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Sette milioni di dollari. È la taglia posta dagli Stati Uniti sul cittadino russo Artem Uss, figlio di un politico molto vicino al leader Vladimir Putin, fuggito un anno fa dall’Italia prima dell’estradizione negli Stati Uniti per un processo riguardante il traffico di tecnologie militari. Lo ha annunciato oggi il dipartimento di Stato americano. Pochi minuti dopo Repubblica ha diffuso i dettagli del commando che aiutò l’uomo a scappare: “Erano in cinque, su quattro auto diverse. E si muovevano in colonna, come un convoglio militare o di intelligence. Rapidi, precisi, coordinati, dai sopralluoghi intorno a Borgo Vione al passaggio tra il confine di Gorizia e la Slovenia. E da lì Serbia, Ungheria, a nord verso la Bielorussia e infine direzione Mosca”. Tutti i membri del gruppo – bosniaci, sloveni e serbi – sono accusati di procurata evasione.

I capi d’imputazione

Annunciando la ricompensa massima per chi fornirà informazioni che portino alla sua cattura, il portavoce della diplomazia americana ha ricordato che su Uss pendono quattro capi d’accusa: associazione a delinquere finalizzata a frodare un dipartimento o un’agenzia degli Stati Uniti; associazione a delinquere finalizzata alla violazione dell’International Emergency Economic Powers Act (IEEPA); associazione a delinquere finalizzata alla frode bancaria; associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro per il contrabbando di petrolio e lo schema IEEPA.

La fuga

Il russo, figlio di un allora governatore di una ricca regione della Siberia diventato oggi senatore, fu fermato all’aeroporto di Malpensa il 17 ottobre 2022 mentre si stava imbarcando per Istanbul. Fu arrestato sulla base di un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie di New York. Il 25 novembre del 2022 la Corte d’Appello di Milano gli aveva concesso i domiciliari col braccialetto elettronico a Basiglio, in provincia di Milano. Il 21 marzo del 2023 la Corte d’Appello aveva deciso di autorizzarne l’estradizione negli Stati Uniti. Il giorno dopo, però, era evaso dai domiciliari ed è riapparso in Russia ad aprile e il padre aveva ringraziato direttamente il presidente Putin.

Il caso giudiziario

A luglio la Corte di Cassazione ha chiuso il caso, almeno quello giudiziario, visto che sull’esfiltrazione rimangono ancora molti interrogativi aperti. La procedura per l’estradizione è caduta per assenza dell’estradando dal territorio dello Stato italiano. A inizio aprile, pochi giorni dopo il suo rientro in Russia, il ministero degli Interni russo aveva revocato il mandato di arresto precedentemente spiccato nei confronti di Uss. Come aveva osservato Antonio Talia, giornalista di Nessun luogo è lontano su Radio 24, si tratta di “un metodo già usato dalla Russia per assicurarsi il rimpatrio dei suoi agenti”.

Le ordinanze di custodia cautelare

Come riferisce Repubblica, il gip Anna Magelli ha firmato sei ordinanze di custodia cautelare: oltre a Uss, i bosniaci Vladimir e Boris Jovancic, padre e figlio,  lo sloveno Matej Janezic e i serbi Srdjan Lolic e Nebojsa Ilic – tutti accusati di procurata evasione. Rigettata la richiesta del pm Giovanni Tarzia per una sesta presunta complice, una 35enne albanese custode e titolare del contratto di assicurazione di una delle auto del convoglio. I mandati d’arresto europei sono stati inoltrati in Serbia, Slovenia e Russia attraverso EuroJust, mentre una “red notice” è stata trasmessa dall’Interpol. Uno dei ricercati, spiega  il Washington Post, sarebbe già stato arrestato in Croazia. Si tratta di Vladimir Jovancic, come confermato a Repubblica da fonti qualificate.

Le sanzioni

A giugno, Uss era stato inserito tra i nuovi soggetti sanzioni dall’Unione europea per l’invasione russa dell’Ucraina. Il suo nome figurava nell’undicesimo pacchetto di sanzioni approvato dai 27 Stati membri nei giorni scorsi e lui viene descritto come “un imprenditore di spicco che opera in Russia in un settore economico che costituisce una notevole fonte di reddito per il governo della Federazione Russa, responsabile dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina. Artem Uss sostiene inoltre materialmente il governo della Federazione Russa e trae vantaggio da quest’ultimo”, si leggeva ancora. Nei giorni scorsi l’uomo è stato inserito anche nelle liste dei soggetti sanzioni dall’Ucraina in un decreto del presidente Volodymyr Zelensky.

I beni congelati

A fine aprile il ministero del Tesoro italiano aveva congelato i beni di Artem Uss in Italia. Tra questi: il 40,1% del capitale sociale della Luxury Sardinia, società con sede legale a Loiri Porto San Paolo, in provincia di Sassari, detenuto a sua volta da una società cipriota situata a Nicosia; un villino e un garage a Basiglio, in provincia di Milano; fondi per poco più di 160.000 euro presso una filiale di Olbia del Banco di Sardegna.

La “promozione” del padre

Nei mesi scorsi Aleksandr Uss, fino a poco tempo prima governatore del territorio di Krasnoyarsk, è diventato senatore. Come raccontato su Formiche.net, non sono chiare le ragioni di questo nuovo incarico. Era stato lui stesso ad annunciarlo su Telegram ringraziando Putin “per la sua fiducia e il suo sostegno” e a “tutti coloro con cui siamo stati insieme in momenti difficili e che ci hanno portato ai risultati e ai successi condivisi”. All’indomani della riapparizione in Russia di Uss, VChK-OGPU, un canale Telegram russo che in questi mesi di guerra ha dato prova di avere ottimi rapporti con l’intelligence di Mosca, aveva diffuso la voce secondo cui regista dell’esfiltrazione sarebbe stato “un ex ufficiale delle forze speciali dell’Esercito italiano, che vive a Mosca da più di sei anni”. Un’operazione costata al padre 2 milioni di dollari, sempre secondo quel canale Telegram.

Artem Uss, identificato il commando della fuga. E gli Usa piazzano la taglia

Washington ha annunciato una ricompensa per chi fornirà informazioni che portino alla cattura del cittadino russo. Il figlio di un politico molto vicino al Cremlino era fuggito a marzo dall’Italia all’indomani del via libera all’estradizione verso gli States. Ad aiutarlo cinque uomini su quattro auto diverse, accusati di procurata evasione

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