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Il futuro della difesa passa per lo spazio e per il cyber, due aspetti strettamente legati e che avranno bisogno di investimenti per mantenere quel vantaggio tecnologico in grado di assicurare la deterrenza. È questo il quadro emerso nel corso dell’iniziativa “Cyber e Spazio: abilitanti per operazioni multi-dominio” organizzata da Elt Group presso la sede del Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti. L’evento ha visto l’azienda presentare le sue soluzioni e, soprattutto, ha avuto l’obiettivo di stimolare una riflessione di alto livello su questi settori strategici e abilitanti, fondamentali per la difesa nazionale del prossimo futuro. Moderati dal direttore di Rid, Pietro Batacchi, si sono confrontati sul tema il segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, il presidente di Elt Group, Enzo Benigni, l’amministratore delegato del gruppo, Domitilla Benigni, il sottocapo di Stato maggiore della Difesa, generale Carmine Masiello, il sottocapo di Stato maggiore dell’Aeronautica, generale Aurelio Colagrande, il direttore del V reparto di SegreDifesa, Luisa Riccardi, il direttore di Teledife, generale Angelo Gervasio, il capo reparto C4S e capo Ufficio generale innovazione e spazio dello Stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Francesco Procaccini, l’amministratore delegato di Cy4gate, Emanuele Galtieri, il vice presidente Global sales & business development Strategy, innovation & transformation di Elt, Gianni Maratta, e il vice presidente Paolo Izzo. Presenti all’iniziativa anche il sottosegretario di Aiad, Carlo Festucci, e il consigliere militare del presidente della Repubblica, generale Gianni Candotti.

L’importanza del multidominio

Come registrato in apertura proprio dal generale Portolano “i domini emergenti dello spazio e del cyber sono in pieno sviluppo, e su questi bisogna investire”. Come illustrato dal segretario generale della Difesa, infatti, l’evoluzione tecnologia nella difesa si è svolta, fino a oggi, dal settore militare che “partendo dagli aspetti dottrinali definiva le esigenze, chiedendo poi all’industria di soddisfarle”. Oggi questo processo non è scontato. “Il progresso tecnologico avanza senza precedenti – ha detto Portolano – e oltre alla Difesa si sono affacciati numerosi altri stakeholders”. L’importanza di queste soluzioni risiede in particolare nel fatto che abilitano l’impego delle Forze armate nel multidominio “un prodotto, e non una somma, di capacità di componenti efficace solo se effettuata in maniere sinergia in tutti i domini”. In questo spazio, le azioni si svolgono nella dimensione fisica e virtuale, con l’obiettivo di “creare effetti strategici nella dimensione cognitiva, quella nella quale si prendono le decisioni”. Il ragionare in domini differenti, allora, può essere “un artificio per facilitare la comprensione, ma non deve essere una limitazione al pensiero strategico” che deve pensarli non come “entità isolate, ma un ambiente unico”.

Investire è una necessità

Enzo Benigni ha ricordato che “l’evoluzione è talmente veloce che sorprende gli stessi tecnici”. Per questo l’obiettivo delle aziende, a partire da Elt Group, deve essere quello di “mettere a disposizione alle Forze armate le tecnologie necessarie”, utili anche nel consesso internazionale per dare spessore all’azione totale del Paese. Il tema cruciale sottolineato dal presidente di Elt è che l’innovazione è “una cosa seria, costosa e pericolosa se si sbaglia strada”. Investire, allora, è l’unico modo per individuare le soluzioni all’avanguardia, utile “a ridurre e colmare i gap”. Anche dal punto di vista industriale, l’innovazione è un elemento indispensabile: “Per un’azienda significa soprattutto rimanere competitivi; senza innovazione si diventa rapidamente obsoleti”. ELT Group ha messo questi concetti al centro del proprio piano industriale Tenet 2030 “per cogliere al meglio le possibilità offerte dalle proprie competenze a servizio di nuovi domini, come lo spazio, il cyber e la bio-difesa’’ ha ricordato ancora il presidente Benigni.

Elt Group cresce

“La tecnologia di oggi va più veloce di noi e ci dobbiamo adeguare; dobbiamo essere più veloci a utilizzarla” ha detto Domitilla Benigni all’evento, registrando come la digitalizzazione abbia accelerato l’innovazione di una decina di volte. Per questo, il gruppo si baserà su una serie di laboratori che seguiranno il fast prototyping, in modo da gestire i processi di prototipizzazione in maniera più veloce. Inoltre, il know how delle aziende del gruppo permette a Elt Group di possedere una crescente competenza in tutti i nuovi domini trasversali dello spazio e del cyber. “Il portafoglio prodotti aumenta – ha commentato Benigni – dai tradizionali delle contromisure e della self protection, al Sigint, all’infrarosso, ai nuovi settori della guerra elettronica spaziale e del cyber”.

Scorpio

L’occasione ha permesso all’azienda anche di presentare il proprio traguardo del primo payload di Elt finanziato dall’azienda lanciato nello spazio il 15 aprile scorso dalla base spaziale di Vandenberg a bordo di un razzo di SpaceX. “Il sistema Scorpio ha messo insieme competenze tradizionali di Elt insieme a nuove capacità del dominio spaziale, grazie all’apporto di nuovi colleghi e nuovi partner”, ha spiegato Gianni Maratta. Il satellite, la cui missione è raccogliere i dati marittimi non classificati analizzati dal segmento di terra presso il quartier generale di Elt a Roma, è solo l’ultimo traguardo della società, i cui prossimi obiettivi sono il sistema in orbita stratosferica EuroHAPS e il sistema di contromisura per impedire l’acquisizione di immagini da parte di satelliti ostili, Zenital jammer.

La sicurezza cyber delle orbite

Come spiegato da Emanuele Galtieri, l’infrastruttura spaziale è fatta da diversi segmenti: la piattaforma in orbita, il centro di controllo a Terra, il collegamento tra questi due e la supply chain. “Ciascuno di questi segmenti può essere attaccato” sia nello spazio Ems (jamming, interferenze) che cyber. “La Space economy vale già 450 miliardi di dollari, con un tasso di crescita al 6% – ha detto ancora Galtieri – questo significa che nel 2030 varrà un trilione di dollari. Questa crescita naturalmente attrae gli attaccanti”. Come spiegato dall’ad di Cy4gate, gli attacchi ai satelliti sono aumentati del 500% dal 2008 al 2018. Per questo la società ha messo a punto diverse soluzioni per assicurare la difesa delle piattaforme e dei collegamenti.

L’azione delle Forze armate nei nuovi domini

I nuovi domini dello spazio e del cyber “sono trasversali, perché investono gli altri tre, non appartengono a una sola Forza armata, ma sono abilitanti per tutte ed esse stesse sono un campo di battaglia” ha registrato il generale Masiello. Per il sottocapo della Difesa, i due domini vogliono dire “connettività, da raggiungere con i satelliti, la valorizzazione dei dati, con l’IA, e la cyber-sicurezza dei dati”. Per il generale Colagrante, “i dati prodotti dallo spazio sono a disposizione di tutti perché sono abilitanti fondamentali per le operazioni; la dimensione spaziale pervade tutto”. In questo quadro però, ha registrato ancora il sottocapo dell’Aeronautica, per l’Arma azzurra lo spazio è nel suo Dna “per quanto riguarda operare i sistemi spaziali”. Questo ambiente, tra l’altro, sta diventando sempre più conteso, con l’affacciarsi di nuovi attori, anche ostili. Dallo spazio dipendono poi numerose attività anche sulla superficie, compresa quella marittima “Sorveglianza, navigazione, comunicazione, cartografia, tutte dipendono dallo spazio” ha spiegato l’ammiraglio Procaccini, ricordando come la Marina sia per sua vocazione multidominio. L’ammiraglio ha anche sottolineato la similitudine tra spazio e l’ambiente underwater, soprattutto per quanto riguarda la dimensione cyber, con il “99% delle comunicazioni Internet che passano lungo le dorsali sottomarine”.

La sfida del procurement

Fondamentale in questo senso sarà il procurement dei sistemi satellitari e spaziali in generale. La sfida, ha spiegato il generale Gervasio, è “trovare sul mercato le soluzioni adatte a soddisfare le esigenze delle Forze armate” in un settore complesso e articolato. “I mandati che ho ricevuto nel primo semestre del 2023 sono stati una volta e mezzo maggiori rispetto all’intero 2022, e di questi la maggior parte ha riguardato lo spazio e il cyber”. Serve allora “un indirizzo per capire quali siano i requisiti che un sistema deve possedere per poter essere impiegato”. Per la dottoressa Riccardi, stiamo allora assistendo a un cambio di paradigma “Settori come cyber e spazio per la loro trasversalità obbligano la Difesa a interfacciarsi con interlocutori nuovi e la Difesa stessa ha cambiato il modo di rivolgersi alle nuove realtà”. L’obiettivo del futuro, allora, deve essere la collaborazione con i privati per “definire insieme il futuro e capire come orientarlo insieme”.

Spazio e cyber chiavi del multidominio. Il punto di Elt

Presso la sede del Segretariato generale della Difesa, Elt Group stimola la riflessione sui nuovi domini dello spazio e del cyber, ambienti trasversali e abilitanti che saranno essenziali nell’architettura multidominio della difesa del prossimo futuro

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