Skip to main content

“A marzo la Commissione presenterà una strategia per l’industria della difesa”. L’annuncio della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, da Stoccolma, si inserisce all’interno di un moto riformatore che, seppure in ritardo, ha preso avvio all’interno delle consapevolezze europee. La concomitanza di eventi esterni di un certo peso, come le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, può fungere da acceleratore di un’esigenza che è presente ormai da tempo e che non è più ulteriormente procrastinabile, anche in considerazione del fatto che l’elemento della pace si è andato assottigliando sempre di più, sia ai nostri confini meridionali che orientali dell’Ue.

Perché più difesa

Già la bozza dedicata alla sicurezza e alla difesa nelle conclusioni del Consiglio europeo dello scorso dicembre aveva previsto un quadro normativo per il settore industriale della difesa europea. L’obiettivo è coordinare gli acquisti congiunti e aumentare l’interoperabilità e la capacità produttiva dell’industria europea della difesa.

Non solo Gaza o Kyiv, anche l’emergenza legata agli attacchi dei ribelli houthi influisce su tale esigenza. Lo ha sottolineato qualche giorno fa il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al question time sul tema della libertà di navigazione sul Mar Rosso, a proposito di “una minaccia alle porte di casa che ci ricorda che per giocare un ruolo più decisivo dobbiamo dotarci in prospettiva di una autentica difesa comune europea”.

Tesi che si ritrova nelle parole che l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha affidato pochi giorni fa al Ft quando ha spiegato che l’Unione Europea deve semplificare l’industria della difesa poiché attualmente “è ostacolata dalla concentrazione degli Stati membri sulle proprie industrie nazionali”. Secondo l’ex ministro la guerra in Ucraina “ha funzionato come un campanello d’allarme per l’industria europea”.

Pesco

La cooperazione strutturata permanente chiamata Pesco (Permanent Structured cooperation) è nata nel 2017 ed è stata basata su progetti di collaborazione con impegni vincolanti: prevede infatti squadre di risposta rapida, un sistema di sorveglianza marittima, un comando medico europeo, l’assistenza reciproca nella cyber-sicurezza e una scuola di intelligence europea. Il consiglio affari generali dello scorso autunno ha approvato le direttrici di marcia per affrontare i nuovi dossier alla voce difesa, comprese le minacce per la sicurezza marittima, tramite un’azione di interoperabilità Ue sommata ad una maggiore cooperazione con Nato.

Mossa che, dal punto di vista politico, ha inteso anche lanciare un forte messaggio all’esterno, ovvero a big players che operano nei suddetti teatri di guerra. Particolare attenzione verrà dedicata alla difesa navale tramite “lo sviluppo delle capacità civili e militari nel campo della sicurezza marittima, coinvolgendo l’industria, se del caso”.

Come acquistare

Il nodo, in secondo luogo, verte il modo con cui procedere agli acquisti. Una strada è stata indicata dal presidente francese, Emmanuel Macron, che due giorni fa si è detto favorevole a nuovo debito comune europeo per finanziare la difesa. In sostanza ha proposto la soluzione degli eurobond basati su priorità industriali, come appunto la difesa.

Lo scorso settembre inoltre il Parlamento europeo aveva approvato in via definitiva la legge sul rafforzamento dell’industria europea della difesa attraverso appalti comuni (Edirpa). Si tratta di un regolamento, già concordato con il Consiglio il 27 giugno 2023, che dà vita ad un braccio operativo europeo da 300 milioni che sostenga in concreto l’industria europea della difesa tramite appalti comuni. Vi sono alcuni parametri da rispettare: il costo dei componenti Ue o dai Paesi associati non deve essere inferiore al 65% del valore del prodotto finale. In secondo luogo appaltatori e subappaltatori non devono essere soggetti al controllo di un paese terzo o di un’entità non associata, ma devono essere in Ue o in un Paese associato.

Come corre (finalmente) l'industria della difesa europea

L’annuncio della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si inserisce all’interno di un contesto gravido di emergenze (Kyiv, Gaza, Mar Rosso) che non possono essere affrontate se non con una politica lungimirante, che poggi su un sistema difensivo comune agli Stati membri

Prima l'Ucraina, poi l'Europa. Putin guarda sempre più a Ovest

Mentre si moltiplicano i report delle agenzie di intelligence su possibili scenari di escalation, Nato ed Unione Europea si muovono in preparazione al worst case scenario. Intanto, la retorica russa verso i baltici si fa sempre più accentuata

Presto reazioni cinesi contro Taiwan. L'allarme del Comando Indo Pacifico Usa

L’ammiraglio Aquilino fornisce una lettura sui rischi che l’assertività cinese su Taiwan può produrre nel breve periodo, dal Pacific Forum delle Hawaii. Pechino non apprezza il risultato delle elezioni e potrebbe sfogare i problemi con Taipei (anche contro Washington)

Steadfast Defender è la più grande esercitazione Nato dalla Guerra Fredda. Ecco i dettagli

Il Saceur ha annunciato per la prossima settimana l’avvio della prima esercitazione Nato del 2024. Numeri altissimi, come non se ne vedevano dal 1988. E il focus è il confine con la Russia

IA, ecco le nuove linee-guida dell'Oms per la salute collettiva

L’Intelligenza artificiale sta rivoluzionando ogni comparto, compresa la sanità. In particolare i modelli multi-modali di grandi dimensioni, meglio noti come Lmm, offrono grandi opportunità, ma non senza rischi. Per combatterli, arriva il documento dell’Organizzazione mondiale della sanità

A cosa servirà (davvero) il confronto Tv tra Meloni e Schlein. Parla Petruccioli

Giorgia Meloni ed Elly Schlein sono in procinto di affrontare il confronto televisivo. O vincono o perdono entrambe. In ogni caso sarà un modo per affermare la loro leadership non rispetto all’avversario, ma tra gli alleati dei due schieramenti in vista delle europee. Le candidature delle leader a Bruxelles? Assenza di politica. Conversazione con Claudio Petruccioli, già presidente Rai e parlamentare

Colpa del Pil. I fondi stranieri mollano (ancora) il Dragone

Nelle prime tre settimane dell’anno gli investitori hanno portato via altri 4,6 miliardi di dollari, dopo aver quasi praticamente azzerato la loro esposizione con Pechino a ridosso del Natale. E lo stesso vale per le imprese

La Civiltà Cattolica, la Russia e le benedizioni. La riflessione di Cristiano

L’incontro felice degli articoli di padre Pachkov e di padre Sale mi ha fatto capire meglio la complessità e le ricadute di schematismi “bianco o nero” che seguendo i conflitti possono favorire la creazione di un mondo fratturato. È quello che un progetto editoriale produce. Il nuovo corso de La Civiltà Cattolica letto da Riccardo Cristiano

Tre ragioni per cui oggi il Pd non celebrerà Bettino Craxi

Non lo faranno neanche come ringraziamento postumo per aver consentito, nel ‘92, l’ingresso del Pds nell’Internazionale socialista, permettendo così ai post comunisti di liberarsi del passato senza traumi né giustificazioni. La riconoscenza, si sa, non appartiene alle categoria della politica. Il corsivo di Andrea Cangini

Conti russa. E il Cremlino continua a usare le gang ransomware

Google rivela le nuove tecniche dei servizi segreti russi

Gli hacker del Center 18, unità dell’Fsb, hanno messo a punto un sistema per bucare i dispositivi di obiettivi nei Paesi della Nato e in Ucraina inviando alle vittime file Pdf compromessi. Ecco i dettagli dell’operazione

×

Iscriviti alla newsletter