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Mentre circa 3.000 persone raggiungevano Villa Taverna per le celebrazioni del giorno dell’indipendenza organizzate dall’ambasciata americana a Roma, ieri pomeriggio Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha avuto un colloquio con Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. In una nota, la Casa Bianca spiega che la telefonata è “parte dello stretto coordinamento” americano “con alleati e partner cruciali alla luce dei recenti eventi in Russia”, ovvero la marcia-retromarcia di Yevgeny Prigozhin, fondatore della compagnia di mercenari Wagner, su Mosca.

Si tratta di una sottolineatura importante, dopo l’incidente di sabato, quando Biden ha avuto un colloquio a quattro con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro britannico Rishi Sunak. Un Quad che ha lasciato un po’ di amaro in bocca a diversi leader, tra cui il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki e quello canadese Justin Trudeau (che ha avuto un colloquio con Biden nella giornata di domenica).

Interrogato da Formiche.net sull’assenza di Meloni a quella telefonata Quad, l’ambasciatore Kurt Volker, diplomatico statunitense ed ex ambasciatore alla Nato tra il 2008 e il 2009 ha parlato di “cattiva abitudine”. Gli Stati Uniti “hanno la cattiva abitudine di lavorare soltanto con la Francia, la Germania, il Regno Unito su grandi cose come questa”, ha spiegato. “Il problema è che dovrebbero includere l’Italia e, come minimo, la Polonia. Ma poi si iniziano ad aggiungere altri Paesi e tutti iniziano a lamentarsi. Quindi continuano a farlo, ma credo che sia una questione molto rilevante: avrebbero dovuto chiamare Meloni. Non credo che ci sia qualcosa di personale con lei. In realtà, credo che l’amministrazione riconosca che l’Italia ha lavorato molto bene sull’Ucraina. Penso davvero che si tratti di cattive abitudini”, ha concluso.

Nel colloquio di ieri pomeriggio, si legge ancora nella nota della Casa Bianca, i due leader hanno “affermato il loro incondizionato sostegno all’Ucraina” e parlato dei “recenti sviluppi in Nord Africa” (“Biden ha chiesto a Meloni lo scenario sull’impegno dell’Italia nel Mediterraneo, sulla collaborazione con l’Unione europea per la stabilità in Africa”, recita la nota di Palazzo Chigi in cui viene anche sottolineata la presenza Wagner in Africa). Inoltre, la telefonata è stata l’occasione per fare il punto sul prossimo summit Nato che si terrà tra due settimane a Vilnius, in Lituania.

Il resoconto della Casa Bianca si chiude con una notizia piuttosto attesa: Biden ha invitato Meloni alla Casa Bianca a luglio. La visita – messa a punto durante l’incontro tra Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, e Antony Blinken, segretario di Stato americano, a Washington due settimane fa – dovrebbe tenersi verso fine mese, dopo il summit Nato di Vilnius.

Intanto, il governo italiano, forte di un contrasto costante con l’ambasciata americana a Roma (che attende l’ambasciatore nominato, Jack Markell, già governatore del Delaware di Biden), incassa con soddisfazione l’apprezzamento statunitense. Che è dimostrato anche dalle recenti missioni a Washington dei ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Giuseppe Valditara (Istruzione), Adolfo Urso (Imprese) e Guido Crosetto (Difesa, nelle ore in cui Prigozhin preparava la sua marcia), di quella di luglio del ministro Matteo Piantedosi (Interno) e della visita in Italia della delegazione parlamentare statunitense guidata da Kevin McCarthy, speaker della Camera dei rappresentanti.

Tanto che ieri sera, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, ha “bruciato” la comunicazione di Palazzo Chigi rivelando la telefonata tra Meloni e Biden con un quarto d’ora d’anticipo.

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Dopo il mancato coinvolgimento italiano nella conversazione Quad di sabato, ieri contatto tra i leader mentre a Villa Taverna si celebrava il giorno dell’Indipendenza. È “parte dello stretto coordinamento” americano con alleati e partner dopo le mosse di Prigozhin. Si è parlato anche di Africa e Nato. Tra un mese il vertice alla Casa Bianca

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