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È l’anello di congiunzione tra lo Stato centrale e la periferia del Paese. E sta per spezzarsi. La Cina, ironia della sorte, sta condividendo con gli Stati Uniti un problema non da poco, quello delle sofferenze bancarie. Crediti concessi in passato e ora difficilmente recuperabili. Ma mentre negli Usa l‘incagliamento dei prestiti è legato all’aumento dei tassi, dunque risolvibile alla lunga, in Cina la cosa è decisamente più seria. I crediti, infatti, non rientrano per il semplice motivo che le famiglie e le imprese sono impossibilitati a rimborsarli. Tradotto, le banche regionali, quelle più legate al territorio, rischiano di rimanere senza cassa.

I crediti, ormai diventati inesigibili, si stanno infatti accumulando presso le banche di territorio cinesi, nella dimensione di miliardi di yuan. Non bisogna mai dimenticare come gli istituti di taglia minore, spesso partecipati o controllati dalle stesse amministrazioni locali, sono sotto pressione per almeno altri due motivi. Primo, con l’implosione del settore immobiliare, i denari prestati al comparto del mattone non sono più tornati indietro. Secondo, l’accanimento della Pboc, la banca centrale cinese, sui tassi, affinché questi rimangano bassi, sta comprimendo come non mai i margini degli istituti.

Ora si aggiunge il fatto che il rallentamento della crescita del Dragone ha giocato un brutto scherzo alle manifatture locali e alle imprese, rendendo più difficile rientrare del debito contratto con le banche. Un esempio su tutti, come raccontato da Nikkei, è quello della China Bohai Bank, quotata a Hong Kong e con sede a Tianjin, vicino a Pechino. Che sta subendo pressioni finanziarie a causa della sua esposizione alle regioni più deboli del nord e del nord-est della Cina, ha dichiarato Ming Tian, responsabile dell’analisi delle banche cinesi presso S&P Global Ratings. “Molte città più piccole hanno un eccesso di progetti residenziali, mentre la debole crescita economica sta colpendo le finanze delle famiglie. Questa è una cattiva notizia per le banche più piccole, molte delle quali hanno una doppia esposizione ai mercati immobiliari regionali attraverso i prestiti agli sviluppatori e ai titolari di mutui”, ha spiegato.

 

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