “spinose” come i casi di corruzione. In occasione di questa sostituzione, Zelensky stesso aveva parlato di un “nuovo approccio”.

Nuovo approccio che si è concretizzato poche ore fa, quando il governo ha annunciato la rimozione di tutti e sei i vice-ministri della difesa attualmente in carica, insieme al segretario di stato per il ministero della Difesa Kostiantyn Vashchenko. Al momento non sono ancora stati scelte le personalità che andranno a riempire questi vuoti, ma i media ucraini affermano che le consultazioni al riguardo sono già in corso. La notizia è stata diffusa su telegram da Taras Melnychuk, rappresentante permanente del gabinetto dei ministri, al termine di una seduta dello stesso gabinetto; non sono però state fornite informazioni di sorta sulle motivazioni ufficiali che hanno spinto l’esecutivo a prendere questa decisione.

L’ipotesi ritenuta come più verosimile dagli opinionisti internazionali è quella secondo cui Zelensky abbai voluto lanciare un messaggio tramite questa tornata di rimpiazzi. Il New York Times riporta come alcuni politici statunitensi abbiano utilizzato i resoconti di corruzione interna al sistema-Ucraina per giustificare una riduzione degli aiuti forniti da Washington al paese invaso, e di come anche negli ambienti dell’Alleanza Atlantica vi sia un certo nervosismo riguardo a possibili ‘sviamenti’ delle risorse fornite all’Ucraina per sostentare la propria macchina militare.

Zelensky, che in questo momento è in viaggio negli Stati Uniti per pronunciare un discorso alle Nazioni Unite, incontrarsi con vari membri del congresso americano e avere un bilaterale col presidente Joe Biden, vuole così cercare di mettere a tacere le critiche, immediatamente prima di questi importanti appuntamenti.

La direttrice esecutiva del Centro d’Azione Anticorruzione di Kyiv, Daria Kalenyuk, ha dichiarato che i licenziamenti di lunedì sono un “passo costruttivo” nel dimostrare che la leadership ucraina è cosciente dei problemi di corruzione che affliggono il ministero della Difesa e non solo, ed è intenzionato a porvi un rimedio. “Il ministero della Difesa è uno dei ministeri meno riformati del nostro Paese e non è in grado di affrontare le sfide della guerra”, ha dichiarato in un’intervista.

Il nuovo approccio di Zelensky "resetta" il ministero della Difesa

A pochi giorni dalla nomina del nuovo ministro della Difesa, il governo ucraino ha annunciato la sostituzione di tutti i vice-ministri e del segretario di Stato. Un messaggio mandato agli alleati per segnalare un cambio di marcia rispetto alla corruzione

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