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Giornata di Putin-pensiero oggi in Russia. Tornato alla tradizionale conferenza stampa annuale con i giornalisti di tutto il mondo, il presidente ha offerto uno spettacolo massmediatico durato circa quattro ore in cui non sono mancati momenti di vero e proprio soft power. Soprattutto quando il leader russo ha rivendicato la sua amicizia con Gerard Depardieu. L’attore francese di recente si era detto pronto a chiedere il passaporto della Federazione, pronto ad emigrare in Russia, pur di sfuggire alle grinfie del fisco di Parigi.

Presenti ovviamente anche i momenti di difficoltà. Visibilmente teso, il leader di Mosca ha rinviato al mittente le accuse dell’inviato del Los Angeles Times sull’affare Magnitskij. La domanda ha sollevato accenni di applausi mimati e subito sedati da un presidente visibilmente irritato. “Cose del genere accadono anche da voi”. Cosi il capo dello Stato rispolverando un suo vecchio cavallo di battaglia.
Corruzione da combattere e richieste di coerenza sul caso Serdjukov, il ministro della Difesa dimessosi da poco a causa di uno scandalo gigantesco. Autoritarismo del potere federale. Prospettive del governo Medvedev e dell’uomo che potrebbe essere il nuovo capo del governo. “Alexej Kudrin è sempre nella squadra” ha risposto evasivamente Putin alla domanda.

Uso o meno del velo islamico nei soggetti federali dove l’Islam tradizionale è maggioritario. “Escluso” ha sottolineato con nettezza Putin.

La legge approvata ieri dalla Duma che potrebbe impedire le adozioni di bambini russi ai cittadini americani. “Ancora non letta” e dunque impossibile dire se il capo dello Stato la firmerà o meno. Ma in tutti i casi gli Usa non sono nemici. Il Presidente russo ha trovato anche il tempo di respingere i timori apocalittici. “Non credo alla fine della luce, ma se arrivasse tra 4 miliardi e mezzo di anni non sarebbe male” ha scherzato il politico davanti a una platea composta da circa 1200 rappresentanti dei media.
Problemi di salute respinti in quanto “puntano a mettere in discussione l’autorità del potere statale”. Buone prospettive di cooperazione col nuovo governo georgiano. Una visione della democrazia dove l’obbedienza alla legge è legge. In caso contrario la via al “bakuninismo” è sempre in agguato. Possibilità di arrivare alla firma del trattato di pace col Giappone.

E, ultimo ma non meno importante, passi avanti sulla Siria. Il Presidente ha ammesso la necessità del cambio di regime salvaguardando però l’impalcatura istituzionale e politica del Paese mediorientale. “Indubbiamente la Siria vuole andare avanti” ha sottolineato Putin, modificando il punto di vista finora apparentemente incrollabile del Cremlino. Non si tratta di sostenere Assad, ma la sua caduta potrebbe far precipitare però ancora di più Damasco nel caos.

Un Putin a tutto campo si può dire. Trasmesso in diretta da gran parte delle televisioni federali il bagno di folla mediatico ha fatto bene al Presidente. Alla fine dell’uno contro tutti, Putin è sembrato più sollevato. Non si mai di questi tempi.

Summa dello show di fine anno di Putin

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