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La destra italiana dovrebbe essere fiera di guidare con due suoi esponenti i gruppi dei Conservatori e di Identità e Democrazia al Parlamento Europeo. Il ruolo importantissimo di Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia) e Marco Zanni (Lega) non viene, invece, abbastanza valorizzato. Le loro attività nel Parlamento Europeo sono sconosciute al pubblico italiano e quasi ignorate dai nostri media mainstream.

In un’epoca dominata dalla comunicazione politica questa zona d’ombra può apparire paradossale, ma in realtà non lo è. Zanni e Procaccini (d’ intesa con i rispettivi partiti) hanno scelto di proposito il basso profilo perché a Strasburgo si occupano di una delicata “patata bollente” di carattere internazionale.

I due esponenti politici italiani devono, per ragioni di comunanza di strategie politiche o per appartenenza allo stesso gruppo, avere a che fare quotidianamente con il partito tedesco Alternative für Deutschland (Afd).

Afd è al centro dell’attenzione perché viene considerato un potenziale pericolo per la democrazia non solo in Germania, ma anche in Europa. In Germania Afd raccoglie il voto di protesta dei cittadini. Ma Alternative für Deutschland non è un “normale” partito populista come da noi lo sono la Lega o i 5stelle.

L’opinione pubblica italiana dovrebbe conoscere almeno tre elementi:

  1. Alcuni leader che attualmente controllano Afd sono dichiaratamente nazisti e coltivano sistematicamente l’odio razziale e l’antisemitismo;
  2.  il programma di Afd prevede l’uscita della Germania dalla Nato e la dissoluzione progressiva dell’Unione Europea;
  3. il legame tra Afd e Cremlino sta diventando sempre più stretto. È di pochi giorni fa la notizia che un assistente parlamentare del Bundestag aderente a Afd è un importante agente della disinformazione russa.

Nel Parlamento Europeo che sarà eletto nel giugno 2024 la saldatura tra la destra xenofoba e nazista e il “partito” trasversale dei filoputiniani potrebbe avere effetti disastrosi per le democrazie europee e per tutto il mondo libero.

Lo ha capito benissimo Manfred Weber, un leader politico che non può certo essere accusato di simpatie per la sinistra. Nei giorni scorsi Weber è stato durissimo: Afd è il numero uno da battere alle prossime europee.

La posizione di Weber è stata ripresa da Antonio Tajani e Guido Crosetto. Per il resto silenzio. Sarebbe però il caso che Zanni e Procaccini adottino con i loro colleghi tedeschi gli stessi proclami filo occidentali di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni.

Le compravendite delle famiglie Santanchè e La Russa e i presunti debiti societari della ministra catalizzano l’attenzione dei giornalisti italiani. Niente di nuovo sotto il sole, ma sarebbe auspicabile che una attenzione almeno analoga venisse dedicata dai media alle anime che compongono Afd e ai loro legami con la Russia guerrafondaia.

L’ intelligence tedesca ha lanciato da due anni fa un allarme che un serio giornalismo investigativo avrebbe il dovere di raccogliere. Da quel momento, il partito è sotto stretto monitoraggio da parte delle forze di sicurezza tedesche, tanto da spingere vari parlamentari alle dimissioni. Sarebbe l’ora che i giornalisti accendessero i riflettori sul buco nero della destra tedesca, e che la destra nostrana cominciasse ad allontanarsene una volta per tutte, perché chi si avvicina ai buchi neri finisce per esserne risucchiato.

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