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Mentre il ministro degli Esteri Emma Bonino crede necessario che l’Unione europea scenda in campo per difendere la democrazia in Turchia, il ministro della Difesa Mario Mauro guarda con preoccupazione la situazione, ma non considera che ci sia una svolta autoritaria in Turchia.

Gli scontri in piazza tra manifestanti e polizia continuano non solo a Istanbul, ma in diverse città turche. Quella che è cominciato come una protesta in difesa del parco Gezi si è trasformata in una rivolta contro il premier Erdogan, da più di 10 anni al potere. La comunità internazionale ha cominciato a chiedersi da dove provenga lo scontento verso il governo.

L’avvertenza di Bonino

In un’intervista al quotidiano Il Mattino, Bonino ha confermato che l’Italia deve continuare a sostenere la politica di apertura alla Turchia e tentare di convincere altri partner europei a farlo senza per questo tacere su punti specifici della politica turca che sono inaccettabili.

Secondo il ministro, quanto sta accadendo in queste ore in Turchia potrebbe segnare una svolta nel rapporto tra Erdogan e la società. In gioco c’è la capacità della Turchia di diventare una democrazia consolidata, dove le libere elezioni sono solo una parte di un corpo più ampio di diritti e di doveri.

L’importanza regionale della Turchia

Per questo, spiega Bonino, è necessaria un’apertura al pluralismo di ogni genere e trasparenza nei processi decisionali. “Se Erdogan continuerà ad ignorare tutto questo, il consenso democratico sarà sempre di più messo in discussione”, ha aggiunto il ministro.

“Continuo a credere fermamente nella prospettiva europea della Turchia e del suo ruolo per la stabilità e la sicurezza regionale. Di più: penso che un processo di adesione credibile possa ancora avere un effetto benefico sulla dinamica politica del Paese. Un rinnovato impegno potrebbe fissare gli standard di democratizzazione che alla Turchia ancora mancano e delineare un tetto comune sotto il quale far convergere forze politiche ora così in conflitto tra loro”, ha detto Bonino.

Il pensiero di Mauro

È molto più pacato il giudizio di Mario Mauro. Il ministro della Difesa guarda con “forte preoccupazione” la situazione in Turchia, ma non crede che ci sia nessun pericolo di una “svolta autoritaria”. In un’intervista a Radio Anch’io, Mauro ha detto che Erdogan ha sbagliato nell’uso eccessivo delle forze di polizia. “Per quanto legittimato dal voto popolare, un governo, perché non diventi regime, deve sempre avere la forza e la capacità di mettere al centro delle proprie reazioni di contenimento delle manifestazioni la persona e le persone. Mai sfociare nella violazione dei diritti”, ha spiegato.

Un momento per l’auto-analisi

Ma il ministro non crede che le tensioni generate dalle misure di carattere islamico del governo di Erdogan possano rappresentare un rischio. Le manifestazioni possono “rappresentare un utile momento di auto-analisi per la Turchia, in modo da garantire tanto la laicità quanto il rispetto del consenso popolare”, ha detto Mauro.

Sull’allontanamento dell’Unione europea dalla Turchia, il ministro ha detto che non ci sono pregiudizi. “C’è lo stato dell’arte e questo ci dice che rispetto a quella serie di elementi che caratterizzano una democrazia moderna, la Turchia non ha ritenuto opportuno, ad oggi, fare tutti i passi che le venivano richiesti”, ha detto.

Non c’è però nessun passo indietro sull’adesione all’Ue, ma una stasi che non è un elemento che offre una percezione positiva. “Dobbiamo però tener conto nello stesso tempo che la società turca – ha spiegato il ministro – è in continua evoluzione e che gli elementi che in quella società anelano, aspirano, ambiscono a sempre più democrazia e libertà coniugando questo con il forte carattere del popolo turco e il forte sentimento di unità nazionale, sono tutti fattori che possono far ben auspicare per il futuro”.

Turchia, le posizioni divergenti dell’Italia fra Bonino e Mauro

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