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Per il sindaco di Fano, Luca Serfilippi, la cosa più affascinante del prossimo Carnevale cittadino, divenuto ormai evento nazionale, è quella che riguarda il possibile direttore artistico: lo scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti, oltre a nove nomination, cinque David di Donatello e tredici Nastri d’argento.

«È un’idea molto bella e che ci affascina – dice il sindaco – Anche lui è rimasto molto colpito dalla città, dall’ambiente e dallo spirito che anima il nostro carnevale. Ci stiamo confrontando con il suo staff». La recente visita a Fano di Dante Ferretti è stato uno dei frequenti segni marchigiani di riguardo che attualmente vengono riservati al famoso cittadino maceratese. Infatti nel giugno 2023 l’artista è tornato nella sua regione d’origine ( è nato a Macerata) per una festa in suo onore, legata all”uscita dell’autobiografia – come riferisce Carlo Griseri su Cinemaitaliano.info – intitolata “Immaginare prima” e presentata alla Mostra internazionale del “Nuovo Cinema” di Pesaro prima della proiezione di “Hugo Cabret” di Martin Scorsese, opera per la quale ricevette il suo terzo Oscar.

Sempre nel 2023 l’università di Macerata gli ha conferito la laurea ad honorem. Anche se va rilevato che c’è stata lunga “disattenzione” nei suoi confronti. E addirittura anche atti di vera e propria ostilità. Racconta Maurizio Verdelli (Coronachemacertaesi.it, 29.02.2012): “Seguii personalmente il maceratese più noto nel mondo, e più ignoto nella sua città, praticamente da solo, nomination dopo nomination. Forse per motivi di concorrenza le altre testate snobbarono per anni lo scenografo, fatto però conoscere ai suoi concittadini da Il Messaggero. Nel 1998 aveva detto subito di sì alla richiesta del sindaco Anna Menghi di assumere l’incarico di assessore, nonostante molti pensassero impraticabile l’ipotesi perché anni prima lo avevano chiamato per una scenografia che poi finì nel nulla. Ferretti venne accolto sostanzialmente male dalla politica che si sentiva spodestata dal grande tecnico. Lo attaccò l’opposizione e l’attaccò pure la maggioranza, agitata da appetiti delusi. La politica cittadina scrisse la peggiore pagina della sua pur mai brillante storia repubblicana” (così Maurizio Verdelli).

Martin Scorsese indusse il suo prezioso scenografo a dimettersi visto che si era notevolmente incupito da quando aveva accettato quello ‘strano’ incarico dalla propria città. Un atto d’amore ancora una volta mal ripagato. Ma non mancano bizzarri colpi di coda, come riferisce il Resto del Carlino del 17 giugno 2023. Uno spazio espositivo e un laboratorio di scenografia, costumi e cinema per valorizzare la genialità di Dante Ferretti sono stati progettati insieme da maggioranza e opposizione del comune di Macerata. Ma l’assessore Katiuscia Cassetta ha stoppato incredibilmente l’iniziativa in quanto “non vede né con quali fondi, né con quale allestimento e nemmeno dove potrebbe essere realizzato un simile spazio”. “Se l’assessore alla cultura non ha cultura, sarebbe più opportuno che si occupasse di altro”, commenta lo scenografo maceratese tre volte premio Oscar. E aggiunge “Mi dispiace molto che l’assessore non voglia il progetto; sono molto legato a Macerata e presto ci farò di nuovo un salto”.

In ogni caso che la “patria” riconosca i propri profeti dopo che essi sono diventati tali è sorte piuttosto frequente per personalità omaggiate, riverite, premiate dopo che la fama conquistata in campo nazionale ed internazionale ha fatto breccia anche nella città d’origine. La quale allora ne rivendica la paternità, li esalta quale espressione del suo talento, li cita con orgoglio quale esempio di “eccellenza assoluta“ offerta al mondo. Non mancano esempi. Sempre fermandoci alle Marche basti pensare a Riz Ortolani, nomination all’Oscar, vari David di Donatello, autore di colonne sonore di celebri film (anch’egli dunque legato al cinema) e di sceneggiati televisivi, grandi successi, insieme alla consorte Katyna Ranieri, negli Stai Uniti, in Messico, a Cuba e ignorato per decenni (fatta eccezione in verità per il circolo della Stampa cittadino) dalla sua Pesaro. Finché il presidente del locale Conservatorio, ideata una manifestazione denominata “I Ritorni” e rivolta agli allievi dell’Istituto diventati celebri, invitò Riz Ortolani (che al conservatorio pesarese aveva studiato) per un concerto sulle sue musiche. Il successo al teatro Rossini fu enorme e il giorno successivo, “a furor di popolo”, si dovette procedere a una replica per tutti coloro che non avevano potuto avere accesso nella prima giornata. Da quel momento i contatti di Riz Ortolani di Katyna Ranieri con Pesaro ed in particolare con il conservatorio – che gli dedicò anche un’aula – furono continui. Mentre il comune intestò a suo nome un giardino in pieno centro storico. Quanto a Ferretti, a suo tempo, nella splendida cornice del complesso di San Salvatore in Lauro, a Roma, in qualità di presidente della apposita commissione di designazione del Sodalizio dei Piceni proposi con esito positivo che a lui fosse assegnato il premio “Picenum” (Pergamena e statuetta d’argento dello scultore Mastroianni).

Si tratta del prestigioso riconoscimento che ogni anno viene conferito a una personalità che abbia “onorato le Marche e l’Italia” da parte appunto del Sodalizio dei Piceni, istituzione culturale che risale al 1633. Ricordo che quando nella presentazione illustravo meriti e successi dell’artista, egli, con gesto tenero ed amorevole, richiamò la mia attenzione sulla consorte Francesca Lo Schiavo, seduta senza alcuno sfoggio in prima fila, anch’ella peraltro insignita di tre premi Oscar. Circostanza che misi subito in evidenza. Verso la moglie, che è stata la sua collaboratrice più importante, Ferretti ha sempre tenuto un atteggiamento devoto ed affettuoso. Nel maggio 2010 dichiarò alla rivista Vogue: “Francesca è una professionista straordinaria, ha un gusto straordinario. Lei è la mia tre quarti, io sono un quarto. Discutiamo sempre, ma in maniera costruttiva. È stata fondamentale per il mio lavoro e lo è ancora”. Oggi il nome di Ferretti circola, le cronache lo citano spesso, e la sua presenza è ambita. Ma allora, quindici anni fa, la sua fama, nonostante il valore, era prevalentemente limitata agli ambienti della sua arte. Per questo ritenni che andasse onorato e la sua figura di grande marchigiano messa in evidenza. Ferretti ha lavorato, come noto, a film dei più importanti registi italiani e americani (tra gli altri Fellini, Pasolini, Scorsese ) ed ha curato anche le scene di svariate opere liriche nei più famosi teatri del mondo (La Scala, il Metropolitan Opera, l’Operà di Parigi, l’Opera House di Londra).

 

Quando a Dante Ferretti fu assegnato il Premio Picenum. Scrive Girelli

Oggi il nome di Ferretti circola e la sua presenza è ambita. Ma allora, quindici anni fa, la sua fama, nonostante il valore, era prevalentemente limitata agli ambienti della sua arte. Per questo ritenni che andasse onorato. Lo scenografo ha lavorato a film dei più importanti registi italiani e americani (tra gli altri Fellini, Pasolini, Scorsese ) e ha curato anche le scene di svariate opere liriche nei più famosi teatri del mondo. L’intervento di Giorgio Girelli, già presidente della commissione Premio Picenum

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